Lo scorso 24 aprile, alle 11:08 italiane, un nuovo quartetto ha raggiunto la Stazione Spaziale Internazionale dopo essere partito il giorno prima dagli Stati Uniti, più precisamente dalla storica rampa di lancio 39A del Kennedy Space Center, in Florida, con la capsula Crew Dragon e il vettore Falcon 9 di SpaceX. Il fatto che l’attracco abbia avuto luogo dopo 23 ore, e non entro poche ore come le Sojuz, è dettato principalmente dalla posizione della Stazione dopo l’immissione in orbita, ma anche per dare tempo all’equipaggio di riposarsi.
Il lancio della missione SpaceX Crew-2 è avvenuto alle 05:49 locali (le 11:49 in Italia) ed è stato un successo sotto diversi punti di vista. Per l’azienda californiana è stata un’ennesima conferma delle sue capacità di riutilizzo: sia la capsula (la Crew Dragon Endeavour) sia il primo stadio (il booster B1061), atterrato regolarmente sulla chiatta OCISLY, hanno infatti già servito una missione con equipaggio, SpaceX Demo-2 e SpaceX Crew-1 rispettivamente.
Nonostante i ritardi e gli imprevisti sull’entrata in servizio delle navicelle sviluppate da SpaceX e Boeing, il Commercial Crew Program sta adesso pian piano entrando a regime anche se a due velocità. Nell’attesa che Boeing possa ripetere il collaudo della propria navicella, SpaceX ha compiuto, incluso questo, il secondo volo operativo per il trasporto di astronauti dagli Stati Uniti verso la Stazione Spaziale Internazionale e viceversa; il tutto mentre il primo equipaggio (SpaceX Crew-1) si trova in orbita, come espressamente richiesto dalla NASA. A breve, al termine di una sovrapposizione di 4 giorni, Shane Kimbrough, Megan McArthur, Akihiko Hoshide e Thomas Pesquet, questa la composizione dell’equipaggio, daranno il cambio agli astronauti di Crew-1 ormai vicini al rientro, dopo una permanenza nello spazio inziata a novembre dello scorso anno.
Vi ricordiamo che il prossimo mercoledì 28 aprile potrete seguire con AstronautiCAST, il podcast dell’Associazione ISAA, il ritorno sulla Terra di Crew-1, cioè di Mike Hopkins, Victor Glover, Shannon Walker e Soichi Noguchi, in diretta su YouTube a partire dalle 17:30 italiane.
La missione
La missione Alpha di Thomas Pesquet ha una duplice rilevanza per l’Agenzia Spaziale Europea. Lui è infatti il primo europeo a volare su una Crew Dragon a quasi 10 anni dalla missione del “nostro” Roberto Vittori con lo Space Shuttle Endeavour (STS-134), l’ultimo – ora penultimo – astronauta europeo a bordo di una navicella statunitense. Inoltre l’ESA ha dato un grande contributo alla Stazione Spaziale Internazionale fin dagli albori ed è molto attiva in diversi programmi spaziali, in collaborazione con le altre agenzie. Per questo motivo e come riconoscimento delle sue qualità personali e della sua preparazione, a ottobre Thomas Pesquet avrà l’onore di essere per qualche settimana il comandante del laboratorio orbitante. Il periodo scelto non è casuale, perché mentre ricoprirà questa carica accoglierà il collega Matthias Maurer, che gli darà il cambio.
Durante l’Expedition 65, che si concluderà a fine ottobre, l’astronauta francese si occuperà di oltre 200 ricerche internazionali, una quarantina delle quali europee. Il CNES, ovvero il Centro nazionale di studi spaziali francese, ha contribuito alla definizione del programma scientifico, proponendo 12 esperimenti che saranno condotti da Thomas Pesquet in microgravità. Non tutti però saranno nuovi per lui, poiché potrà lavorare su alcuni esperimenti di cui si è occupato durante la sua prima missione, Proxima, tra il 2016 e il 2017.
In estate la Stazione Spaziale Internazionale sarà al centro di una serie di aggiornamenti che ne espanderanno l’operatività. Oltre al lancio del modulo russo Nauka insieme al braccio robotico europeo, è previsto l’arrivo di una coppia di nuovi pannelli fotovoltaici iROSA (ISS Roll Out Solar Array). In conferenza stampa è stato annunciato che sono state pianificate 4 attività extraveicolari dal segmento statunitense, e Thomas Pesquet ha dichiarato che potrebbe prendere parte a due di queste.