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Lo stadio centrale dello Space Launch System completa il test d’accensione

Un'immagine del secondo Hot Fire Test © NASA/Robert Markowitz

L’enorme stadio centrale, o Core Stage, del razzo Space Launch System (SLS) della NASA, ha completato al secondo tentativo, l’accensione dei suoi quattro motori RS-25, che in questo caso è durata 8 minuti e 19 secondi, lo scorso giovedì 18 marzo presso lo Stennis Space Center della NASA di Bay St. Louis, Mississippi. Il test, noto come Hot Fire, è un esame di importanza critica nell’ambito della missione di test Artemis 1 dell’agenzia, la quale prevede l’invio di un’astronave Orion senza equipaggio attorno alla Luna e poi di nuovo sulla Terra, per preparare il terreno alle future missioni Artemis con gli astronauti.

Questa accensione rappresenta l’ottavo e ultimo capitolo della campagna di test denominata Green Run Test Campaign, composta da otto passi e che è stata ideata dagli ingegneri per permettere allo stadio centrale dell’SLS di essere validato per il volo.

Un’immagine ravvicinata degli ugelli dello stadio centrale dello Space Launch System. ©NASA/Robert Markowitz

«Lo Space Launch System è il più potente razzo mai costruito dalla NASA e nel corso del test odierno lo stadio centrale è arrivato a generare nell’arco di sette secondi, oltre 725 tonnellate di spinta. L’SLS oltre ad essere un incredibile impresa ingegneristica, è l’unico razzo capace di far volare le missioni statunitensi della prossima generazione che porteranno la prima donna e il prossimo uomo sulla Luna». Queste le parole del facente funzione di amministratore della NASA, Steve Jurczyk, al termine del test. «Il test di accensione dello stadio centrale di quest’oggi, è una pietra miliare per l’obiettivo della NASA del ritorno degli esseri umani sulla superficie lunare ed oltre».

In realtà il test di accensione era originariamente previsto per lo scorso 16 gennaio, e di fatto la prova di accensione in quell’occasione iniziò, ma venne interrotta in anticipo in maniera automatica dopo circa un minuto. Dall’analisi dei dati comunque ottenuti, gli ingegneri della NASA avevano stabilito che un secondo e più lungo test avrebbe fornito dati preziosi per permettere la valutazione del progetto dello stadio in prospettiva del volo, il tutto sottoponendo a rischi minimi lo stadio centrale di Artemis 1.

Nel corso del secondo test, seguito live dal nostro podcast AstronautiCAST, lo stadio ha fatto funzionare i suoi motori per poco più di otto minuti, proprio il tempo di accensione necessario per lanciare le missioni Artemis verso la Luna. Durante tutta la durata di questo test è stato possibile valutare una serie di differenti condizioni operative, che hanno incluso l’oscillazione degli ugelli secondo un determinato schema di movimenti, l’aumento della potenza erogata fino al 109% e la conseguente riduzione alla potenza nominale, proprio come verrà fatto durante il volo.

Un’immagine ravvicinata del complesso di test. ©NASA/Robert Markowitz

«Questa accensione più lunga ha fornito la ricchezza di dati di cui avevamo bisogno per assicurare che lo stadio centrale dell’SLS possa spingere ciascun vettore Space Launch System con successo». Ha spiegato John Honeycutt, manager del Programma SLS per la NASA del Marshall Space Flight Center di Huntsville, Alabama. «Nel corso del test, il team ha svolto per la prima volta delle nuove operazioni con lo stadio centrale, ne ha ripetuto alcune di quelle critiche e ha registrato i dati che ci aiuteranno a verificare la sua prontezza per i futuri voli dell’SLS per il programma Artemis dell’agenzia».

I due serbatoi per il propellente dello stadio contengono complessivamente circa 2.775.000 litri di idrogeno e ossigeno a temperature criogeniche per alimentare i quattro propulsori RS-25. Il core stage è dotato di una rete complessa di sistemi di software di volo e di avionica progettata per far volare, guidare e tracciare il razzo durante il lancio e le varie fasi del volo. I test precedenti della serie della Green Run avevano valutato la funzionalità e la performance integrate dei sistemi avionici, propulsivi e idraulici dello stadio.

I team dello Stennis Space Center hanno supervisionato una serie di 114 autocisterne e di sei chiatte cisterna che hanno fornito propellente liquido attraverso lo stand di prova B-2 fino allo stadio principale. I team ingegneristici hanno provveduto inoltre alla fornitura di energia elettrica operativa, di quasi 1.250.000 litri di acqua al minuto per alimentare il sistema per la deflessione della fiamma dello stand ed hanno monitorato le interfacce strutturali sia dell’hardware che dello stand.

I test sul core stage sono il risultato dello sforzo combinato fra la NASA ed i suoi partner industriali. Boeing è il primo appaltatore per lo stadio centrale mentre Aerojet Rocketdyne è il primo appaltatore per i motori RS-25.

Un’altra immagine suggestiva del test del 18 marzo 2021. ©NASA/Robert Markowitz

Di seguito, lo stadio centrale dell’SLS verrà ricondizionato nell’arco di un mese di lavoro e quindi verrà spedito con la chiatta Pegasus al Kennedy Space Center della NASA in Florida, dove dovrebbe arrivare per la fine di aprile. Lì, esso verrà assemblato con i due booster a propellente solido quasi pronti, con le altre parti del vettore e con l’astronave Orion, il tutto sul Mobile Launcher all’interno del Vehicle Assembly Building, in preparazione della missione Artemis 1.

Fonte: NASA

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