Lunedì 31 gennaio alle ore 23:11 GMT è decollato dal pad 40 della Cape Canaveral Space Force Station un razzo Falcon 9 di SpaceX con a bordo un satellite italiano COSMO-SkyMed. Il lancio era stato rinviato per maltempo giovedì, venerdì e sabato, mentre il rinvio di domenica è stato causato dalla presenza di una nave da crociera in una zona di mare a sud dello spazioporto chiusa al traffico marittimo, costringendo i funzionari della sicurezza a sospendere il conto alla rovescia.
Il decollo è avvenuto con successo e, come di consueto, il primo stadio, dopo aver espletato il proprio compito, ha invertito la rotta per tornare a Cape Canaveral dirigendosi verso la zona di atterraggio 1, il sito di recupero situato a circa 9 km a sud del Pad 40. Questo è stato il terzo volo del booster B1052, ma il primo nel ruolo di booster principale. SpaceX ha infatti rimosso il cono anteriore del razzo, i montanti di collegamento e altro hardware specifico per convertire questo razzo a booster principale dopo il precedente utilizzo come booster laterale di un Falcon Heavy. È la prima volta che SpaceX utilizza come razzo principale un vettore utilizzato precedentemente come booster laterale.
Mentre il primo stadio atterrava a Cape Canaveral, il secondo ha virato verso sud seguendo il profilo della costa orientale della Florida, poi verso Cuba e il Mar dei Caraibi per sorvolare successivamente l’Antartide e dirigersi in direzione nord sull’Oceano Indiano. Questa è stata la quinta missione di SpaceX a utilizzare il corridoio di lancio meridionale, denominato anche orbita polare. Thales Alenia Space ha confermato la positiva immissione in orbita dopo che i controllori della stazione di Terra del Fucino, in Italia, hanno stabilito una comunicazione con il satellite CSG-2 circa 15 minuti dopo la separazione dal razzo.
Il COSMO-SkyMed appena lanciato appartiene a una nuova generazione di satelliti artificiali la cui flotta, finanziata dall’Agenzia Spaziale Italiana, dal Ministero della Difesa e dal Ministero dell’Università e della Ricerca, è destinata a un uso misto militare e civile. Il Sistema CSG è realizzato grazie al notevole contributo dell’industria nazionale. Thales Alenia Space, joint venture tra Thales (67%) e Leonardo (33%) è responsabile della realizzazione dei 4 satelliti radar e del sistema end-to-end, mentre Telespazio, joint venture tra Leonardo (67%) e Thales (33%) è responsabile del Segmento di Terra, della logistica e delle operazioni. Inoltre Leonardo contribuisce al programma fornendo i sensori di assetto stellare per l’orientamento del satellite, i pannelli fotovoltaici e le unità elettroniche per la gestione della potenza elettrica. Il cuore del satellite è il suo strumento radar progettato per l’osservazione della Terra.
COSMO-SkyMed è una costellazione di satelliti dotati di radar ad apertura sintetica (SAR) che lavorano in banda X (dai 7 GHz ai 12,5 GHz), ovvero un range di frequenze che consente di “vedere” anche attraverso le nuvole e in assenza di luce solare. I satelliti acquisiscono immagini inviando segnali radar in direzione della Terra per raccogliere i raggi riflessi dalla superficie. Il segnale ricevuto contiene informazioni sulla topografia e la rugosità della superficie, dati che dopo essere stati elaborati permettono la creazione di un’immagine in grado di mostrare, tra le altre caratteristiche, dettagli su vegetazione, superfici d’acqua, strade, ponti, aeroplani e navi. I satelliti possono tracciare anche il traffico marittimo e le fuoriuscite di petrolio, collaborando alle operazioni di ricerca e soccorso, e rilevare anche gli impatti dei cambiamenti climatici, dall’innalzamento del livello del mare allo scioglimento dei ghiacciai. I dati di COSMO-SkyMed aiutano gli agricoltori a tenere sotto controllo i loro raccolti, monitorando sia lo stato delle risaie in Thailandia sia quello dei vigneti in Francia. Le immagini radar permettono anche una regolare osservazione di grandi progetti infrastrutturali, come dighe, ponti e grandi edifici.
