Nauka supera il collaudo finale, ad agosto l’invio a Bajkonur
«Važnaja i dolgoždannaja novost’», ossia «notizie importanti e tanto attese». Con queste parole l’agenzia spaziale russa Roskosmos ha reso noto il 10 luglio che il modulo russo Nauka destinato alla Stazione Spaziale Internazionale ha superato i test nella camera a vuoto e che può quindi – finalmente – essere spedito al cosmodromo di Bajkonur, in Kazakistan. Qui sarà preparato e sottoposto a ulteriori collaudi di routine, tappe necessarie prima di inserirlo nell’ogiva e integrarlo con il lanciatore pesante Proton-M. Se non ci saranno intoppi il lancio dovrebbe avvenire nel secondo trimestre 2021. Ma Nauka non raggiungerà da solo il laboratorio orbitante: con lui infatti partirà anche il braccio robotico europeo European Robotic Arm (ERA).
Sviluppato da Dutch Space per conto dell’Agenzia Spaziale Europea, ERA sarà in grado di spostarsi all’esterno di Nauka mediante 4 speciali perni di ancoraggio che costituiscono sia un’interfaccia elettrica sia meccanica. Grazie alle telecamere montate alle estremità il braccio potrà essere utilizzato per ispezionare le superfici esterne del segmento russo (ROS, Russian Orbital Segment), per manovrare con estrema precisione i carichi utili all’esterno del modulo, oltre che essere un prezioso strumento di supporto per i cosmonauti durante le attività extraveicolari (EVA).
In un’intervista radiofonica rilasciata a Komsomol’skaja Pravda, Dimitrij Rogozin (direttore generale di Roskosmos) aveva riferito: «siamo molto lieti di aver finalmente superato i test nella camera a vuoto. Ci sono alcuni piccoli problemi che dovrebbero essere eliminati entro il 23 luglio. E spero che il modulo andrà a Bajkonur quel giorno».
Dopo il susseguirsi di numerosi ritardi dovuti a problemi e imprevisti, figli di un progetto nato negli anni ’90, che ne hanno di volta in volta rimandato il lancio, sembrava che fosse finalmente definito il momento in cui vedere questo modulo in orbita. Ma il 26 luglio Anatolij Zak, autorevole e informato giornalista del settore spaziale russo, ha reso noto che Nauka non lascerà il Centro Chruničev di Mosca prima di metà agosto. Non è chiaro quali siano le cause di questo ennesimo cambio di programma e se avrà ripercussioni sulle tempistiche del lancio.
Al riguardo, il 31 luglio Roman Chochlov, vicedirettore generale del Centro Chruničev, ha parlato ai microfoni dei tanti giornalisti presenti alla conferenza stampa organizzata da Roskosmos presso la struttura, affermando che Nauka sarà inviato a Bajkonur il 6 agosto e che la sua preparazione per il lancio richiederà 9 mesi. Inoltre, con un pizzico di orgoglio, ha sottolineato che questo è il modulo più moderno e tecnologico mai costruito dalla Russia.
Intanto nei mesi scorsi è tornato in servizio l’idro-laboratorio presso il Centro di addestramento cosmonauti Jurij Gagarin a Città delle Stelle, in Russia, rimasto chiuso per poco più di 5 anni per lavori di ristrutturazione e ammodernamento. Analogamente a quanto accade nel Laboratorio di galleggiamento neutro della NASA al Johnson Space Center di Houston, qui i cosmonauti si addestrano per le passeggiate spaziali con la tuta russa Orlan. Nello specifico a Città delle Stelle è presente un modello del ROS che comprende anche Nauka.
Al momento diversi cosmonauti si stanno preparando sott’acqua per svolgere le complesse operazioni necessarie per l’installazione di Nauka. Si stima che saranno necessarie circa dieci EVA per far sì che il laboratorio orbitante sia pronto ad accogliere il nuovo modulo e permetterne la sua completa integrazione.
Perché Nauka è tanto importante?
Per i russi Nauka è un modulo chiave sia nell’immediato sia nel lontano futuro, quando la Stazione Spaziale Internazionale avrà ormai esaurito il suo compito.
«Non sappiamo come si svilupperà ulteriormente la Stazione Spaziale Internazionale. È probabile che questo Lego venga nuovamente smontato in parti, e che le strutture che hanno esaurito le loro risorse saranno smaltite mentre quelle non obsolete potranno restare», ha commentato Dimitrij Rogozin a Komsomol’skaja Pravda.
Configurazione attuale del segmento russo. Immagine: Wikipedia Commons Presentazione grafica del segmento russo dopo l’arrivo di Nauka. Immagine: Wikipedia Commons
Nauka prenderà il posto del modulo Pirs, che sarà così il primo componente della Stazione Spaziale Internazionale a essere dismesso e deorbitato. Per fare ciò verrà impiegata una navicella cargo Progress, dotata di un’avionica opportunamente modificata, che al momento del distacco si “porterà dietro” anche Pirs, liberando così il boccaporto inferiore di Zvezda. Questa operazione sarà comunque effettuata solo dopo che Nauka sarà in orbita, anche perché il suo avvicinamento al laboratorio orbitante richiederà circa 10 giorni.
