Il prossimo 28 febbraio 2021 vedrà gli astronauti Kate Rubins e Victor Glover occupati con l’attività extraveicolare (EVA) numero 71.
Il lavoro da svolgere sarà completamente dedicato all’installazione delle strutture che serviranno da base per due dei sei pannelli fotovoltaici di prossima generazione in arrivo sulla ISS, gli iROSA.
Lo scenario sarà l’elemento P6, una sezione del traliccio principale (truss) della ISS posta all’estremo del lato sinistro della Stazione (rispetto alla direzione del moto). I supporti verranno montati sulle strutture alla base dei due pannelli fotovoltaici denominati 4B e 2B.
Il segmento P6 è uno dei componenti più datati della ISS, in quanto fornisce energia ai sistemi principali della Statione Spaziale Internazionale. Fu portato in orbita l’11 novembre 2000 con la missione shuttle STS-97. Inizialmente installato allo zenit del modulo Z1, fu successivamente spostato nel 2007 alla posizione attuale.
L’inizio della EVA
Come tutte le attività extraveicolari gestite da NASA, si comincia con l’uscita dei due astronauti dall’airlock del modulo Quest.
Kate Rubins rivestirà i panni di EV-1, riconoscibile dalle bande rosse sulla tuta EMU (Extravehicular Mobility Unit). Victor Glover invece sarà identificato come EV-2
Gli strumenti e lo spostamento diretto su P6
Ognuno dei due avrà con sé fin da subito una grossa sacca denominata per l’occasione Strut Bag, in cui saranno stivati i tralicci con cui verranno assemblati i supporti degli iROSA.
Con un set completo per ogni borsa, la movimentazione di questi ingombranti fardelli dovrà essere gestita già durante la prima fase di transizione dall’ambiente pressurizzato della ISS al vuoto dello spazio.
Spesso durante una EVA, l’astronauta porta con sé anche delle borse con i vari stumenti da lavoro. Questa volta, tutto il necessario (come il cavo di sicurezza Safety Tether e la Pistol Grip Tool) sarà agganciato direttamente alla tuta EMU, grazie alla Mini Workstation.
Una volta usciti dall’airlock, Rubins e Glover andranno direttamente al segmento P6. Come sempre il percorso sarà prestabilito e per permettere lo spostamento verranno utilizzati i vari corrimani che costellano l’esterno della Stazione Spaziale.
Arrivati a destinazione, Glover e Rubins assicureranno i due contenitori alle rispettive sedi di destinazione. Rubins si occuperà di sistemare la Strut Bag con i componenti destinati al pannello in 4B e Glover quelli in 2B.
Nelle immagini simulate che vi proponiamo, il pannello 4B è allo zenit ed il 2B al nadir rispetto all’orizzonte. Solitamente le sezioni esterne del truss e i pannelli della ISS ruotano su se stessi, in modo da poter seguire nella maniera ottimale lo spostamento apparente del Sole.
Durante questa EVA, tutto il blocco oltre il SARJ (Solar Alpha Rotary Joint – i giunti che permettono la rotazione delle parti finali del truss) da P4 a P6, verrà tenuto fermo durante i lavori di modifica. Questo vale anche per l’orientamento di tutti i pannelli fotovoltaici sul lato sinistro.
Mentre EV2 comincierà i primi lavori di preparazione, EV1 farà un breve ritorno sui suoi “passi” fino al carrello CETA 1 (Crew and Equipment Translation Aid, è una piccola piattaforma a cui gli astronauti agganciano vari strumenti di lavoro) per prelevare un APFR (Adjustable Portable Foot Restraint, il supporto che gli astronauti spesso usano per tenersi in posizione mentre sono nelle tute EMU).
Le fasi di montaggio
Kate Rubins ritornerà poi presso il blocco P6, dove insieme a Victor Glover comincierà a montare i supporti alla base del pannello 2B. I primi tre elementi verranno assemblati non appena fuori dal contenitore, per andare a formare l’elemento triangolare superiore della struttura di supporto.
Quando il primo triangolo della struttura sarà pronto, EV-1 si assicurerà all’APFR preso in precedenza dal CETA1 e fisserà la prima parte del “puzzle” alla base del pannello fotovoltaico.
Risulta ora evidente lo scopo delle rimozioni di alcuni elementi chiamati H-Fixture (degli agganci usati per la presa robotica dei pannelli solari) a cui si era assistito spesso durante le ultime EVA. Si sfrutteranno le precedenti predisposizioni strutturali a cui questi ultimi erano imbullonati, a vantaggio delle nuove modifiche.
Da questo punto in poi la sequenza delle operazioni potrà essere avviata in maniera schematica, come vi mostriamo nel seguente filmato che ne riassume le fasi:
Il passaggio al secondo pannello
Terminato il lavoro al pannello 2B, si passerà allo zenit della ISS per lavorare al 4B. A metà del montaggio però, i tempi limite della EVA comincieranno a farsi sentire. Mediamente una attività extraveicolare dura 6 ore e mezza, una tempistica dettata oltre che dallo sforzo fisico sostenuto dagli astronauti, anche dalle riserve residue di energia e gas/acqua dello scafandro, di per sé una piccola navicella spaziale a tutti gli effetti.
Per questo motivo, al momento la coreografia della EVA prevede un montaggio parziale della seconda struttura. Rimarranno “fuori dal gioco” gli ultimi due elementi laterali inferiori (evidenziati in azzurro nell’ultima immagine) della struttura associata al pannello 4B.
Se dovesse avanzare del tempo rispetto a quello attualmente preventivato, il montaggio potrebbe essere portato a termine anche durante la EVA in corso. Se non dovessero farcela, questi ultimi due elementi rimarranno nella Strut Bag assicurati alle maniglie del truss P6, per essere montati durante la prossima EVA-72.
Ad ogni modo, dopo aver finito il lavoro gli astronauti faranno ordine nella postazione e ritireranno gli strumenti, avviandosi per un ritorno sicuro all’interno dell’airlock.
Fonte notizia: NASA.
Credit rappresentazioni grafiche: software NASA-JSC vrLAB D.O.U.G. – Elaborazione e post produzione: @RaffaeleDiPalma/ISAA