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Fissato a maggio l’addio di OSIRIS-REx all’asteroide Bennu

Una rappresentazione artistica di OSIRIS-REx che parte da Bennu. (C) NASA/Goddard/University of Arizona

Il prossimo 10 maggio la sonda della NASA OSIRIS-REx (Origins, Spectral Interpretation, Resource Identification, Security, Regolith Explorer) saluterà definitivamente l’asteroide Bennu per iniziare il suo viaggio di ritorno verso la Terra.

Ricordiamo che il 20 ottobre 2020 il veicolo spaziale aveva raccolto un buon quantitativo di materiale dalla superficie dell’asteroide, molto probabilmente ben superiore ai 60 grammi previsti dagli ingegneri. Gli scienziati però dovranno aspettare ancora poco più di due anni prima di poter esaminare da vicino questo campione: il rientro della capsula con il materiale è previsto infatti per il 24 settembre 2023.

«Lasciare i paraggi di Bennu a maggio ci metterà nelle condizioni ideali per eseguire la manovra pianificata consumando la minor quantità possibile di propellente» ha spiegato Michael Moreau, vice responsabile del progetto OSIRIS-REx per il Goddard Space Flight Center della NASA di Greenbelt, Maryland. «Tuttavia, con un’accelerazione di 265 m/s, questa sarà la più grande manovra propulsiva eseguita da OSIRIS Rex fin dall’arrivo a Bennu, nell’ottobre del 2018».

Il contenitore con il campione prelevato dalla superficie di Bennu viene collocato nella Sample Return Capsule (SRC). Questa immagine è stata ripresa il 27 ottobre 2020 dalla StowCam. ©NASA/Goddard/University of Arizona/Lockheed Martin

A maggio il team della sonda potrebbe inoltre portare a termine un’ultima manovra di sorvolo dell’asteroide, la quale, pur se non presente nella pianificazione originale della missione, è in fase di studio per permettere ai ricercatori di poter osservare come il contatto con la sonda stessa abbia modificato la superficie di Bennu. Qualora fosse possibile, la manovra di flyby avverrà agli inizi di aprile e osserverà, come detto, il sito di campionamento, che di seguito è stato denominato Nightingale, da una distanza di circa 3,2 km. Nel corso della manovra di campionamento, o di Touch-and-Go (TAG), la parte terminale del collettore è penetrata per qualche secondo nella superficie asteroidale fino a una profondità di 48,8 cm, inoltre anche i propulsori del veicolo spaziale hanno smosso il terreno durante il loro funzionamento, pertanto sarebbe davvero molto interessante poter osservare ancora una volta la zona del prelievo.

Il controllo di missione al momento sta pianificando un solo flyby, imitando uno di quelli già svolti e legati alla sequenza osservativa della fase della missione del 2019, denominata Detailed Survey Phase. OSIRIS-REx effettuerà riprese del corpo celeste nel corso di una rotazione completa, per ottenere immagini ad alta risoluzione dell’emisfero settentrionale, di quello meridionale e della regione equatoriale. Il team scientifico poi confronterà queste riprese con quelle ad alta risoluzione ottenute nell’ottobre 2019.

OSIRIS-REx ha già fornito un contributo scientifico incredibile.

«OSIRIS-REx ha già fornito un contributo scientifico incredibile» ha dichiarato Lori Glaze, direttrice della scienza planetaria presso il quartier generale della NASA di Washington. «Siamo davvero entusiasti per questa nuova opportunità osservativa, la quale ci fornirà nuove informazioni sulla reazione di Bennu alla manovra di TAG e ci darà la possibilità di salutarlo definitivamente».

Queste osservazioni post TAG forniranno inoltre al team la possibilità di verificare l’attuale funzionalità della strumentazione scientifica a bordo del velivolo, in special modo della OSIRIS-REx Camera Suite (OCAMS), dell’OSIRIS-REx Thermal Emission Spectrometer (OTES) dell’OSIRIS-REx Visible and Infrared Spectrometer (OVIRIS), e dell’OSIRIS-REx Laser Altimeter (OLA). Gli ingegneri ritengono possibile il fatto che della polvere asteroidale possa essersi depositata sugli strumenti durante il prelievo del campione, quindi i manager della missione intendono appurare le loro condizioni. In aggiunta, la verifica dello stato di salute delle apparecchiature scientifiche della sonda permetterà l’eventuale programmazione di un’estensione della sua missione, dopo la consegna del prezioso campione agli scienziati sulla Terra.

Sequenza di 189 immagini della manovra di campionamento dalla superficie di Bennu. Le immagini sono state riprese nell’arco di circa 3 ore, il 20 ottobre 2020 dalla NavCam2 di OSIRIS-REx. ©NASA/Goddard/University of Arizona/Lockheed Martin

Come detto, la sonda rimarrà nelle vicinanze di Bennu fino al 10 maggio, quando la missione entrerà nella fase detta Earth Return Cruise, al termine della quale, raggiunta un’opportuna distanza dal nostro pianeta, OSIRIS-REx rilascerà la Sample Return Capsule (SRC), ovvero la capsula contenente il materiale prelevato sulla superficie di Bennu. La capsula rientrerà nell’atmosfera per atterrare appesa ad un paracadute nello Utah Test and Training Range.

Una volta recuperata, la capsula verrà trasportata nell’apposita struttura del Johnson Space Center di Houston, dove il suo contenuto verrà suddiviso e inviato a diversi laboratori sparsi per il pianeta, permettendo agli scienziati di effettuare studi sulla formazione del Sistema solare e sulla Terra in quanto pianeta abitabile.

OSIRIS-REx è partita l’8 settembre 2016 dal Launch Complex 41 della Cape Canaveral Air Force Station in Florida, a bordo di un vettore Atlas V della United Launch Alliance. Fra gli altri suoi obiettivi scientifici vi sono quelli di determinare le proprietà chimiche e mineralogiche di Bennu, che è un asteroide carbonaceo primordiale, determinare le caratteristiche della regolite presso il sito di campionamento, fornire elementi di confronto alle osservazioni da terra degli asteroidi carbonacei, e misurare l’effetto YORP di un asteroide potenzialmente pericoloso. L’effetto YORP somma tutti quei fattori, oltre all’irraggiamento solare, che possono influenzare la velocità di rotazione di corpi di piccole dimensioni come gli asteroidi.

Fonte: NASA; Wikipedia.

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