Lo scorso 3 giugno un Falcon 9 della SpaceX è decollato alle 19:29 italiane dal Launch Complex 39A del Kennedy Space Center, rilasciando in orbita dopo dodici minuti una capsula cargo Dragon, sempre della compagnia di Elon Musk, per la ventiduesima missione Commercial Resupply Services (CRS-22).
Si tratta del secondo volo della nuova versione del cargo Dragon, simile alla Crew Dragon eccetto per il fatto che quest’ultima è dotata dei propulsori di sicurezza SuperDraco, che si attivano strappando via la capsula con gli astronauti dal vettore nel caso di problemi critici durante il lancio.
L’aggancio
Mentre la Stazione Spaziale Internazionale stava sorvolando l’oceano Pacifico meridionale, la capsula si è agganciata autonomamente al boccaporto rivolto verso lo spazio del modulo Harmony, alle 11:09 italiane del 5 giugno, sotto lo sguardo vigile degli astronauti Shane Kimbrough e Megan McArthur. Dei 3.328 kg di materiale trasportato, 1.948 kg erano stivati nella parte pressurizzata della capsula e 1.380 kg erano invece collocati nel “baule” posteriore non pressurizzato. La Dragon ritornerà sulla Terra a luglio, trasportando 2.400 kg di esperimenti ed equipaggiamenti.
Il carico utile
L’articolo più voluminoso trasportato dal vascello dell’azienda di Hawthorne, nonché più importante per il futuro energetico dell’ISS, consiste nel primo paio di pannelli fotovoltaici iROSA (ISS Roll-out Solar Array), sviluppati dalla Redwire per conto del primo appaltatore della Stazione, Boeing. Questi nuovi pannelli hanno raggiunto l’orbita arrotolati nella parte posteriore non pressurizzata della Dragon e verranno installati sul traliccio centrale della Stazione durante le attività extraveicolari programmate per il 16 e il 20 giugno e che verranno effettuate dagli astronauti Shane Kimbrough e da Thomas Pesquet.
Questi nuovi pannelli fotovoltaici sono i primi due di sei, che verranno installati sull’avamposto spaziale e andranno letteralmente a sovrapporsi ai pannelli originali. La maggiore efficienza dei nuovi arrivati implicherà che, nonostante la loro ombra cadrà proprio sui pannelli vecchi, essi saranno comunque in grado di generare più energia a uso della Stazione Spaziale. Joel Montalbano, Program Manager dell’ISS per conto di NASA, nel corso del briefing del 2 giugno ha affermato che i nuovi pannelli saranno in grado di riportare la capacità di generare corrente della Stazione, ai livelli del periodo in cui vennero installati i primi pannelli diversi anni fa e che il sistema iROSA fornirà abbastanza energia per supportare il modulo commerciale in fase di sviluppo da parte di Axiom Space che verrà aggiunto alla Stazione per il 2024.
Fra gli esperimenti scientifici trasportati dalla missione CRS-22 vi sono:
- Understanding of Microgravity on Animal-Microbe Interactions. È un esperimento che studia delle particolari seppie, denominate Sepiolida e dei batteri luminescenti loro simbionti, chiamati Vibrio fischeri per determinare gli effetti del volo spaziale su questa simbiosi e, di riflesso, sui sistemi simbiotici presenti nel corpo umano.
- Targeting Improved Cotton Through On-Orbit Cultivation (TICTOC). Il cotone è utilizzato in diverse tipologie di prodotti, ma la sua produzione impiega significative quantità di acqua e prodotti chimici agricoli. Questo studio mira a migliorare la resilienza delle fibre di cotone, a limitare il consumo di acqua e al sequestro del biossido di carbonio. Gli scienziati sperano di poter usare i dati ottenuti da TICTOC per sviluppare varietà di cotone che richiedano meno acqua e che limitino l’impiego di pesticidi.
- Cell Science-04. I tardigradi sono minuscoli invertebrati che possono tollerare ambienti estremi. Questo esperimento intende identificare i geni coinvolti nelle modalità di adattamento e di sopravvivenza di questi esseri viventi negli ambienti stressanti. I risultati di questa ricerca potrebbero far progredire la comprensione dei fattori stressanti che influenzano l’essere umano nello spazio.
- Butterfly IQ Ultrasound. Questo ecografo portatile potrebbe fornire delle capacità mediche critiche agli equipaggi nei voli a lunga durata, dove il supporto immediato da Terra non è un’opzione percorribile. Questo studio dimostrerà l’uso di questa unità a ultrasuoni assieme all’associato computer, in condizioni di microgravità. I risultati di questo studio avranno delle applicazioni potenziali nella diagnosi medica in zone remote e isolate sulla Terra.
- Pilote. Questa ricerca dell’agenzia spaziale europea testa l’efficacia di braccia robotiche e di veicoli spaziali operati da remoto, impiegando la realtà virtuale e delle interfacce tattili. Pilote studia in microgravità sia le tecnologie nuove sia quelle allo stato dell’arte comparando quelle sviluppate recentemente per le operazioni da remoto con quelle usate per comandare il Canadarm2 e la capsula Sojuz. Lo studio inoltre confronta le prestazioni degli astronauti nell’utilizzo delle interfacce sulla Terra e durante la missione spaziale. I risultati saranno utili per ottimizzare le postazioni di comando sulla Stazione Spaziale e sui veicoli spaziali del futuro, in vista delle missioni umane sulla Luna e su Marte.
Booster nuovo
Per questo lancio SpaceX ha impiegato un primo stadio nuovo di zecca, denominato B1067, che è atterrato con pieno successo sulla piattaforma galleggiante Of Course I still Love You situata nell’Oceano Atlantico. Sì è trattato del primo lancio di un nuovo booster da parte della compagnia californiana dal novembre 2020.
Nonostante si trattasse di nuovo hardware, SpaceX non ha ritenuto necessario effettuare il classico test di accensione statica (static fire test) al pad di lancio prima del liftoff. Sarah Walker, direttrice del management di missione della Dragon, nel briefing che ha preceduto il lancio ha spiegato che la compagnia di Musk ha intenzione di cessare l’esecuzione di questi test al pad in quanto gli ingegneri hanno oramai accumulato una consolidata esperienza nella gestione del Falcon 9; inoltre questo stadio aveva già effettuato un test di accensione presso il sito di McGregor di SpaceX prima che venisse spedito in Florida. «SpaceX e NASA hanno lavorato congiuntamente per determinare che il test di accensione al pad non fosse necessario per questa missione. Certamente continueremo a effettuare tutti i test necessari per assicurarci che il veicolo sia pronto al suo viaggio». Ha concluso Walker.
Fonti: NASA; Spacenews.com