Jim Bridenstine lascerà la NASA

Jim Bridenstine
L'amministratore della NASA Jim Bridenstine presso la NASA Michoud Assembly Facility a New Orleans nel dicembre del 2019. Credit: NASA/Bill Ingalls

Con una dichiarazione che ha lasciato scontenti molti sostenitori e addetti del settore, Jim Bridenstine, attuale amministratore NASA, ha annunciato l’intenzione di dimettersi anche nel caso in cui il presidente eletto Joe Biden dovesse chiedergli di proseguire l’attività di direttore dell’agenzia.

Come riportato dalla giornalista Irene Klotz di Aviation Week, Bridenstine ha spiegato quanto sia fondamentale avere una solida e forte relazione con il presidente degli Stati Uniti per poter svolgere al meglio il proprio lavoro e come, nell’attuale situazione, possa non essere la persona adatta a proseguire in questa attività.

Nonostante queste dichiarazioni possano sembrare sorprendenti è in realtà consuetudine che l’amministratore NASA cambi con l’insediamento di un nuovo presidente. Bridenstine è stato infatti deputato per il partito Repubblicano nel Congresso per lo stato dell’Oklahoma fino all’aprile del 2018 ed è stato nominato direttore dell’agenzia spaziale americana dal presidente Trump nel settembre del 2017. Esiste un solo caso nella storia nel quale il direttore della NASA venne confermato anche a seguito di un cambio della presidenza: si tratta della figura di Dan Goldin, nominato da George H. W. Bush nell’aprile del 1992 e che rimase direttore dell’agenzia fino a novembre 2001, sotto la presidenza del democratico Bill Clinton.

Sebbene le questioni politiche abbiano sicuramente giocato un ruolo fondamentale nella sua nomina prima e in questa decisione poi, Bridenstine è stato comunque in grado di porsi come un vero amministratore NASA e non come un rappresentante politico della presidenza Trump, come affermato anche da John Logsdon, storico ed esperto dell’agenzia spaziale americana sin dall’anno della sua creazione nel 1958.  

In un’intervista Logsdon ha inoltre dichiarato come la gestione Bridenstine sia stata un successo, andando ben oltre le aspettative di ognuno e riuscendo a guidare l’agenzia in un momento storico difficile e pieno di incertezze. Secondo Logsdon sono due i principali successi del tredicesimo direttore di NASA: essere riuscito a stabilizzare il programma Artemis per riportare l’uomo sulla Luna, delineando un supporto bipartisan al progetto, e a concretizzare le attività dei nuovi partner commerciali cambiando in modo netto il ruolo dell’agenzia per gli anni a venire.

Jim Bridenstine a una conferenza sul programma Artemis al 70º Congresso Astronautico Internazionale, nell’ottobre del 2019 a Washington. Credit: NASA/Bill Ingalls

La direzione che la NASA seguirà nei prossimi anni sotto la nuova amministrazione non è ancora ben definita, anche se alcune indiscrezioni riportano l’intenzione di proseguire il programma Artemis, sebbene gli obiettivi possano essere posticipati, contemporaneamente a un incremento di fondi per le ricerche scientifiche legate allo studio della Terra. Bridenstine ha infatti finora cercato di accelerare i tempi per rendere concreto il progetto di riportare astronauti sulla Luna entro il 2024, ma il successo e l’approvazione di questo obiettivo erano già stati messi in dubbio anche prima della vittoria di Biden alle elezioni presidenziali. La richiesta di fondi da parte dell’amministrazione Trump al Congresso per il 2021 è stata infatti di 25,2 miliardi di dollari, inclusi 3,2 miliardi per sviluppare il sistema di atterraggio per portare gli astronauti sulla superficie lunare. L’istanza è però rimasta in sospeso in quanto il Congresso non ha approvato il bilancio per il prossimo anno fiscale facendo rimanere l’agenzia in un limbo, in attesa di una decisione definitiva. Attualmente l’ente spaziale americano continua a lavorare grazie a una risoluzione che limita la propria capacità di intraprendere nuovi programmi o espandere quelli esistenti poiché fissa i limiti di spesa ai livelli dell’anno fiscale corrente.

In attesa di vedere quale strada imboccherà l’agenzia, ciò che è certo è che Bridenstine, a meno di dimissioni anticipate che porterebbero alla nomina da parte del Senato di un amministratore ad interim, rimarrà direttore fino al 21 gennaio 2021, data in cui Joe Biden sarà ufficialmente nominato 46º presidente degli Stati Uniti d’America.

Fonte: Parabolic Arc, Ars Technica

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Giacomo Zanardi

Atleta, Allenatore, Ingegnere spaziale. Adoro mangiare e viaggiare, correre, andare in bicicletta, raggiungere le vette delle montagne. Un po' sognatore, un po' con la testa tra i pianeti, ma con i piedi per Terra