La Cina cerca partner per la realizzazione della futura base lunare
Il futuro dell’esplorazione lunare cinese sarà un avamposto abitato realizzato anche grazie a collaborazioni internazionali, tra cui Russia ed Europa che hanno già avviato la fase di discussione del progetto con l’agenzia spaziale cinese CNSA.
L’International Lunar Research Station (ILRS) sarà una base realizzata nei pressi del polo sud lunare. La sua struttura modulare, realizzata attraverso una serie di missioni automatiche a partire già da questo decennio, consentirà la partecipazione di partner internazionali, con l’obbiettivo di diventare permanentemente abitata a partire dalla seconda metà dei prossimi anni ’30.
Secondo un resoconto presentato al Comitato internazionale per l’utilizzo pacifico dello spazio (COPUOS) dell’ONU, il progetto ILRS prevede la «costruzione e mantenimento del primo avamposto condiviso lunare, che consentirà l’esplorazione scientifica a lungo termine della superficie e lo sviluppo di tecnologie per l’utilizzo delle risorse locali».
La proposta cinese riprende l’idea del Moon Village proposta qualche anno fa dal Direttore Generale dell’ESA Jan Wörner e implementa una proposta russa per una base permanente sulla Luna. Sia ESA sia Roskosmos hanno già raggiunto un primo accordo d’intesa con CNSA per definire un progetto di base dell’avamposto. Le tre agenzie spaziali hanno inoltre deciso di creare un comitato di coordinamento che, oltre a coinvolgere ulteriori agenzie, dovrà produrre entro due o tre anni i progetti esecutivi della ILRS.
Dal canto suo la Cina ha già destinato le future missioni Chang’e 6, 7 e 8 al progetto. Se infatti l’imminente missione Chang’e 5, prevista per novembre, riuscirà nell’impresa di riportare sulla Terra campioni di suolo lunare, la successiva missione 6 sarà indirizzata verso il polo sud tra il 2023/24. Chang’e 7 a sua volta compirà uno studio approfondito del polo, concentrandosi sulla topografia, ricerca di ghiaccio, composizione e condizioni ambientali. Infine nel 2027 Chang’e 8 testerà tecnologie per l’utilizzo delle risorse locali e la stampa 3D utilizzando il suolo lunare. Le missioni robotiche che seguiranno serviranno a testare e validare tecnologie riguardanti i supporti vitali ed eventuali moduli pressurizzati gonfiabili.
Per quanto riguarda Chang’e 7, la Cina ha già dato parere positivo a un accordo per avere a bordo alcuni esperimenti russi, ottenendo in cambio lo stesso privilegio per la prossima missione lunare russa Luna-26.
Come è risaputo, da quasi un decennio la NASA è interdetta da un emendamento del Congresso a intraprendere collaborazioni con la Cina, ma quest’ultima si augura che nel prossimo futuro questa restrizione governativa venga superata e che anche gli statunitensi si uniscano al progetto ILRS.
Per stabilire un primo avamposto umano a lungo termine sulla Luna, il polo sud risulta essere il candidato ottimale grazie a diversi fattori: l’esposizione permanente alla luce solare per la produzione di energia fotovoltaica, la presenza di ghiaccio all’interno di crateri perennemente in ombra, da utilizzare per produrre ossigeno e carburante, il contatto diretto con la Terra senza l’utilizzo di satelliti ponte.
Fonte: SpaceNews.
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