Cygnus NG-14: un passo avanti oltre l’orbita terrestre bassa
Lo scorso 5 ottobre il veicolo cargo Cygnus NG-14 ha raggiunto la sua destinazione, consegnando alla Stazione Spaziale Internazionale circa 3.500 kg di approvvigionamenti (cibo fresco e beni di prima necessità), ricerche scientifiche, pezzi di ricambio, dimostratori tecnologici e non solo. Dalla Cupola, la finestra sul mondo, il cosmonauta Ivan Vagner ha monitorato la telemetria e l’avvicinamento di Cygnus, mentre Chris Cassidy (comandante della Expedition 63) ha operato il braccio robotico Canadarm2 per la cattura del veicolo, avvenuta quando in Italia erano le 11:32.
Successivamente e da remoto, la navicella è stata agganciata al modulo statunitense Unity diventando così parte integrante del laboratorio orbitante. Essa rimarrà fino al mese di dicembre, a supporto della prossima Expedition 64, che vedrà impegnati gli equipaggi della Sojuz MS-17 e SpaceX Crew-1 a partire da metà ottobre.
Il lancio, inizialmente pianificato per il 30 settembre, è stato rimandato di qualche giorno, prima a causa del maltempo e poi per via di un guasto a terra, verificatosi a meno di 3 minuti dalla partenza. A parte questi piccoli imprevisti, nella notte italiana del 3 ottobre, alle 03:16 per la precisione, il vettore Antares 230+ è decollato regolarmente dalla base di lancio della NASA a Wallops Island in Virginia e in meno di 9 minuti ha inserito con successo in orbita la navicella cargo.
Con Cygnus NG-14 Northrop Grumman, una delle aziende che forniscono servizi alla NASA, sta già effettuando la terza delle 6 missioni di rifornimento del laboratorio orbitante commissionate con la stipula del contratto Commercial Resupply Services-2, a differenza degli altri contraenti, SpaceX e Sierra Nevada Corporation, che sono ancora a quota zero. Ma se SpaceX è vicina al lancio d’esordio della Cargo Dragon di seconda generazione (missione SpaceX CRS-21), ciò non si può dire per Sierra Nevada e del suo Dream Chaser, il cui debutto è atteso non prima del terzo trimestre 2021.
Northrop Grumman mantiene fede alla sua tradizione di dedicare il modulo pressurizzato, costruito peraltro a Torino da Thales Alenia Space, a una persona che si è ritagliata un ruolo di rilievo nella storia dei voli spaziali umani. Stavolta la scelta è ricaduta sull’astronauta Kalpana Chawla, poiché è stata la prima donna di origine indiana ad andare nello spazio, prendendo parte alla missione STS-87 con lo Space Shuttle Columbia. Il suo nome resterà tristemente legato proprio a questa navetta e alla missione STS-107, conclusasi tragicamente la mattina del 1º febbraio 2003, quando il Columbia si disintegrò durante il rientro atmosferico non lasciando scampo ai 7 astronauti a bordo. Tuttavia il lavoro di ricerca svolto da Kalpana Chawla in quell’ultimo volo non fu vano, in quanto contribuì a comprendere meglio lo stato di salute degli astronauti che vivono nello spazio, e ancora oggi sulla Stazione Spaziale Internazionale si conducono studi di questo tipo.
Un assaggio di futuro
È risaputo: la Stazione Spaziale Internazionale è il trampolino di lancio che porterà l’uomo oltre l’orbita terrestre bassa. Sfogliando l’inventario dei beni presenti nella stiva di Cygnus NG-14, molto probabilmente il più curioso è il Sistema universale per la gestione dei rifiuti, in pratica una sofisticata toilette spaziale di nuova generazione. La particolarità di questo sistema è nel suo stesso nome: universale, ovvero può avere diversi campi d’applicazione e operare per brevi o lunghi periodi. La toilette, infatti, è stata progettata sia per essere installata nelle navicelle sia nelle stazioni spaziali, dove si integrerà nei complessi sistemi del supporto vitale e di recupero dell’acqua.
Per arrivare a questo punto, è stato necessario correggere i difetti dei due servizi igienici presenti nel laboratorio orbitante e per fare ciò gli ingegneri si sono avvalsi dell’aiuto degli astronauti, cioè gli utilizzatori finali. La nuova toilette è più leggera e compatta della precedente, ma si spera che sia anche più ergonomica, funzionale e affidabile, risparmiando tempo prezioso in manutenzione e rendendola più confortevole da utilizzare per le donne. L’unico modo per convalidare queste caratteristiche è un test sul campo, prima sulla Stazione e poi su Orion, con gli astronauti diretti verso la Luna.
Nelle scorse settimane l’astronauta della NASA Chris Cassidy ha iniziato a configurare il modulo Tranquility in previsione dell’installazione della nuova toilette. Sarà collocata proprio accanto a quella già preesistente e verrà incontro alle esigenze di equipaggi sempre più numerosi che vivranno sulla Stazione. Successivamente avrà inizio il ciclo di test preliminare di breve durata, con un utilizzo quotidiano di almeno 3 astronauti (tra uomini e donne) e rilevazioni varie (ad esempio la rumorosità) per due periodi di 30 giorni ciascuno, durante i quali si valuteranno due differenti sedute.
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