Programmi emiratini di esplorazione spaziale
L’introduzione dei veicoli commerciali, come Crew Dragon di SpaceX, sta ampliando le possibilità operative delle agenzie spaziali di tutto il mondo. Oltre a ESA e NASA, anche l’Agenzia Spaziale degli Emirati Arabi Uniti e il Mohammed Bin Rashid Space Center (MBRSC) stanno valutando l’ipotesi di utilizzare vettori commerciali per le future missioni astronautiche. Fino a qualche tempo fa, infatti, l’unica possibilità per un astronauta emiratino di raggiungere lo spazio era tramite una Sojuz, come riferito dal vicedirettore generale del MBRSC Salem Al Marri in un’intervista del 28 ottobre, in occasione del 72º congresso astronautico internazionale (IAC 2021).
Gli Emirati Arabi Uniti hanno quattro astronauti in attività, dei quali solo uno è stato in orbita per una settimana sulla ISS. Si tratta di Hazza Al Mansouri, che nel settembre 2019 ha raggiunto la ISS a bordo di un veicolo Sojuz. Il vicedirettore del MBRSC ha sottolineato l’importanza dei nuovi voli commerciali, facendo riferimento alla recente missione Inspiration4 e alla missione di breve durata programmata da Axiom Space Ax-1 verso la stazione spaziale, oltreché dei possibili accordi “governativi” con Russia e Stati Uniti, attraverso le rispettive Roskosmos e NASA.
Oggi, le opportunità di volo sono maggiori rispetto a un paio di anni fa. Possiamo esaminare diverse opzioni anche di tipo commerciale, mentre alcuni anni fa l’unica opzione possibile era la Sojuz. L’obiettivo nei prossimi mesi sarà individuare diverse tipologie di cooperazione a lungo termine, seguendo un approccio quanto più sostenibile.
Salem AlMarri, Vicedirettore generale del MBRSC
Il Mohammed Bin Rashid Space Center sta inoltre esaminando le possibilità di cooperazione nell’ambito delle future attività di esplorazione umana dello spazio, come il programma Artemis. Ne è un esempio l’inclusione di un astronauta emiratino, Saleh Al Ameri, nella cosiddetta missione analoga UAE Analog Mission (ovvero svolta sulla Terra, simulando le condizioni di un vero viaggio spaziale), iniziata il 4 novembre 2021 e commissionata dall’Istituto russo per i Problemi Biomedici, un ente di ricerca attivo nel campo della biologia e medicina spaziale. Nella missione, che è in corso a Mosca, l’astronauta emiratino è affiancato da tre colleghi russi e due americani. L’obiettivo è quello di studiare gli effetti di un lungo periodo di isolamento sulla psiche e sulla fisiologia umana, nell’ottica di future missioni a lungo termine sulla Luna e su Marte.
In ambito robotico, invece, il MBRSC ha già siglato accordi con Airbus Defence and Space, per la futura Emirates Lunar Mission (Missione Lunare Emiratina), e SpaceX, per il lancio del satellite MBZ SAT nella seconda metà del 2023. Quest’ultimo sarà il primo satellite interamente costruito negli Emirati Arabi specificatamente impiegato per la produzione di immagini satellitari. Sarà posizionato su un’orbita con altezza di 500 km rispetto alla superficie terrestre.
L’obiettivo del progetto MBZ SAT è rendere gli Emirati Arabi Uniti un paese leader nello sviluppo di sistemi spaziali. Sarà uno dei satelliti più avanzati al mondo e uno dei migliori della sua categoria.
Amer Al Sayegh Al Ghafri, responsabile del progetto MBZ SAT al MBRSC
Il programma di esplorazione lunare Emirates Lunar Mission prevede l’utilizzo di un rover da 15 kg, denominato Rashid. Sarà trasportato da un lander commerciale costruito dalla società giapponese iSpace, con lancio previsto per ottobre 2022. Il rover sarà dotato con un set di telecamere e altri strumenti scientifici, oltre a trasportare alcuni carichi utili forniti dall’agenzia spaziale francese CNES.
Nell’ambito dell’accordo con Airbus Defence and Space, il MBRSC ha annunciato inoltre un esperimento da condurre sul suolo lunare. Si tratta di una sperimentazione in situ sull’aderenza della regolite a differenti tipologie di materiale.
Fonti
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