Aggiornamenti dal sistema solare: novembre 2021
Si avvia un periodo prolifico per le nuove missioni. Dopo Lucy, lanciata ad ottobre, questo mese è la volta di DART, altra missione della NASA. A breve dovrebbe invece partire finalmente il James Webb Space Telescope.
Per il resto a finire sotto i riflettori sono state le missioni solari: in particolare Parker Solar Probe, che ha stabilito un nuovo record di avvicinamento e velocità rispetto al Sole, e Solar Orbiter che ha compiuto un passaggio ravvicinato della Terra ad una quota piuttosto bassa.
Di seguito il dettaglio delle varie missioni attive e di quelle in fase di preparazione.
In preparazione per il lancio
Sta finalmente per arrivare l’ora del tanto atteso James Webb Space Telescope (NASA/ESA). La tensione sale e gli eventi del mese non aiutano a calmare i nervi. Dopo l’arrivo a Kourou, il telescopio è stato installato sull’adattatore che servirà a montarlo sul lanciatore Ariane 5. Durante l’operazione si è staccato un dispositivo di fissaggio che ha causato vibrazioni impreviste. Per fortuna i tecnici della NASA hanno verificato che non ci sono stati danni e si prosegue con le operazioni finali. A causa di questo imprevisto, comunque, il lancio è stato rimandato di altri quattro giorni. Il lanciatore intanto è pronto ad accogliere il prezioso carico che dovrebbe adesso partire il 22 dicembre e per cui i primi trenta giorni di missione saranno cruciali.
Si scaldano i motori per l’inizio operativo del programma Artemis, il complesso programma di esplorazione della NASA in collaborazione con altre agenzie spaziali e altri soggetti privati. Tra ritardi e posticipi dell’ultimo minuto non è ancora chiaro quale sarà la prima missione a partire. Potrebbe essere la prima missione del programma CLPS (Commercial Lunar Payload Services), che permetterà a soggetti privati di fornire servizi di trasporto per la superficie lunare: il lander Nova-C dell’azienda Intuitive Machines dovrebbe partire nei primi mesi del 2022 su un Falcon 9. Oppure potrebbe partire la missione più attesa, quella di Artemis 1, la prima missione di una capsula Orion sul lanciatore superpesante SLS (Space Launch System), attualmente prevista per fine febbraio. La capsula, insieme ai vari CubeSat che ne condivideranno il viaggio verso la Luna, dovrà completare gli ultimi test nelle prossime settimane. È slittata invece al terzo posto CAPSTONE, missione preliminare per lo sviluppo del Lunar Gateway, la piccola stazione spaziale che dovrà operare in orbita lunare. A ritardare la missione, che partirà su un lanciatore Electron dell’azienda Rocket Lab, ci si è messa anche la situazione del Covid-19 in Nuova Zelanda. La partenza è prevista per il 19 marzo 2022.
Per notizie più approfondite sullo stato delle future missioni spaziali si rimanda alla prima puntata della nuova rubrica di Matteo Deguidi.
Esplorando la Luna
Chang’e 5 (CNSA) ha effettuato il 17 novembre un passaggio ravvicinato della Luna, dopo che l’anno scorso aveva raccolto dei campioni dalla superficie. Non ci sono stati aggiornamenti da parte dell’agenzia spaziale cinese, ma gli osservatori hanno notato che la sonda non ha effettuato un’accensione dei motori durante il flyby e, secondo gli esperti, questo significa che non esiste una nuova destinazione per la sonda oppure l’accensione non è andata a buon fine e questa misteriosa ulteriore estensione della missione è fallita. Al momento la sonda è in un’orbita fortemente ellittica intorno alla Terra, abbastanza instabile, e non è detto che non incontri nuovamente la Luna in futuro.
Chang’e 4 (CNSA) e il rover Yutu-2 hanno appena cominciato il loro 37º giorno lunare sulla faccia nascosta della Luna. Il rover potrebbe, questo mese, superare i 900 m percorsi sulla superficie. Queqiao continua il suo lavoro di satellite di telecomunicazioni dall’orbita lunare. In mancanza di notizie recenti, si pensa che anche il lander Chang’e 3 continui a trasmettere dati dal suo telescopio a ultravioletti ancora funzionante.
