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La NASA lancia IXPE per lo studio dei raggi X

Il Falcon 9 decolla con a bordo il satellite IXPE. Credit: NASA/Joel Kowsky

È decollata lo scorso giovedì mattina 9 dicembre, quando in Italia erano le 7:00, la missione Imaging X-ray Polarimetry Explorer (IXPE), a bordo di un razzo Falcon 9 della SpaceX, dal Launch Complex 39A del Kennedy Space Center della NASA, in Florida.

Una rappresentazione artistica di IXPE Credit: NASA

Il satellite scientifico IXPE, del peso di 170 kg, rappresenta il risultato del lavoro congiunto, fra l’ente spaziale statunitense e l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI). Esso ha un diametro di 1,1 m ed è alto 5,2 m, mentre i suoi pannelli solari completamente estesi sono larghi 2,7 m. Questo osservatorio è la prima missione dedicata alla misurazione della polarizzazione dei raggi X emessi dai più estremi e misteriosi oggetti dell’universo: i resti di supernovae, buchi neri supermassicci e dozzine di altri oggetti ad alta energia. La polarizzazione, è una proprietà della luce che permette di ottenere indizi sull’ambiente da cui tale luce proviene. Al lancio hanno assistito il presidente dell’ASI, Giorgio Saccoccia e l’amministratore della NASA, Bill Nelson.

IXPE è la prima missione spaziale completamente dedicata agli studi sulla polarizzazione dei raggi X, a tale scopo è stata impiegata una tecnologia “made in Italy” che consiste in tre telescopi con dei rivelatori finanziati dall’ASI e realizzati da un team di scienziati dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN) e dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF).

La parte fondamentale di questi telescopi è rappresentata dei tre Gas Pixel Detector, cioè dei rivelatori di nuova generazione che sfruttano una tecnologia maturata nel corso degli ultimi 15 anni congiuntamente dall’INFN per quanto riguarda il campo della fisica delle particelle e dall’INAF per quanto concerne lo studio dell’universo nelle alte energie. Grazie a questa nuova tecnologia, IXPE sarà in grado non solo di rilevare l’immagine e l’energia delle sorgenti energetiche celesti, ma potrà anche ottenere, per la prima volta, delle indicazioni dirette sulle peculiarità dei campi elettromagnetici ad essi associati.

«IXPE rappresenta un altro straordinario primato;» ha esordito Thomas Zurbuchen, amministratore associato del Science Mission Directorate della NASA di Washington «assieme ai nostri partner in Italia e nel resto del mondo, abbiamo aggiunto un nuovo osservatorio spaziale alla nostra flotta che plasmerà la nostra comprensione dell’universo negli anni a venire. Ciascun veicolo spaziale scientifico della NASA, è stato attentamente scelto per effettuare delle nuove tipologie di osservazioni e IXPE ci mostrerà gli aspetti più violenti dell’universo che ci circonda, come le stelle che esplodono e i buchi neri nel centro delle galassie, in modalità mai tentate prima».

Il vettore ha svolto il proprio dovere come previsto, con la separazione del carico avvenuta 33 minuti dopo il decollo e circa un minuto dopo il satellite ha dispiegato i suoi pannelli fotovoltaici e quindi è entrato nella sua orbita a una quota di circa 600 km inclinata di soli 0,2° sull’equatore. I primi dati telemetrici sono stati ricevuti dopo altri 6 minuti circa.

Nel corso dei primi due anni di missione, per la prima volta nella storia dell’astrofisica, IXPE permetterà agli scienziati di effettuare delle misurazioni altamente sensibili sulla polarizzazione delle sorgenti celesti che emettono raggi X. I soggetti interessati dalle sue osservazioni sono i nuclei galattici attivi (AGN), microquasar, pulsar e pulsar wind nebulae, magnetar, binarie nei raggi X, resti di supernova, e il centro della nostra galassia. IXPE sarà in grado di fornire misure in contemporanea di polarizzazione, variabilità e immagini spettroscopiche, permettendo quindi lo studio della geometria e dei processi fisici di emissione delle radiazioni e dell’accelerazione delle particelle in ambienti con caratteristiche gravitazionali e magnetiche estreme.

L’Agenzia Spaziale Italiana, oltre a gestire la partecipazione italiana al programma IXPE, fornisce anche il supporto del centro spaziale Luigi Broglio (BSC) di Malindi in Kenya, come stazione di terra primaria per il tracciamento del satellite, con il supporto di Telespazio e dello Space Science Data Center (SSDC) presso la sede dell’ASI in Roma, per tutte le operazioni di analisi ed elaborazione dei dati scientifici.

Il Marshall Space Flight Center di Huntsville, Alabama, gestisce la missione per conto del Science Mission Directorate della NASA, in quanto essa è un progetto dell’Explorers Program. IXPE è il frutto della collaborazione internazionale fra NASA, ASI e di partner provenienti da altri 12 nazioni. Il Marshall ha costruito i tre telescopi a raggi X, ASI ha fornito, come detto, i rilevatori della polarizzazione, Ball Aerospace di Broomfield, Colorado, ha fornito il veicolo spaziale e gestisce le operazioni del satellite presso il Laboratory for Atmospheric and Space Physics l’Università del Colorado di Boulder. La durata nominale della missione è di 2 anni.

Una rappresentazione artistica dei principali componenti di IXPE. Credits: Wikipedia/NASA

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