Apollo 14: lancio perfetto ma con qualche problema in orbita

Il terzo stadio S-IVB con stivato il LM Antares ripresi prima dell'aggancio.

31 gennaio 1971

Dal nostro inviato a Capo Kennedy.

È partita questa sera la missione Apollo 14, la terza che tenterà l’atterraggio sulla superficie lunare. Nonostante qualche piccola difficoltà nell’agganciarsi al modulo lunare, gli astronauti Shepard, Roosa e Mitchell sono ora in viaggio verso la Luna, il sesto equipaggio a compiere quest’impresa negli ultimi 25 mesi.

Dopo un rinvio di 40 minuti dovuto alle condizioni meteo, alle 22:03 italiane il potente razzo vettore Saturn V con a bordo i tre astronauti è decollato dalla rampa 39A del Kennedy Space Center, lasciandosi alle spalle in pochi minuti la costa atlantica della Florida.
Questa è stata la prima volta che un lancio del programma Apollo ha subito un rinvio, dovuto alle nuove regole di lancio, rese più rigide dopo che il Saturn V di Apollo 12 venne colpito da due fulmini entro i primi 50 secondi dal decollo.

Il Saturn V si stacca dalla rampa 39A.

Con un peso al decollo di 2.951 tonnellate, di 1,7 superiore alla precedente missione, quello di oggi è stato il decollo più pesante mai effettuato da un razzo vettore statunitense e, in mancanza di informazioni certe dall’URSS, forse al mondo.
Con questo peso il potente Saturn V impiega ben 16 secondi per arrivare a 100 km/h, ma consumando man mano il carburante e liberandosi dei primi due stadi, il terzo e ultimo stadio raggiunge la velocità orbitale di 27.000 km/h in poco più di 11 minuti.

Illustrazione delle manovre di separazione, allontanamento e rotazione, aggancio ed estrazione.

Raggiunta un’orbita di parcheggio di circa 190 km di altitudine, dopo la verifica dello stato dei sistemi, i controllori di volo a Houston hanno dato il consueto go! per la manovra translunare (TLI), che è avvenuta a 2 ore e mezza dal lancio con la riaccensione del propulsore J-2 del terzo stadio S-IVB. Nei sei minuti successivi il razzo ha accelerato fino a raggiungere i 39.000 km/h necessari a sfuggire all’attrazione gravitazionale terrestre, iniziando quindi il viaggio di 3 giorni verso la Luna.
Come da programma quindi la navicella Apollo, battezzata Kitty Hawk, manovrata da Roosa, si è staccata dallo stadio S-IVB, allontanandosi di un centinaio di metri per ruotare di 180° e tornare verso lo stesso, di muso per agganciare ed estrarre il modulo lunare (LM) Antares dal suo alloggiamento.

Il test di aggancio tra il CM (sotto) e il LM (sopra) avvenuto al KSC nelle settimane precedenti il lancio, si nota il sistema di cattura esteso.

La manovra di aggancio, che nelle cinque missioni precedenti è perfettamente riuscita al primo colpo, questa volta è fallita per ben cinque volte. Nonostante Roosa manovrasse la capsula con il sistema di cattura e aggancio perfettamente allineato, i 12 fermi meccanici che avrebbero dovuto agganciare e bloccare il modulo di comando (CM) con il LM continuavano a non scattare. Dopo un paio d’ore, con la tensione che cominciava a crescere, si è deciso di provare l’aggancio con il sistema di cattura retratto (non esteso come dovrebbe essere normalmente) e applicando una spinta superiore con i propulsori per dare un colpo ben più forte di quanto già provato.
Finalmente quindi, al sesto tentativo e con un gran sollievo per la missione lunare, gli astronauti hanno sentito scattare in sequenza tutti i fermi meccanici tra le due capsule, a conferma della corretta manovra di aggancio.

Il terzo stadio S-IVB abbandonato alla deriva visto dal CM con in primo piano gli ugelli di un set per il controllo dell’assetto del LM.

Estratto finalmente il LM, la navicella Apollo si è allontanata definitivamente dallo stadio S-IVB, che in seguito è stato posto in una traiettoria diretta di impatto sulla superficie lunare. L’impatto previsto dovrebbe provocare onde sismiche che verranno registrate dalle strumentazioni scientifiche ALSEP lasciate dagli astronauti di Apollo 12.

Nei prossimi giorni i tecnici NASA dovranno analizzare quanto accaduto per dare il consenso alla separazione del LM prima dell’atterraggio sulla Luna. Infatti terminata l’escursione sulla superficie, la stessa manovra di aggancio dovrà essere ripetuta in orbita lunare, per consentire il ritorno di Shepard e Mitchell nel modulo di comando. Gli astronauti, grazie a quanto sperimentato durante la missione Apollo 9, nell’impossibilità di trasferirsi da un modulo all’altro attraverso il tunnel interno di collegamento, sono comunque addestrati a compiere il trasferimento dall’esterno compiendo un’attività extraveicolare. Cosa che i sovietici hanno già effettuato nel gennaio 1969, quando i cosmonauti Aleksej Eliseev ed Evgenij Chrunov sono usciti dalla Sojuz 5 con cui erano decollati, trasferendosi alla Sojuz 4 con a bordo il compagno Vladimir Šatalov, con cui effettueranno il ritorno a Terra.

Il video del primo tentativo di aggancio tra CM e LM.

L’arrivo in orbita lunare è previsto per il 4 febbraio.

Foto credit: NASA.

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Simone Montrasio

Appassionato di astronautica fin da bambino. Dopo studi e lavoro nel settore chimico industriale, per un decennio mi sono dedicato ad altro, per inserirmi infine nel settore dei materiali compositi anche per applicazioni aerospaziali. Collaboro felicemente con AstronautiNEWS dalla sua fondazione.