Oltre a Queqiao, in orbita lunare procedono senza particolari aggiornamenti le missioni di Chandrayaan-2 (ISRO), Lunar Reconnaissance Orbiter (NASA), THEMIS-ARTEMIS (NASA) P1 e P2. Nel mese scorso, Chandrayaan-2 ha manovrato per evitare un passaggio un po’ troppo ravvicinato della sonda della NASA LRO.
In equilibrio tra Sole e Terra
In orbita intorno al punto lagrangiano L₁ Terra-Sole ci sono quattro sonde operative, per lo più dedicate all’osservazione solare, ma non solo: DSCOVR (NASA/NOAA), SoHO (NASA/ESA), ACE (NASA) e WIND (NASA).
Dall’altra parte della Terra rispetto al Sole, orbitando intorno al punto lagrangiano L₂, ci sono invece gli osservatori orbitanti Spektr-RG (Roskosmos/DLR) e Gaia (ESA).
Nel sistema solare interno
Lo scorso 24 novembre è partita una nuova missione della NASA diretta all’esplorazione di un vicino asteroide. Si tratta di DART (Double Asteroid Redirection Test), che visiterà il sistema binario composto dall’asteroide Didymos e la sua piccola luna Dimorphos. La sonda principale si porta con sé anche un CubeSat da 6 unità sviluppato dall’Agenzia Spaziale Italiana, LICIACube. La destinazione finale sarà raggiunta a settembre 2022, e la missione principale prevede l’impatto con la piccola luna per verificare la possibilità di deviare piccoli asteroidi a scopo di difesa planetaria.
Parker Solar Probe (NASA) ha come missione lo studio della nostra stella da molto vicino. Lo scorso 21 novembre la sonda è passata per la decima volta al perielio, cioè il punto più vicino al Sole della propria orbita, battendo ogni record storico di vicinanza e velocità. Parker Solar Probe, infatti è passata alla distanza di soli 8,5 milioni di chilometri dal Sole alla velocità relativa di 587.000 km/h. Dopo un 2021 in cui ha effettuato due flyby di Venere, la sonda passerà il 2022 in un’orbita relativamente stabile, senza grossi cambiamenti. Il prossimo incontro ravvicinato di Venere sarà ad agosto del 2023, rendendo il perielio ancora più vicino e veloce.
L’altra sonda solare, Solar Orbiter (SolO) (ESA), non andrà così vicino al Sole, ma a novembre ha effettuato un flyby della Terra piuttosto rischioso. Il passaggio ravvicinato, infatti, è stato a soli 460 km di quota e retrogrado, cioè in direzione opposta a un eventuale satellite orbitante a tale altezza. Quello di SolO non è stato il passaggio più ravvicinato di una sonda allo scopo di utilizzarne l’effetto fionda gravitazionale, ma la recente proliferazione di satelliti e detriti in orbita bassa l’ha reso più critico. Il prossimo evento per la sonda sarà il passaggio al perielio che, grazie a questo flyby, sarà a circa 50 milioni di km dal Sole, il prossimo marzo.
BepiColombo (ESA/JAXA), con le due sonde MPO (ESA) e MMO (JAXA), ha invece già effettuato a ottobre il proprio incontro ravvicinato con il pianeta Mercurio, che raggiungerà altre sei volte prima di entrare in orbita.
Dal 2015 in orbita intorno a Venere c’è la sonda giapponese Akatsuki, che sta studiando l’atmosfera e il clima del pianeta. OSIRIS-REx (NASA), invece, dopo aver studiato da vicino e raccolto campioni dall’asteroide Bennu, si sta dirigendo verso la Terra, che raggiungerà solo nel settembre del 2023. Hayabusa 2 (JAXA) ha invece già consegnato a Terra il suo carico di campioni dell’asteroide Ryugu e si sta ora dirigendo verso gli asteroidi 2001 CC₂₁ e 1998 KY₂₆, anche se il primo dei due non verrà raggiunto prima del 2026. In un’orbita simile a quella della Terra prosegue da oltre 15 anni la sua missione di osservazione solare STEREO A (NASA).
