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Space Launch System: gli ultimi aggiornamenti

Una vista dell'alto dei due booster a propellente solido, che sono in attesa di ricevere il Core Stage nella High Bay 3 del VAB. Credit NASA/Frank Michaux

Proseguono in Florida, seppur leggermente sottotraccia rispetto al clamore che stanno suscitando altri eventi del panorama spaziale mondiale, i preparativi per il debutto dello Space Launch System.

I tecnici al lavoro all’interno del Vehicle Assembly Building del Kennedy Space Center, hanno dato inizio nei giorni scorsi ad una operazione della durata di qualche giorno, volta al sollevamento e alla messa in verticale dello stadio centrale, o Core Stage del gigantesco razzo Space Launch System della NASA e alla sua installazione fra i due booster a propellente solido già impilati in precedenza.

Questo evento verrà seguito da altre operazioni che culmineranno nel completamento del sistema di lancio comprendente la capsula Orion, previsto per il mese di agosto. A questo punto se non ci saranno ulteriori ritardi, tenendo conto che SLS è un vettore di nuova concezione, l’intero assemblato, alto 98 metri, verrà trasportato con la sua piattaforma di lancio al Pad 39B, a settembre, per la prova del conto alla rovescia e del rifornimento dei propellenti.

L’ente spaziale statunitense intende lanciare la capsula Orion con lo Space Launch System a novembre, per una missione senza equipaggio denominata Artemis 1 che raggiungerà la Luna e che durerà più di tre settimane. Se tutto andrà per il verso giusto, la missione seguente, Artemis 2, porterà un equipaggio di quattro persone in orbita attorno alla Luna nel 2023.

Le missioni seguenti che si svolgeranno in questo decennio, porteranno degli equipaggi sul suolo del polo sud lunare con l’ausilio di sistemi commerciali di allunaggio. Lo scorso aprile la NASA ha selezionato una variante della Starship di SpaceX, un razzo pesante riutilizzabile in fase di sviluppo, il quale avrà il compito di far atterrare il primo equipaggio del programma Artemis sulla Luna.

SLS e Orion verranno quindi impiegati dalla NASA per delle missioni nelle vicinanze della Luna, dove gli astronauti si trasferiranno nel lander lunare, come per esempio appunto la suddetta Starship, per effettuare le sortite sulla superficie selenica.

9 giugno 2021, i tecnici dell’Exploration Ground Systems e dell’appaltatore Jacobs iniziano i preparativi per le operazioni. Credits: NASA/Kim Shiflett

Le riparazioni

L’operazione di sollevamento dello stadio centrale di SLS è avvenuta sei settimane dopo il suo arrivo al KSC a bordo della chiatta Pegasus della NASA. Il natante con il suo prezioso carico era infatti partito dallo Stennis Space Center in Mississippi alla fine di aprile, per il suo viaggio di circa 1.450 km verso la Florida. Presso le strutture dello Stennis, i quattro motori RS-25 dello stadio erano stati accesi lo scorso marzo per un test durato oltre otto minuti al fine di verificare il loro funzionamento durante il lancio.

Una volta raggiunto il KSC, i team della NASA e della Boeing, principale appaltatore del progetto, hanno trasportato lo stadio all’interno del corridoio di trasferimento del VAB, ovvero l’enorme passaggio centrale posto fra le due coppie di baie di assemblaggio verticale dell’enorme costruzione della NASA, quindi hanno dato inizio alle riparazioni delle dozzine di zone della schiuma arancione dell’isolante termico che erano state danneggiate durante il test di accensione dello Stennis. Inoltre i tecnici hanno rimesso in sesto l’isolamento termico in sughero situato sul fondo della sezione dei propulsori, il quale era rimasto bruciacchiato durante il test di accensione.

Il rivestimento termico arancione serve a regolare le temperature dei serbatoi di propellente criogenico dello stadio, che conterranno complessivamente al momento del lancio, circa 2.760 metri cubi di idrogeno liquido ad una temperatura di –253 °C e di ossigeno liquido a –183 °C.

Gli ingegneri hanno anche identificato alcuni sensori all’esterno del razzo, che necessitavano di una riparazione. Si è trattata di una piccola frazione degli oltre 500 sensori progettati per raccogliere dati sulle prestazioni dei propulsori e di tutti i sistemi ad essi associati.

Infine, sono state installate delle cariche esplosive lineari lungo la superficie esterna dello stadio. Queste cariche fanno parte del Flight Termination System, ovvero del sistema che interviene nel caso in cui durante il lancio il vettore prendesse una traiettoria pericolosa per il pubblico e per le strutture del Kennedy Space Center, comandandone la distruzione esplosiva.

Una volta terminati tutti quei lavori eseguibili mentre lo stadio era in posizione orizzontale, i team lo hanno spostato verso la parte rivolta a nord, del corridoio di trasferimento del VAB, lo scorso lunedì 7 giugno e hanno installato un dispositivo ausiliare per il sollevamento sull’estremità superiore del Core Stage.

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Una delicata operazione

Giovedì 10 giugno, dopo aver collegato due gru alle estremità del razzo, il personale ha rimosso uno dei due carrelli utilizzati per il trasporto, lasciandolo sospeso sul pavimento. Dopo aver rimosso il secondo carrello, le due gru hanno iniziato a sollevare lo stadio centrale, lungo 65 metri, largo 8,4 metri e del peso di 94 tonnellate. I team di tecnici, prima dell’alba di venerdì, lo hanno ruotato in posizione verticale per permettere la disconnessione della gru che aveva sollevato in precedenza la coda del razzo. Nel frattempo, altri tecnici hanno configurato le piattaforme di lavoro nella High Bay 3, preparandole per accoglierlo.

Nella giornata di sabato 12 giugno la gru ha calato con estrema cautela lo stadio fra i due booster alti 54 metri e già posizionati sulla Mobile Launch Platform. Una volta in posizione, il core stage verrà connesso ad essi tramite le apposite giunzioni anteriori e posteriori.

Nel 2019, il personale del VAB si era esercitato in tutte le fasi di questa spettacolare operazione con una struttura che replicava dimensioni e peso del Core Stage, al fine di prendere confidenza con le procedure e di assicurarsi che tutta l’attrezzatura impiegata funzionasse al meglio.

Una volta installato il core stage, verrà la volta dell’adattatore interstadio Launch Vehicle Stage Adapter (LVSA), quindi dello stadio superiore Interim Cryogenic Propulsion Stage (ICPS) entro la fine di questo mese di giugno.

Verrà poi la volta di un altro adattatore, che fungerà da collegamento fra il vettore e la capsula Orion. Infine, verrà issato un artefatto che simulerà il peso e le dimensioni dell’astronave Orion; questo per permettere lo svolgimento di test sulle linee dei propellenti, sulle connessioni e sui sistemi ombelicali che si prolungano dalla torre della Mobile Launch Platform al razzo e che dovranno staccarsi in sicurezza da esso nei primissimi istanti del lancio.

Altri test

Per il mese di luglio sono previsti i test di risonanza strutturale dell’intero sistema di lancio, quindi verrà installata poi la reale capsula Orion, completa della sua torre di fuga, verosimilmente entro agosto. Completate le prove di conto alla rovescia e rifornimento dei propellenti al pad, il vettore e l’astronave ritorneranno nel VAB per le dovute ispezioni.

Se tutta andrà come previsto, la prossima volta che il razzo uscirà dal VAB, sarà per raggiungere il Pad 39B sei giorni prima del lancio.

Fonte: Spaceflightnow.com

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