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Marte è vicino anche per Rosalind Franklin

Credit: NASA/JPL/USGS

Questa estate quasi 2 miliardi di persone hanno avuto la possibilità di fregiarsi di un vanto patriottico vedendo la propria nazione partecipare, direttamente o indirettamente a una missione su Marte. Cina, Stati Uniti e Emirati Arabi hanno costruito e inviato ognuno una sonda, al momento in viaggio nello spazio interplanetario a poche decine di milioni di chilometri da Marte, mentre il Giappone ha fornito il lanciatore per la missione araba.

Europa e Russia sono rimaste a guardare con l’amaro in bocca. La seconda parte della missione ExoMars prevista inizialmente per il 2018 e successivamente per il 2020, è stata ulteriormente rimandata al 2022 per motivi tecnici. Quest’ultimo rinvio è stato una delusione per molti appassionati, che seguivano i progressi della preparazione. La missione, infatti, vede l’Italia in prima linea con Thales Alenia Space tra i principali appaltatori, occupandosi della costruzione e dell’assemblaggio del rover nel suo centro tecnologico a Torino.

È proprio qui, nel capoluogo piemontese, che si trovava Rosalind Franklin (questo è il nome ufficiale del rover) tra aprile e settembre. In questo periodo ha svolto un’intensa attività di test in una delle camere più sterili al mondo. Questa caratteristica deriva dalla necessità di evitare ogni tipo di contaminazione da parte di qualsiasi microbo terrestre di un dispositivo che va a cercare tracce biologiche su altri pianeti. Nella clean room di Thales Alenia Space, infatti, l’aria che circola è purificata a un livello superiore di quella nelle sale chirurgiche ospedaliere per interventi a cuore aperto. Anche gli operatori subiscono vari processi di pulizia prima di entrare in sala e indossano speciali indumenti chiamati in gergo bunny suits, letteralmente costumi da coniglio, che sono tute in tessuto particolare, adatte a queste misure cautelari.

I tecnici in bunny suits nella clean room di Torino. Credit: ESA.

Da Torino il rover è stato impacchettato e spedito a Cannes. Anche durante questa procedura sono state prese misure di precauzione di alto livello per evitare contaminazione agli strumenti, a cui si sono aggiunte ulteriori procedure precauzionali eccezionali contro la diffusione del nuovo coronavirus tra gli ingegneri addetti alle operazioni.

In Francia, Rosalind Franklin e Kazačok, la piattaforma di atterraggio fornita da Roskosmos, si uniranno di nuovo a fine mese, e verranno sottoposti a una nuova serie di test, come controlli termici, acustici, sottovuoto, e un’apertura di prova dei pannelli solari. Alcune operazioni potranno essere svolte da remoto, come è ormai solito fare per molte aziende in questo turbolento 2020.

La missione, salvo imprevisti, partirà nel 2022 e il rover, una volta atterrato sulla superficie, verrà gestito e comandato dal ROCC (Rover Operations Control Centre) di Torino. Imprevisti possono sempre succedere, ma gli esperti di ESA sono costantemente al lavoro per mitigare i rischi in tutte le fasi della missione, raggiungendo compromessi che, a volte, possono sembrare scelte ingenue ai non addetti ai lavori.

Infografica dell’orbita di trasferimento tra la Terra e Marte. Credit: ESA.

Uno di questi compromessi è la scelta del periodo di lancio, molto ridotto rispetto ad altre missioni simili partite quest’anno per Marte. Ci saranno infatti solo 12 giorni di tempo per il decollo, nei giorni tra il 20 settembre e il 1º ottobre 2022. Per la precisione, la prima finestra di lancio del periodo si aprirà il 20 settembre 2022 alle 16:10 ora italiana. Segnate fin d’ora questo evento nel vostro calendario o affidatevi alla nostra sempre aggiornatissima AstronauticAgenda!

Tale compromesso deriva dalla volontà di ottenere le migliori condizioni di crociera durante le prime fasi di viaggio. Sarebbe stato possibile optare per altre traiettorie Terra-Marte, che avrebbero garantito una finestra di lancio più ampia e avrebbero massimizzato le chance di partire nel 2022, ma si è preferito dare la precedenza alla sicurezza della sonda durante il LEOP, Launch and Early Orbit Phase, cioè alle prime fasi di volo dove si devono tenere sotto controllo, tra le altre cose, i parametri termici, energetici e l’orientamento della sonda.

Ha pesato molto sulla scelta anche la capacità di riuscire a comunicare efficacemente con ExoMars. Estendere la finestra di lancio avrebbe portato, a seconda della data di partenza, a comunicazioni di qualità leggermente inferiore, ma si è preferito scegliere un percorso nel quale avere contatti ininterrotti con la sonda durante il LEOP. Un’altra conseguenza legata al periodo prescelto è la necessità di svolgere un numero maggiore di manovre correttive, ma questo è un fattore che non costituisce un rischio sensibile nel profilo della missione.

La data di arrivo è fissata, indipendentemente dal giorno preciso della partenza: 10 giugno 2023 alle 17:32. Segnate anche questo evento nel calendario! Il meteo marziano sembra favorevole, nel senso che non sono previste tempeste di sabbia globali in quel periodo, ma tutto può accadere.

Il lander e il rover saranno alimentati a pannelli solari e non potranno sopravvivere a lungo se qualcosa offuscasse il Sole. Possono naturalmente resistere per qualche giorno a piccole tempeste, e potranno continuare le operazioni anche con un piccolo strato di sabbia sopra i pannelli, ma queste incognite spiegano perché sarà importante raggiungere gli obiettivi scientifici principali il prima possibile.

Il rover è progettato per durare almeno 7 mesi sulla superficie di Marte, ma ogni giorno aggiuntivo di vita costituirà un tassello supplementare alla conoscenza che abbiamo del Pianeta Rosso. Le tempeste di sabbia globali su Marte sono un evento distruttivo per le sonde di superficie alimentate a pannelli solari, e si ripetono con un ciclo ancora poco compreso, orientativamente attorno ai 10 anni. Nel 2018 una di queste tempeste interruppe la missione di Opportunity, al momento la più lunga sulla superficie di Marte. La prossima serie di tempeste potrebbe avvenire all’inizio del 2026 o del 2028, e per allora Rosalind Franklin dovrebbe aver raggiunto tutti gli obiettivi prefissati.

Eventi di ottobre 2020 a cura di NASA JPL, tra cui anche opposizione e minima distanza di Marte.

Per il momento possiamo rimanere a osservare Marte da casa, dato che il Pianeta Rosso in questo periodo offre nei nostri cieli (meteo permettendo) un bello spettacolo che non si ripeterà molto presto. Marte è infatti molto brillante nel cielo notturno nel mese di ottobre, a causa della sua relativa vicinanza alla Terra.

Il 14 ottobre (precisamente alle 1:18 di notte) il pianeta sarà in opposizione, il che vuol dire dalla parte opposta rispetto al Sole dal punto di vista di un osservatore sulla Terra. Se le orbite di Terra e Marte fossero circolari, l’opposizione sarebbe anche il momento in cui è più vicino alla Terra. A causa dello schiacciamento delle orbite, però, il giorno di massima vicinanza tra i due pianeti non coincide precisamente con l’opposizione: quest’anno è stato il 6 ottobre, nel primo pomeriggio, quando Marte si trovava a 62,07 milioni di chilometri della Terra. Bisognerà aspettare il 2035 affinché torni così vicino.

Fonti:

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