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La Russia punta su Amur, il suo primo razzo riutilizzabile

Il primo stadio del razzo Amur in rientro – Credits: TASS/Roskosmos

All’inizio del mese di ottobre l’agenzia di stampa TASS ha diffuso la notizia che Roskosmos sta per investire circa 70 miliardi di rubli (circa 770 milioni di euro) per il progetto Amur, il primo razzo riutilizzabile della Russia.

Secondo quanto dichiarato dal direttore esecutivo per la pianificazione di lungo periodo di Roskosmos, Alexander Blošenko, il vettore sarà alimentato a ossigeno e metano liquidi, ed esordirà nel 2026.

Lo scorso lunedì 5 ottobre Roskosmos e il Progress Space Rocket Centre hanno sottoscritto un contratto per lo sviluppo del concept Amur-SPG di Progress, che dovrebbe evolvere nel design del vero e proprio razzo riutilizzabile Amur.

Il profilo di volo di un Amur. Impressionante la somiglianza con le modalità operative del Falcon 9 di SpaceX – Credits: TASS/Roskosmos

«Secondo i piani dobbiamo assicurare il primo lancio di Amur nel 2026. Si tratterà di una missione con un carico utile» ha affermato Blošenko, che ha poi aggiunto che i test preliminari del nuovo motore a razzo alimentato a metano dovrebbero concludersi entro il 2024.

L’infrastruttura per il lancio del vettore Amur sarà costruita al cosmodromo di Vostočnyj, all’estremo più orientale della Federazione Russa, nell’Oblast che porta lo stesso nome del lanciatore. La costruzione della rampa sarà portata avanti in parallelo con lo sviluppo del razzo, e dovrebbe essere completata poco prima del primo lancio.

Amur avrà un peso al decollo di circa 360 tonnellate, sarà alto 55 metri per un diametro di 4,1 metri, e potrà montare ogive fino a 5,1 metri di diametro. Il veicolo di lancio sarà costituito da un primo stadio riutilizzabile dotato di cinque motori a metano/ossigeno RD-0169A sviluppati dal Voronezh Design Bureau, che dovrebbero garantire 100 tonnellate di spinta ciascuno. Il secondo stadio invece sarà a perdere, ma anch’esso utilizzerà metano e ossigeno come propellenti. Il propulsore sarà un RD-0169V con una spinta di 110 tonnellate.

Il rendering del lanciatore Amur diffuso dall’agenzia TASS – Credits: TASS/Roskosmos

Amur potrà volare sia in versione riutilizzabile sia a perdere. Nel primo caso sarà in grado di sollevare fino a 10,5 tonnellate di carico utile in LEO (Low Earth Orbit – Orbita Terrestre Bassa), mentre nel secondo il payload potrà salire fino a 12,5 tonnellate.

Il rientro a terra dei primi stadi dovrebbe avvenire su piazzole appositamente realizzate e situate nel territorio di Chabarovsk, vicino alla costa del mare di Ochotsk. Al momento non sembra pianificato un rientro su piattaforma navale.

I costi del servizio

Secondo quanto ha dichiarato Blošenko, per la prima volta la Russia si trova a progettare un vettore il cui sviluppo dovrà rispettare un preciso budget, e il cui costo “entry level” per un lancio non dovrà superare i 22 milioni di dollari statunitensi. L’ufficiale di Roskosmos ha anche spiegato che un dettagliato business plan sarà redatto più avanti, durante i lavori di progettazione veri e propri.

«Coinvolgeremo come contractor aziende specializzate capaci di determinare le esatte condizioni alle quali sarà possibile offrire questo prezzo di lancio, e come ripagare i costi sostenuti per realizzare il progetto, tenendo in considerazione lo stato del mercato dei servizi di lancio».

Le analogie con la tecnologia di SpaceX

Dalla descrizione delle caratteristiche di Amur ricavabili da un attento esame delle infografiche diffuse da Roskosmos, le analogie tra il nuovo lanciatore russo e il Falcon 9 di SpaceX sono evidenti. Anche la scelta del metano come propellente, analoga a quanto fatto da SpaceX per i motori Raptor delle Starship/Superheavy, è interessante.

Identici, sulla carta, sembrano anche il sistema delle gambe di atterraggio e la posizione delle griglie aerodinamiche (grid fin) che peraltro SpaceX aveva mutuato a sua volta proprio da quelle presenti praticamente da sempre sui razzi russo/sovietici, che le avevano introdotte per primi come elementi stabilizzatori.

Elon Musk non ha mancato di far sentire la sua opinione tramite Twitter.

«È un passo nella giusta direzione, ma dovrebbero davvero puntare alla completa riusabilità nel 2026. Avrebbe anche senso progettare un razzo più grande, per pura economia di scala. L’obiettivo dovrebbe essere minimizzare i costi per tonnellata utile in orbita, altrimenti offrirà servizi solo a un mercato di nicchia» ha scritto il fondatore di SpaceX, riferendosi al razzo Amur.

Fonte: TASS.

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