Si è svolto online l’ESTEC Open Day 2020
Tra gli enti e le istituzioni colpite dalla pandemia di COVID-19 vi è anche l’Agenzia Spaziale Europea, e in particolare il più grande dei suoi stabilimenti, ovvero ESTEC, il Centro Europeo per la Ricerca e la Tecnologia spaziale, che oltre a imporre il telelavoro alla maggior parte dei suoi dipendenti si è visto costretto a cambiare le modalità di svolgimento del suo annuale open day.
È diventato ormai un’abitudine per i volontari di ESTEC dedicare la prima domenica di ottobre ad accogliere visitatori da tutto il mondo, per mostrare al pubblico cosa si cela dietro i cancelli del sito di Noordwijk, nei Paesi Bassi. L’anno scorso anche AstronautiNEWS ha avuto la possibilità di parteciparvi di persona; mentre quest’anno l’accoglienza è avvenuta online, attraverso un auditorium virtuale, tramite cui i partecipanti hanno potuto interagire tra loro e assistere alle diverse sessioni.
L’evento è stato inaugurato da un video messaggio di Jan Wörner, attuale direttore generale dell’ESA, il quale ha sottolineato il tema di questo particolare open day: l’ambiente e la volontà dell’agenzia di dare l’esempio nella transizione verso un’industria più verde e sostenibile. Un’altra presentazione di benvenuto, questa volta dal vivo, è stata co-ospitata da Franco Ongaro, direttore di ESTEC, e dall’astronauta André Kuipers, molto popolare nei Paesi Bassi, il quale ha tenuto un breve discorso in lingua nederlandese. Ongaro si è detto dispiaciuto di non aver potuto accogliere i visitatori di persona, ma allo stesso tempo felice del fatto che l’alternativa virtuale ha protetto i partecipanti dai capricci del meteo olandese, spesso avverso in questo periodo dell’anno.
Dopo il benvenuto, il pubblico è stato incoraggiato a spostarsi all’interno di stanze virtuali a tema per assistere alle diverse presentazioni. Sono stati diversi gli argomenti coperti, ma gli ospiti sono stati soprattutto accompagnati in un tour virtuale di molti degli angoli più noti di ESTEC, tra cui il laboratorio HERTZ per i test di radiofrequenza e il “corridoio arcobaleno”, dove si trovano esposti alcuni cimeli come un modello funzionante dell’interfaccia di attracco della navetta Soyuz e un prototipo di struttura in regolite per una futura base lunare realizzato tramite una tecnica di stampa 3D.
Tra gli altri luoghi visitati diverse piccole chicche, come le fondamenta dello shaker Hydra (il più grande shaker elettrodinamico del sito): questo colossale dispositivo viene usato per testare i satelliti più grandi, come ad esempio Envisat, sottoponendoli a vibrazioni paragonabili a quelle che verrebbero incontrate durante il lancio. Inoltre, abbiamo visto il “pavimento più piatto d’Europa”, dove si simulano movimenti relativi tra oggetti in condizioni di microgravità, e un dimostratore di torre di caduta funzionante, situato nell’High Bay, il piccolo museo situato all’interno dell’edificio Erasmus.
Diversi anche gli ospiti speciali presenti all’evento: oltre al già citato André Kuipers, anche Luca Parmitano e Samantha Cristoforetti si sono collegati all’evento per rispondere ad alcune domande del pubblico e per parlare delle loro personali esperienze durante l’addestramento e le missioni spaziali. Inoltre, lo youtuber scozzese Scott Manley, famoso per il suo canale YouTube a tema videogiochi spaziali, ha condotto una sessione di gioco del popolare Kerbal Space Program assieme a scienziati e ingegneri dell’ESA.
Il tema ambiente è stato poi toccato in diversi modi, oltre che dalle presentazioni dei vari esperti ospitati: da specialisti in mitigazione dei detriti spaziali, navigazione satellitare, osservazione della Terra fino ai programmi di sicurezza spaziale per il futuro dell’industria spaziale europea.
In aggiunta, i partecipanti all’evento hanno potuto assistere a una sessione di presentazione delle possibilità di lavoro e carriera in ESA e dei diversi programmi di studio, ricerca e tirocinio da parte degli addetti alle risorse umane, nonché una serie di presentazioni dell’education office, cioè quella sezione dell’agenzia che si occupa di ispirare alunni e studenti degli stati membri e prepararli a un lavoro nel settore spaziale.
Nonostante le lievi difficoltà tecniche e la mancanza dei contatti di persona, è stato un evento ben organizzato, di cui gran parte del merito va evidentemente ai volontari che si sono preoccupati di moderare le sessioni e assistere il pubblico. Interessante anche il livello delle presentazioni, rivolte a un pubblico generale ma in grado di stuzzicare anche i più curiosi. Dispiace solamente la relativa breve durata dell’evento e l’aver dovuto necessariamente scegliere a quali sessioni partecipare tra le diverse svoltesi in parallelo. Ciononostante, le diverse presentazioni dovrebbero venire caricate su YouTube in un secondo momento.
Nel congedare i partecipanti all’evento, Franco Ongaro ha lanciato un arrivederci all’open day dell’anno prossimo, esprimendo la volontà di mantenere una parte dell’evento in digitale nella speranza di raggiungere le molte persone appassionate nei luoghi più distanti. Invitiamo pertanto i nostri lettori a non perdere la prossima preziosa opportunità, sia questa di persona o virtuale, di visitare ESTEC e spendere una giornata all’insegna della ricerca e dell’esplorazione spaziale.
Ove non diversamente indicato, questo articolo è © 2006-2024 Associazione ISAA - Leggi la licenza. La nostra licenza non si applica agli eventuali contenuti di terze parti presenti in questo articolo, che rimangono soggetti alle condizioni del rispettivo detentore dei diritti.