Il vero punto di forza di COSMO-Skymed è la straordinaria flessibilità di utilizzo. L’occhio del radar può operare in modalità spotlight (concentrandosi su un’area di pochi km quadrati), stripmap (osservando una striscia continua di superficie terrestre) o scanSAR (coprendo una regione di 200 km di lato). Brevissimi sono anche i tempi di risposta, cioè il tempo necessario a configurare la costellazione in modo da ottenere immagini dell’area desiderata. Altro punto di forza è il breve tempo di rivista, ovvero l’intervallo tra due passaggi sullo stesso punto, che consente di monitorare costantemente l’evoluzione della situazione in una particolare area geografica.
I satelliti COSMO-SkyMed di seconda generazione sono progettati per funzionare per almeno sette anni. La nuova generazione di imager radar presenta aggiornamenti che consentono di orientare il veicolo spaziale in modo ancor più rapido e preciso rispetto ai precedenti. Queste modifiche consentono ai satelliti di seconda generazione di acquisire contemporaneamente immagini radar di diversi punti lungo la loro traccia a terra. La seconda generazione dei satelliti amplierà, e alla fine sostituirà, la copertura fornita dai quattro COSMO-SkyMed di prima generazione che erano stati lanciati tra il 2007 e il 2010 da razzi Delta 2 di United Launch Alliance. L’Italia ha ordinato a Thales quattro COSMO-SkyMed di seconda generazione.
Il primo satellite COSMO-SkyMed Seconda Generazione è stato lanciato il 18 dicembre 2019. Il lancio del secondo satellite CSG era previsto con un razzo VEGA-C entro il 2021, ma lo sviluppo del vettore europeo è stato condizionato dai problemi avuti con i lanci VV15 e VV17 così come, soprattutto, dal rallentamento conseguente alla pandemia del virus COVID-19. I ritardi del volo inaugurale (Maiden Flight) di VEGA-C, ad oggi pianificato nel primo trimestre del 2022, e un conseguente fitto calendario di lanci previsto per tutto il 2022, hanno reso non più compatibile l’attesa con le esigenze del programma COSMO-SkyMed di avere il satellite in orbita entro la fine del 2021. In collaborazione con Arianespace è stata valutata l’alternativa di utilizzare un vettore Soyuz o Ariane 5, ma anche in questo caso non sarebbe stato possibile avere un lancio di CSG-2 entro l’anno. Si è ricorso, quindi, all’adozione di una soluzione alternativa con la società statunitense SpaceX che ha consentito di lanciare il satellite quasi nei tempi previsti. L’Agenzia Spaziale Italiana ha in ogni caso confermato la sua fiducia nelle capacità di Arianespace e VEGA-C, a cui nel 2024 verrà affidato il lancio e la messa in orbita del satellite CSG-3.
L’enorme archivio di immagini nonché i servizi di acquisizione della costellazione dei satelliti sono offerti commercialmente tramite la società e-GEOS, una joint venture tra Telespazio (80%) e ASI (20%). I COSMO-SkyMed lavorano in tandem con i due satelliti radar SAOCOM 1 dell’Argentina che raccolgono dati utilizzando strumenti in banda L. Entrambi i satelliti SAOCOM 1 sono stati lanciati su razzi Falcon 9.
Il lancio di lunedì scorso ha concluso una serie di attività impegnative per il sito di Cape Canaveral che ha visto il lancio di sei missioni spaziali in circa 30 giorni. Cinque di questi lanci sono stati effettuati da SpaceX e uno da United Launch Alliance, ma SpaceX ha fatto decollare un Falcon anche da Vandenberg, in California, dove un team di specialisti ha allestito un razzo Falcon 9 per il lancio di un veicolo spaziale classificato del National Reconnaissance Office, l’agenzia di spionaggio satellitare del governo degli Stati Uniti.
Fonte: ASI