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Fissato il secondo volo orbitale di CST-100 Starliner

La capsula CST-100 Starliner e il lanciatore Atlas V della missione Orbital Flight Test-1 nel Vertical Integration Facility il 18 dicembre 2019. Credit: NASA/Joel Kowsky

Dopo mesi d’incertezze e di attesa, NASA e Boeing hanno divulgato una nuova data per il secondo volo di collaudo senza equipaggio della capsula CST-100 Starliner, denominato Boeing Orbital Test Flight 2 (OFT-2), adesso pianificato per il 30 luglio 2021. Nei primi mesi del 2021 il lancio di questa missione è stato più volte rinviato per cause di forza maggiore sebbene la capsula fosse pressoché pronta, eccezion fatta per il rifornimento dei combustibili, lo stivaggio dei beni, l’integrazione con il razzo Atlas V N22 e poco altro ancora. Il maltempo che ha colpito a marzo gli stabilimenti di Boeing, il guasto di una centralina dell’avionica e soprattutto il viavai di veicoli alla Stazione Spaziale Internazionale hanno fatto sì che fosse necessario rivedere il programma originario.

Con due annunci distinti, lo scorso 6 maggio NASA e Boeing hanno comunicato l’esito positivo della recente campagna di test riguardanti il software di volo di CST-100 Starliner, che ha avuto luogo presso il simulatore di Boeing a Houston verso la seconda metà di aprile. Dopo che la commissione d’inchiesta che ha indagato sull’insuccesso del primo volo orbitale (OFT-1) nel dicembre 2019 ha fatto emergere criticità nel software e non solo, Boeing ha lavorato per risolverli al fine di garantire agli Stati Uniti una valida alternativa per l’accesso allo spazio (l’altra è la Crew Dragon di SpaceX), adempiendo in questo modo alle premesse del Commercial Crew Program. Infatti John Vollmer, responsabile del programma Starliner, ha voluto precisare che «queste verifiche non riguardano solo la nostra prossima missione. Stiamo lavorando per garantire la sicurezza e il successo di tutti i futuri voli Starliner per la NASA e per tutti i futuri clienti commerciali».

Il collaudo del software ha richiesto diversi mesi, necessari innanzitutto per configurare le apparecchiature e i sistemi informatici, per predisporre i cavi per l’invio/ricezione dei dati dalla sala di controllo e quant’altro. Una volta iniziata, la prova si è protratta per 110 ore (indicativamente 5 giorni) ed è stato sottoposto a esame ogni aspetto della missione, a partire dalle operazioni antecedenti il giorno del lancio, la delicata fase di avvicinamento alla Stazione in volo libero, l’attracco, la riattivazione della capsula in vista del distacco e del rientro e infine l’atterraggio. Lo scopo principale del test era simulare in laboratorio la risposta e il comportamento di CST-100 Starliner durante tutto l’arco della missione in condizioni tanto più simili a quelle reali, che saranno sperimentate nel vero volo nello spazio.

I tempi e i modi della simulazione sono stati scanditi dal personale della sala di controllo missione al Johnson Space Center, basandosi sulle procedure correnti. Erano presenti anche gli astronauti Barry Wilmore e Michael Fincke, assegnati alla prima missione con equipaggio di Starliner (Crewed Flight Test) insieme alla collega Nicole Mann. che hanno potuto seguire ciò che succedeva attraverso interfacce video dedicate.

La verifica a tutto tondo del software appena descritta rientra nelle direttive promulgate dalla commissione d’inchiesta dopo la poco fortunata missione OFT-1. Essa ha inoltre consigliato fortemente di condurre in futuro una verifica di questo tipo prima di ogni volo, per maggior sicurezza e affidabilità. A tal proposito Spacenews.com cita le parole di Amy Donahue, membro del gruppo di lavoro dedicato alla valutazione delle performance NASA in termini di sicurezza, presente alla riunione del 6 maggio: «continuiamo a credere che le valutazioni di sicurezza debbano essere eseguite tempestivamente per garantire che ogni eventuale problema relativo alla gestione dei rischi, alla qualità e alla sicurezza sia identificato e corretto».

Le tempistiche

Come abbiamo recentemente raccontato su AstronautiNEWS, la data di lancio di CST-100 Starliner era strettamente dipendente dalla disponibilità dell’International Docking Adapter-2 (IDA-2), una delle due porte di attracco specificatamente progettate per accogliere le capsule di SpaceX e Boeing, e il periodo migliore indicato era nella seconda metà di luglio, ovvero dopo la conclusione della missione di rifornimento SpaceX CRS-22. Il veicolo cargo deve necessariamente attraccare al boccaporto di zenit (IDA-3) del modulo Harmony, affinché Il braccio robotico Canadarm2 possa prendere in consegna la prima coppia di pannelli fotovoltaici arrotolabili IROSA.

Simulazione grafica della situazione dopo l’attracco al modulo Harmony di CST-100 Starliner. Immagine realizzata da Raffaele Di Palma (ISAA/AstronautiNEWS) con il software NASA/JSC DOUG

Adesso, con il software di volo di Starliner approvato, NASA e Boeing sono fiduciose di poter dare il via il 30 luglio alle 20:53 italiane (le 14:53 locali) alla missione Boeing Orbital Test Flight-2, che partirà dalla rampa di lancio 41 del Kennedy Space Center. Se non ci saranno imprevisti di alcun tipo, CST-100 Starliner dovrebbe raggiungere la Stazione Spaziale Internazionale la sera del giorno seguente andando a occupare IDA-2. Attualmente ad esso vi è agganciata la Crew Dragon Endeavour (SpaceX Crew-2), che di conseguenza dovrà essere riposizionata su IDA-3. La manovra di redocking, così si chiama in inglese, sarà effettuata soltanto qualche giorno prima della partenza di Starliner, appena si avrà l’ok definitivo.

Si prevede che CST-100 Starliner resti in orbita per circa una settimana (un paio di giorni alla Stazione), un tempo sufficiente per acquisire dati sufficienti sul suo funzionamento. A differenza della Crew Dragon di SpaceX, l’atterraggio avverrà sulla terraferma in una delle 5 zone preposte degli Stati Uniti occidentali.

Fonti: NASA, Spacenews.com

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