Gli ingegneri dei team Exploration Ground Systems e dell’appaltatore Jacobs hanno completato con successo lo scorso 19 settembre l’Umbilical Release and Retract Test all’interno del Vehicle Assembly Building (VAB) presso il Kennedy Space Center, in vista della missione Artemis 1. Ovvero il test di ritrazione dei sei “bracci” ombelicali dal lanciatore SLS e dal payload costituito dal simulacro della navicella Orion.
I collegamenti ombelicali servono per fornire energia, comunicazioni, refrigerazione e carburante al razzo e all’astronave Orion mentre sono al pad di lancio. Essi si staccano automaticamente e simultaneamente al momento del lancio.
Jerry Daun, Arms and Umbilical Systems Operation Manager per Jacobs, ha spiegato che i precedenti test, svolti presso la Launch Equipment Test Facility e al VAB, hanno raffinato i progetti dei vari sistemi e validato ogni singolo sottosistema. Riguardo Artemis 1, si è voluto verificare come avrebbero lavorato assieme tutti i nuovi sistemi per supportare la fase di lancio.
«Questo test è importante perché la prossima volta in cui verranno impiegati questi sistemi ombelicali al suolo, sarà nel giorno del lancio di Artemis 1» ha aggiunto Scott Cieslak, responsabile delle operazioni e dei test dei sistemi ombelicali.
Nel corso del test, i diversi bracci ombelicali si sono distesi per connettere il razzo Space Launch System (SLS) al Mobile Launcher, ovvero alla struttura metallica alta 115 metri, facente parte dei sistemi a terra che viene usata per assemblare, gestire e lanciare l’SLS con la capsula Orion dal Launch Pad 39B del KSC e quindi si sono scollegati e ritratti dal lanciatore, proprio come faranno al momento del lancio a T-0.
Il test
In cima al razzo, l’Orion Service Module Umbilical si è staccato senza problemi dal simulatore che è stato installato per imitare la massa e il centro di gravità dell’astronave Orion, proprio per l’esecuzione di questi test.
Immediatamente al di sotto del simulatore, l’Interim Cryogenic Propulsion Stage Umbilical si è staccato ruotando all’indietro proprio come hanno fatto sulla sommità dello stadio centrale dell’SLS il Core Stage Forward Skirt Umbilical e le braccia del Vehicle Stabilizer System. Il Core Stage Inter-Tank Umbilical, situato fra i serbatoi dell’idrogeno e dell’ossigeno liquidi dello stadio centrale e il Tail Service Mast Umbilical posto alla base del vettore si sono ritratti in maniera nominale.
Altri sistemi di servizio, come il Crew Access Arm, cioè la passerella che permette agli astronauti di entrare nella capsula Orion, non hanno preso parte al test. Questa passerella mobile, si stacca dalla capsula negli ultimi minuti del countdown e non al momento del liftoff.
Il prossimo test che verrà effettuato in ordine di tempo su SLS, sarà l’Integrated Modal Test durante il quale degli spintori appositi produrranno delle vibrazioni sul razzo mentre si trova sui supporti della piattaforma di lancio. I sensori sparsi sul razzo e sulla torre di lancio mobile misureranno la risonanza creata in risposta alle vibrazioni.
Il personale tecnico proseguirà nella conduzione di altri test nel VAB, prima di trasportare Orion alla struttura di integrazione dove verrà issata in cima all’SLS, completando così di fatto, la fase di assemblaggio del razzo per la missione Artemis 1.
Artemis 1
La missione Artemis 1 sarà il primo test integrato del complesso SLS-Orion. In questa prima missione, la capsula Orion non sarà abitata e raggiungerà l’orbita lunare per dimostrare la fattibilità di una missione della durata di alcune settimane. La capsula Orion tornerà sulla Terra effettuando un ammaraggio nell’oceano Pacifico. Nelle prossime missioni del programma Artemis, NASA prevede di far atterrare sulla Luna i suoi equipaggi.
Fonti: NASA; Spaceflightnow.com