Site icon AstronautiNEWS

Tutti gli Starlink di maggio 2021

Il momento del decollo di Starlink 27. Credits: SpaceX

Lo sviluppo della costellazione Starlink procede a ritmi serratissimi, tanto che, tra i 16 voli effettuati da SpaceX dall’inizio del 2021, sono ben 13 quelli dedicati alla costellazione di satelliti per le telecomunicazioni. Nel solo mese di maggio SpaceX ha lanciato altri quattro gruppi di Starlink, andando a stabilire nuovi record e, soprattutto, completando uno dei cinque “gusci” attorno alla Terra di cui la costellazione sarà composta.

La prima missione della quartina, Starlink 25, è partita lo scorso 4 maggio dalla rampa LC-39A del Kennedy Space Center con un carico di 60 satelliti. Spinto dal vettore Falcon 9 B1049, arrivato al suo nono volo e recuperato su piattaforma, il lancio è stato coronato da pieno successo. Ecco il video dello streaming.

Solo 4 giorni dopo, il 9 maggio, è stata la volta di Starlink 27, che ha preso il via dalla rampa SLC-40 per portare in orbita 60 esemplari. A parte l’ovviamente importante missione primaria di rilasciare gli Starlink, questo lancio ha raggiunto un ulteriore traguardo: lo stadio B1051, atterrando perfettamente sulla piattaforma Just Read The Instructions, è stato il primo della flotta a compiere 10 voli e 10 recuperi di successo. B1051 era stato lanciato per la prima volta nel marzo del 2019 per la missione SpaceX DM-1 (Demonstration Mission 1). Ecco lo streaming video del lancio.

Il 15 maggio a decollare è stata la missione Starlink 26, di nuovo dalla rampa LC-39A del Kennedy Space Center. Questa volta il numero di Starlink lanciato è stato di “soli” 52 per far posto a due satelliti di terze parti, il Tyvak-0130 e un satellite SAR di Capella Space. Il booster impiegato è stato il B1058, al suo ottavo riutilizzo e atterrato sulla piattaforma Of Course I Still Love You. Anche in questo caso abbiamo il video dello streaming.

Quarto e ultimo lancio di questa rassegna è Starlink 28, effettuato il 26 maggio alle 20:59 italiane dalla rampa Space Launch Complex 40 della Cape Canaveral Air Force Station. Questa volta il booster è stato il “giovanissimo” B1063: posandosi senza problemi sulla chiatta Just Read The Instructions, il Falcon 9 ha infatti compiuto il suo secondo volo. È curioso che SpaceX abbia già comunicato che B1063 sarà il booster della missione Double Asteroid Redirection Test (DART), attualmente pianificata per il 24 novembre 2021. Ecco il video del lancio.

Notevole in questo lancio è stato il passaggio del muro del suono da parte del Falcon 9, particolarmente visibile grazie alle riprese diurne e alle favorevoli condizioni di luce.

https://twitter.com/SchilkeScott/status/1398006531208142852?s=19

Con Starlink 28 SpaceX ha stabilito anche alcuni nuovi record: l’azienda di Musk ha effettuato 6 lanci nel giro di 33,4 giorni (il precedente record era di 33,6 giorni), mentre per la rampa di lancio SLC-40 si è trattato del decimo lancio del 2021. Lo scorso anno si arrivò a tale cifra solo il 30 agosto.

Il recupero e riutilizzo delle ogive

Oltre che essere una prova dell’affidabilità e dell’efficienza di SpaceX, i lanci della campagna Starlink sono la dimostrazione più evidente dell’importanza che l’azienda californiana attribuisce al concetto di riutilizzabilità. Così come succede con i primi stadi, quasi tutte le ogive utilizzate in questi quattro lanci avevano già volato in precedenza. Recentemente SpaceX ha abbandonato l’idea di recuperare le semiogive “al volo” con grandi reti montate a bordo delle navi appoggio, in favore di più semplici, ed evidentemente altrettanto efficaci, recuperi direttamente in mare. Non tutti i tentativi hanno avuto successo, a volte una o entrambe le semiogive sono affondate. Tuttavia, nella maggior parte dei casi, questi elementi vengono ripescati, ripuliti e ricondizionati, e poi assemblati per proteggere il prezioso carico utile ancora una volta. Si stima che ogni nuova ogiva abbia un costo di produzione che varia tra i 4 e i 6 milioni di dollari, pari a circa il 10% del costo di un lancio, ed è quindi evidente la convenienza di organizzare queste particolari “battute di pesca”.

https://twitter.com/c_fletcher22/status/1394657678035726342?s=20

Come vedere gli Starlink dall’Italia?

Quando le condizioni di orbita e ora del giorno sono favorevoli (naturalmente anche il meteo deve collaborare!) è possibile vedere i satelliti Starlink in cielo anche sopra le città italiane. In particolare, il trenino composto da una sessantina di satelliti che volano in formazione ravvicinatissima, tipico di uno scenario immediatamente successivo al lancio degli Starlink, è tanto spettacolare quanto facile da individuare. Per aiutarvi a scoprire se e quando gli Starlink passano sopra la vostra città abbiamo preparato un dettagliatissimo tutorial.

La costellazione dei satelliti Starlink

Gli Starlink sono satelliti per telecomunicazioni dal peso di poco superiore ai 260 chilogrammi, progettati per fornire servizi Internet ai territori che sorvolano. Contando i 232 di questi quattro lanci, SpaceX ha spedito in orbita un totale di 1.737 satelliti (inclusi gli esemplari di test). Di questi, 73 sono andati distrutti rientrando in atmosfera (dato aggiornato al momento della pubblicazione). In ogni caso, grazie ai 1.664 esemplari ancora in orbita, Starlink mantiene saldamente il record della più corposa costellazione di satelliti per telecomunicazioni al mondo.

Elon Musk, CEO e fondatore di SpaceX, aveva dichiarato che la società avrebbe avuto bisogno di almeno 400 Starlink attivi per fornire una copertura Internet minimale, e di 800 per una copertura moderata. Con questi numeri ormai raggiunti e superati, la commercializzazione dei servizi è iniziata in vari paesi del mondo, anche se in regime di “beta”.

Come funziona Starlink

L’obiettivo del progetto Starlink è la fornitura di un accesso globale a Internet ad alta velocità. Con l’attuale tecnologia le aree rurali e remote sono ancora oggi spesso isolate e senza accesso al web. I tradizionali Internet provider via satellite offrono i propri servizi con satelliti posti in orbita geostazionaria a circa 35.000 chilometri di quota, ma in questo modo il segnale deve percorrere una distanza così elevata che i collegamenti offrono connessioni poco performanti. Operando a una quota più bassa, SpaceX spera di riuscire a ridurre questo problema e fornire una copertura veloce e affidabile a un prezzo competitivo.

Fonti: SpaceX, ForumAstronautico.it

  Questo articolo è © 2006-2024 dell'Associazione ISAA, ove non diversamente indicato. Vedi le condizioni di licenza. La nostra licenza non si applica agli eventuali contenuti di terze parti presenti in questo articolo, che rimangono soggetti alle condizioni del rispettivo detentore dei diritti.

Commenti

Discutiamone su ForumAstronautico.it
Exit mobile version