È decollata ieri una Sojuz diretta, come succede di solito, verso la ISS. Potrebbe apparire come il classico volo di routine necessario per la consueta rotazione degli equipaggi, ma questa volta non è così.
L’equipaggio decollato ieri è costituito da un cosmonauta professionista mentre i suoi compagni di viaggio sono un’attrice e un regista russi che gireranno alcune scene di un film ambientato in parte in orbita intorno alla Terra. Documentari e film ad argomento spaziale non sono una novità, ma finora un lungometraggio di questo tipo non era mai stato realizzato nello spazio. Con questa iniziativa Roskosmos, l’agenzia spaziale russa, intende rilanciare l’interesse verso le attività in orbita per attrarre nuovi fondi con cui finanziare le proprie missioni e progetti.
L’attrice Julija Peresil’d e il regista Klim Šipenko sono partiti con il cosmonauta russo Anton Škaplerov alle ore 10:55 italiane dal cosmodromo di Bajkonur, nel Kazakistan. Il razzo ha seguito un profilo di missione ultrarapido che lo ha portato a destinazione dopo circa tre ore di volo.
Alle ore 14:22 la Sojuz MS-19 è attraccata alla ISS dopodiché i suoi occupanti hanno avviato le consuete verifiche di tenuta prima di aprire i portelli e accedere all’interno della Stazione Spaziale Internazionale. L’attracco è avvenuto in lieve ritardo rispetto al previsto a causa di un guasto al sistema Kurs che ha reso necessario l’intervento diretto di Škaplerov.
Non si conoscono molti dettagli del film La sfida. La trama racconta la storia di un chirurgo donna, interpretata da Julija Peresil’d, che accetta di partecipare a una missione spaziale di emergenza per soccorrere un cosmonauta che necessita di cure mediche.
La parte del malato sarà interpretata da Oleg Novickij, cosmonauta attualmente impegnato sulla ISS nell’ambito della Expedition 65. Il film verrà girato sia negli ambienti della ISS sia in quelli della Sojuz. Stando ad alcune informazioni rilasciate da Roskosmos, alcune scene dovrebbero essere già state girate durante la fase di avvicinamento della capsula alla Stazione Spaziale.
Julija Peresil’d, 37 anni, ha recitato in circa 70 film, alcuni dei quali hanno ottenuto un notevole successo in Russia. È stata scelta dopo una lunga selezione che ha coinvolto oltre 3.000 candidate, valutate non solo per le loro capacità artistiche, ma anche per le loro condizioni di salute in vista di una permanenza di circa 10 giorni nello spazio. Attrice e regista torneranno sulla Terra il prossimo 17 ottobre, insieme a Novickij, in orbita dallo scorso aprile.
Queste non saranno le prime riprese cinematografiche effettuate in orbita. Negli anni sono stati realizzati diversi documentari con scene riprese nello spazio, ma questo sarà il primo lungometraggio realizzato sulla ISS poiché il film avrà tra i 35 e i 40 minuti di scene girate in orbita. Un cortometraggio della durata di 8 minuti, ad esempio, fu girato nel 2008 da Richard Garriott, un autore di videogiochi britannico che acquistò un posto su una Sojuz e che nel corso della sua permanenza a bordo della ISS girò il film Apogee of Fear.
La Russia sarà il primo paese ad aver autorizzato e ospitato una produzione cinematografica vera e propria sulla ISS, ma potrebbe non rimanere l’unico. Nel 2020 erano circolate notizie, poi confermate dall’allora amministratore della NASA, su un film con Tom Cruise che avrebbe compreso alcune scene girate direttamente sulla ISS. Il progetto non sembra essere tramontato, ma non sono stati forniti ulteriori aggiornamenti.
La sfida sarà un film prodotto con la partecipazione di Roskosmos, dell’emittente televisiva pubblica russa Pervyj kanal e dello studio di produzione russo Yellow, Black and White. Viene descritto come il primo vero tentativo di girare scene in assenza di peso senza ricorrere a effetti speciali. Il film avrà anche lo scopo di illustrare come si stanno evolvendo le esplorazioni spaziali, trasformandosi via via in una cosa diversa rispetto alle classiche missioni organizzate dai governi.
Roskosmos ha usufruito per oltre 10 anni di una posizione di monopolio, disponendo dell’unico mezzo in grado di trasportare astronauti da e per la Stazione Spaziale Internazionale. Una parte rilevante dei propri ricavi proveniva dalla vendita di posti Sojuz per il trasporto in orbita degli astronauti europei e statunitensi, sfruttando l’assenza di sistemi di lancio alternativi per equipaggi. In questo lasso di tempo la NASA ha dovuto fare affidamento sui veicoli russi per far volare i propri astronauti sulla ISS, e lo stesso hanno dovuto fare le altre agenzie spaziali compresa quella europea (ESA).
L’avvento di SpaceX con la Crew Dragon, e dell’ormai prossimo debutto del veicolo Boeing Starliner CST-100, ha reso meno fondamentali le Sojuz russe nei viaggi verso la ISS e ciò ha fatto perdere a Roskosmos importanti opportunità di guadagno.