Non si sa ancora quale navicella se ne occuperà. Potrebbe essere la Progress MS-15, che di recente ha raggiunto il laboratorio orbitante non senza qualche complicazione. Intanto Roskosmos e RKK Energija, l’azienda che si occupa, tra le tante cose, della costruzione di queste navicelle cargo, hanno fatto sapere che equipaggeranno anche la Progress MS-16 con l’avionica modificata, nel caso in cui ci fossero altri ritardi nel lancio di Nauka.
Il destino di un altro nuovo modulo dipende da quello di Nauka. Si tratta di Pričal, un modulo di attracco di forma sferica, caratterizzato dalla presenza di 6 portelli di attracco, 2 disposti in asse e gli altri 4 in modo radiale. Cinque di questi sono passivi, ovvero permettono l’aggancio di altri veicoli spaziali e moduli, e uno attivo, con cui Pričal si interfaccerà al boccaporto inferiore di Nauka. Questa particolare configurazione, simile a quella del modulo base della stazione sovietica Mir (DOS-7), rappresenta il fulcro per la prossima espansione del ROS.
Secondo l’attuale bozza del manifesto di volo, il lancio di Pričal dovrebbe avvenire nel terzo quadrimestre del 2021, o comunque 3-4 mesi dopo l’installazione di Nauka. Come già fatto in passato per consegnare alla Stazione Spaziale Internazionale i moduli Pirs e Poisk, sarà utilizzato un lanciatore Sojuz e un modulo di servizio modificato derivato dalla Progress, che ospita il sistema di propulsione, di navigazione e di alimentazione.
Tornando al presente, la Stazione Spaziale Internazionale sta entrando, per così dire, in nuovo “periodo storico”, caratterizzato dall’inizio dei voli commerciali delle nuove navicelle private, da Expedition (gli equipaggi che si alternano sulla Stazione) costituite da 7 persone e prossimamente anche dalla presenza a bordo di “turisti spaziali”.
Considerando che la Crew Dragon di SpaceX e la CST-100 Starliner di Boeing possono trasportare 4 astronauti alla volta verso il laboratorio orbitante, adesso i russi si ritrovano con uno o due posti “in più” sulla Sojuz, prima riservati ai loro partner internazionali, per far volare i loro cosmonauti. Ciò mette in evidenza alcune mancanze (e lacune) del segmento russo, ed è qui che entra in gioco in modo preponderante Nauka, grazie alle sue peculiarità.
Guardando attentamente le funzioni dei singoli moduli del laboratorio orbitante, si scopre che gli Stati Uniti, l’Europa e il Giappone hanno un luogo riservato agli studi e alle ricerche scientifiche, mentre la Russia no. Nauka, il cui nome significa “scienza”, va a colmare proprio questo vuoto. Sarà dotato anche di un piccolo airlock dove i cosmonauti inseriranno gli esperimenti che saranno poi esposti alle condizioni estreme dello spazio tramite l’impiego del braccio robotico europeo.
Roskosmos ha svelato nella sua rivista ufficiale Russkij Cosmos i primi esperimenti che troveranno posto dentro Nauka. Uno di questi analizzerà lo sviluppo degli embrioni nelle uova di quaglia, invece il secondo, Vampir (in italiano Vampiro), si occuperà della realizzazione in microgravità di cristalli per sensori a infrarossi. Sicuramente il terzo membro dell’equipaggio nel ROS darà un ulteriore spinta alla ricerca condotta nello spazio.
Ma non è tutto, perché Nauka è un modulo polifunzionale! Esso, infatti, riunisce una serie di funzioni che in precedenza erano affidate ad altri moduli russi, ma allo stesso tempo ne aggiunge altre nuove. Al suo interno trova posto la terza “camera da letto” e il secondo bagno del segmento russo, che si trovano nel modulo Zvezda. Tra i nuovi sistemi di supporto vitale è opportuno menzionare, in primis, quello che si occupa della generazione di ossigeno sufficiente per 6 persone, e infine quello che trasforma l’urina in acqua potabile.
Come narra Samantha Cristoforetti nel suo Diario di bordo, l’urina “prodotta” nel segmento russo viene accumulata in alcuni serbatoi, i quali sono periodicamente svuotati nel Sistema per il recupero dell’acqua installato nel modulo Tranquility. Esso si compone di due sottosistemi: lo Urine Processor Assembly e il Water Processor Assembly. Il primo si occupa di estrarre la maggior parte dell’acqua contenuta nell’urina, mentre il secondo di renderla potabile.
Fonti:
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Bhè, mi sembra una grande notizia, complimenti ai russi, spero tutto proceda senza intoppo!