La NASA testa il booster del futuro SLS
Nell’ambito di tutti i processi legati alla realizzazione del nuovo mastodontico vettore della NASA Space Launch System (SLS), destinato a condurre le missioni del programma Artemis verso la Luna, i team ingegneristici nel deserto dello Utah stanno valutando i materiali e i processi da impiegare nei booster destinati alle missioni successive ad Artemis 3.
L’ente spaziale statunitense ha completato lo scorso mercoledì 2 settembre un test in scala reale nel sito di test T-97 della Northrop Grumman presso Promontory, nello Utah, su di un booster destinato al razzo SLS. I dati raccolti nel corso di questa accensione verranno utilizzati dalla NASA e dalla Northrop Grumman, il principale appaltatore per la costruzione del booster, per valutare la performance del motore nel quale sono stati utilizzati dei nuovi materiali e dei nuovi processi produttivi potenzialmente impiegabili per la costruzione dei booster in futuro.
NASA e Northrop Grumman avevano in precedenza completato tre test di sviluppo del motore più altri due test di qualifica. Il test di mercoledì, denominato Flight Support Booster-1 (FSB-1), si basa sui risultati delle precedenti accensioni con l’introduzione di un nuovo ingrediente per la mescola del propellente solido, proveniente da un nuovo fornitore ed è strutturalmente identico ai booster che verranno usati per i lanci del nuovo vettore della NASA. L’ex astronauta Charlie Precourt, ora vice presidente della sezione sistemi propulsivi della Northrop Grumman, ha spiegato che nella fattispecie si è inteso osservare il comportamento di una nuova tipologia di polvere di alluminio. I booster a propellente solido del sistema SLS bruciano polvere di alluminio combinata con perclorato di ammonio. Queste due sostanze vengono mescolate con una resina epossidica che polimerizza indurendosi, fino a ottenere la consistenza della gomma da matita, rimanendo comunque stabile fino al momento dell’accensione del razzo. Inoltre, gli ingegneri hanno testato dei nuovi materiali usati nell’ugello del motore. Alcune delle variazioni ingegneristiche di questo test potrebbero essere utilizzate a partire dal nono lancio di SLS.
La spettacolare accensione è avvenuta alle 21:05 italiane di mercoledì scorso ed è durata poco più di due minuti. Il gigantesco booster, lungo complessivamente 47 metri, è stato posizionato orizzontalmente nella struttura di test e ha sviluppato una spinta di circa 1.633 tonnellate a piena potenza. Il booster a cinque segmenti del programma SLS, è una versione estesa del propulsore solido impiegato per trent’anni dallo Space Shuttle.
Dai primi risultati, secondo quanto dichiarato da Bruce Tiller, manager del progetto dei booster dello SLS per la NASA, il test sembra essere andato secondo le previsioni. Gli ingegneri dovranno ora analizzare le telemetrie relative a temperature, pressioni, sforzi e altri parametri, tutti provenienti da diverse centinaia di canali.
I propulsori solidi per le prime tre missioni di SLS sono già stati costruiti o sono in fase di costruzione, inoltre sia la NASA sia la Northrop Grumman hanno delle rimanenze di segmenti provenienti dal programma Shuttle, per un totale di complessivi otto voli dello SLS. Se per ogni lancio dello Shuttle i segmenti venivano riutilizzati, per ogni lancio di SLS essi verranno dismessi.
I segmenti per i due booster destinati al primo volo di test non abitato dello Space Launch System sono arrivati al Kennedy Space Center lo scorso giugno, dopo un viaggio in treno dallo Utah. Essi verranno preparati per essere impilati sulla piattaforma mobile di lancio all’interno del Vehicle Assembly Building per la missione Artemis 1 una volta che lo stadio centrale avrà completato il test di accensione a piena durata del Green Run, presso lo Stennis Space Center in Mississippi nel corso di quest’anno. I due booster laterali a propellente solido forniranno circa tre quarti della spinta complessiva necessaria a SLS per sollevarsi dal pad di lancio.
«Questo test su larga scala rappresenta la prima accensione portata a temine dalla NASA e dalla Northrop Grumman fin dalla qualifica del progetto del booster per il razzo Space Launch System. I test sui booster a grandezza naturale sono rari, pertanto la NASA tende a raggiungere molteplici obiettivi durante un singolo test, in modo tale da aumentarne l’affidabilità in vista del giorno del lancio» ha concluso Tiller.
Fonti: NASA; Spaceflight Now
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