Dopo aver ormai trascorso undici anni in orbita intorno alla Luna, il Lunar Reconnaissance Orbiter (LRO), inizialmente progettato per una missione di due anni, ha iniziato a mostrare qualche problema, anche se un recente aggiornamento software permetterà di dare al veicolo spaziale una nuova prospettiva di vita. LRO, l’occhio della NASA nel cielo sopra la Luna, è stato il protagonista di alcune delle migliori osservazioni lunari dai tempi delle missioni Apollo.
Lanciato nel giugno 2009, LRO è riuscito rapidamente a mappare oltre il 98% della superficie lunare con una risoluzione di 100 metri per pixel. L’orbiter è diventato famoso presso il grande pubblico per aver raccolto incredibili immagini ad alta risoluzione dei siti di allunaggio delle missioni Apollo, foto in cui sono chiaramente visibili i lander, i rover e le impronte degli astronauti.
Nel 2016 LRO ha raccolto prove che hanno confermato come la Luna sia un corpo celeste geologicamente attivo, sia a causa degli influssi provocati dalle maree terrestri sia perché la Luna si sta compattando poiché il suo nucleo si raffredda. Più recentemente LRO è stato in grado di osservare i siti di impatto del lander Vikram dell’Indian Space Research Organization e del lander Beresheet di SpaceIL, due missioni da record nonostante il loro finale “esplosivo”.
Il monumentale record di successi di LRO non lo ha sfortunatamente reso immune da qualche acciacco da invecchiamento. I problemi sono iniziati nel 2018 quando per un guasto si è stati costretti a disattivare la Miniature Inertial Measurement Unit (MIMU), uno strumento utilizzato per controllare la rotazione del veicolo spaziale. Senza la MIMU, LRO per orientarsi ha dovuto fare affidamento esclusivamente sullo star tracker. Il tracciamento delle stelle è una valida alternativa alla MIMU, ma senza un aggiornamento software per LRO non sarebbe stato possibile effettuare delle manovre rapide e complesse necessarie per acquisire immagini dell’angolo laterale della Luna. Questa tipologia di scatti è importante per due motivi. Il primo è che ha consentito la fotometria, ovvero la capacità di studiare come cambia la luminosità della superficie lunare colta da diverse prospettive. In secondo luogo ha permesso di realizzare spettacolari immagini 3D, dando alle caratteristiche geografiche della Luna un senso di profondità e realismo che a volte manca nelle immagini acquisite con scatti diretti.
Per recuperare la capacità di riorientarsi rapidamente per gli scatti ad angolo laterale, il team di specialisti di LRO ha dovuto scrivere un nuovo software, chiamato “FastMan”, abbreviazione di Fast Maneuvering (manovra veloce) che è stato inviato al veicolo spaziale lo scorso giugno 2020, dimostrando immediatamente di essere un grande successo.
Una delle sfide che FastMan ha dovuto superare era mantenere l’orientamento dello star tracker in direzione del cielo stellato evitando di essere, anche solo accidentalmente, orientato in direzione di un oggetto luminoso come il Sole, la Luna o la Terra, perché la forte intensità luminosa lo avrebbe accecato, facendo perdere al veicolo spaziale la capacità di orientarsi. FastMan garantisce che ciò non si verifichi.
Inizialmente, FastMan richiedeva input da Terra per poter lavorare in collaborazione con il software di volo, ma ora è stato modificato in modo tale da permettere a LRO di eseguire manovre in piena autonomia.
Con l’installazione di questo aggiornamento LRO è destinato a proseguire la sua missione ancora per lungo tempo. Noah Petro, Project Scientist del centro NASA Goddard, ha affermato che «il propellente potrebbe essere il nostro fattore limitante. Le stime attuali ritengono ve ne sia a bordo una quantità sufficiente per almeno altri cinque anni di missione».
Sebbene LRO sia andato ben oltre gli iniziali obiettivi di progetto, il continuo benessere della navicella sarà ancora una risorsa preziosa per il futuro, poiché sarà in grado di supportare il programma Artemis, ormai alle porte. Lunga vita a LRO!
Fonte: NASA