La flotta marziana
In orbita
Tianwen-1 (CNSA) è in orbita marziana dal febbraio scorso, principalmente per supportare il lander e il rover Zhurong sulla superficie. A novembre, però, l’orbiter ha manovrato per posizionarsi in un’orbita più consona per la propria missione scientifica, ma che significherà un rateo di comunicazione col rover ridotto. A supporto del rover cinese, però, in futuro ci sarà anche la sonda veterana Mars Express (ESA), in orbita marziana dal 2003. La sonda europea, infatti, ha compiuto con successo a novembre diversi test di comunicazione con il rover, ritrasmettendone a Terra il segnale. Sembra crescere l’importanza di questa sonda, non lontana dai venti anni su Marte, con una serie di importanti osservazioni scientifiche recentemente annunciate.
Anche Al-Amal (UAESA), arrivata più o meno insieme alla sonda cinese, continua a compiere osservazioni scientifiche del pianeta rosso. A farle compagnia in orbita ci sono Mars Odyssey (NASA), in orbita marziana ormai dal 2001, Mars Reconnaissance Orbiter (NASA), che ci regala le sue immagini ad altissima risoluzione dal 2006, MAVEN (NASA) e Mars Orbiter Mission (ISRO) dal 2014, mentre la prima delle due missioni ExoMars, Trace Gas Orbiter (ESA/Roskosmos), è arrivata nel 2016.
Sulla superficie
È il sol 202 per il lander della missione Tianwen-1 e il rover Zhurong (CNSA). A inizio novembre il rover aveva percorso 1.253 metri, dopodiché non ci sono stati altri aggiornamenti da parte di Zhurong. Come scritto sopra, questa potrebbe essere la nuova normalità, con lo spostamento dell’orbita di Tianwen-1 in configurazione scientifica.
Il rover Perseverance (NASA) è atterrato su Marte un paio di mesi prima di Zhurong ed è quindi al sol 283. È stato un mese piuttosto intenso per il rover della NASA, che ha estratto e sigillato ben due campioni dalla roccia battezzata Brac. Anche il compagno di viaggio, l’elicottero Ingenuity, ha effettuato due voli a supporto della missione, il quindicesimo e il sedicesimo.
Continuano le loro missioni anche il rover Curiosity (NASA), giunto al sol 3.318 e il lander InSight (NASA), al sol 1.076.
Nel sistema solare esterno
La sonda americana Lucy, lanciata con successo a ottobre, è all’inizio del suo lungo viaggio nel sistema solare che la porterà a incontrare numerosi asteroidi, tra cui soprattutto alcuni asteroidi troiani di Giove. Uno dei pannelli solari non si è dispiegato completamente e i tecnici della NASA stanno cercando di risolvere il problema, ma per ora non sembrano esserci ripercussioni sulla missione dato che l’energia prodotta è molto vicina a quella prevista. La sonda è ancora relativamente vicina alla Terra, a “soli” 27 milioni di chilometri di distanza. Il primo obiettivo scientifico sarà l’asteroide della fascia principale (52246) Donaldjohanson nel 2025.
Juno (NASA) ha concluso a ottobre il 37º sorvolo ravvicinato del pianeta Giove, e si sta preparando al 38º mentre continua la missione estesa nella sua orbita molto ellittica.
New Horizons (NASA) prosegue il suo allontanamento dal sistema solare, mentre il team è alla ricerca di un terzo obiettivo dopo Plutone e Arrokoth. Proseguono l’allontanamento dal Sole, ma senza la speranza di un nuovo obiettivo, le venerande Voyager 1 e Voyager 2, ormai al di fuori dell’eliosfera.
Riassunto missioni
Ci sono 36 missioni spaziali al di fuori dell’orbita terrestre, operate da 44 unità robotiche.
Gli aggiornamenti per questo mese sono giunti al termine, continuate a seguirci e ci risentiamo il prossimo mese con gli aggiornamenti dal sistema solare!
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