A partire dallo scorso 24 settembre il comando spaziale americano è in grado di fornire informazioni più precise circa la posizione dei detriti spaziali e, più in generale, degli oggetti in orbita. Questi dati permettono di poter prevedere con una maggiore precisione la potenziale collisione fra rifiuti spaziali consentendo così un controllo migliore dell’orbita terrestre.
Come dichiarato dal tenente colonnello Justin Sorice a capo del 18º squadrone per il controllo dello Spazio stanziato presso l’Air Force Base di Vandenberg in California, la Space Force americana può tracciare circa 25.000 oggetti fornendo dati più significativi e accurati rispetto al passato. Conoscere con precisione la posizione di questi elementi, la maggior parte dei quali sono detriti – i cosiddetti rifiuti spaziali, è di fondamentale importanza per garantire un corretto e sicuro accesso allo spazio. Il tenente colonnello ha anche aggiunto che solo 3.200 dei 25.000 oggetti monitorati sono satelliti attivi e che i nuovi dati che lo squadrone è ora in grado di fornire saranno resi disponibili agli utenti del famoso sito www.Space-Track.org.
Finora il 18º squadrone era dotato di capacità di previsione e di segnalazione limitate, ma, ha proseguito Sorice, ora tutti gli oggetti sono tracciati, incrementando così la capacità di previsione di potenziali collisioni tra satelliti attivi o tra satelliti e frammenti rimasti in orbita (un esempio in merito fu la manovra che il satellite europeo Aeolus effettuò nel settembre del 2019 per evitare un satellite Starlink). Al fine di garantire la sicurezza e il controllo degli oggetti in orbita, verranno anche introdotte modifiche nella segnalazione di potenziali collisioni. Questo permetterà di ridurre notevolmente il numero di falsi positivi e di comunicazioni non necessarie agli operatori satellitari o ai governi degli altri paesi. I nuovi processi per la segnalazione dei dati sono stati sviluppati in modo congiunto dallo U.S. Space Command e dall’organizzazione di analisi di rischio della NASA (CARA, Conjunction Assessment Risk Analysis organization). «Abbiamo ridotto i processi per migliorare l’efficacia delle comunicazioni rispetto a quanto facevamo precedentemente», ha dichiarato Sorice. L’analisi dei primi risultati ha evidenziato un aumento del 350% degli oggetti monitorati e una riduzione delle comunicazioni non necessarie di circa il 30%.
Contrariamente al passato quando solo per i satelliti attivi veniva svolta un’analisi di rischio collisione, ora il 18º squadrone è in grado di calcolare e prevedere l’interazione di ogni oggetto con qualsiasi altro elemento in orbita, inclusi i detriti e i rifiuti spaziali. Questo enorme passo in avanti è stato possibile grazie alla collaborazione della sopracitata organizzazione CARA, della NASA, e della Space Force, che hanno rispettivamente stabilito i criteri di analisi e realizzato il software di monitoraggio.
Il codice di analisi è stato realizzato dal gruppo di ricerca guidato dal sergente Bailey Bourque, responsabile tecnico della divisione di combattimento dello squadrone. In una dichiarazione alla stampa il sergente ha spiegato che ciò che è cambiato rispetto al passato è che in precedenza «non avevamo la potenza di elaborazione dati necessaria. Ora abbiamo aumentato l’efficienza dei nostri processi riadattandoli in modo da prevenire collisioni e applicandoli a tutti i detriti catalogati. Non abbiamo comprato un nuovo software, abbiamo riadattato il software che stavamo già usando facendo di più con quello che già abbiamo».
Fonte: SpaceNews