SpaceX lancia con successo un satellite GPS III per la US Space Force
CAPE CANAVERAL – Nuovo successo per SpaceX, che lo scorso 30 giugno alle ore 22:20 italiane ha lanciato un Falcon 9 dallo Space Launch Complex 40, portando in orbita un satellite di posizionamento globale di nuova generazione per US Space Force, inanellando così il decimo lancio del 2020.
Il lancio fa parte del programma del Dipartimento di Difesa americano per rinnovare la costellazione di satelliti GPS attualmente in orbita che fu lanciata quasi 20 anni fa, ormai obsoleta a causa delle tecnologie sviluppate in questi anni. In particolare questo satellite andrà a pensionare uno dei più vecchi della costellazione.
Il satellite di nuova generazione, conosciuto come GPS III SV03, è stato costruito da Lockheed Martin, ha un peso di 4311 chilogrammi e fa parte della famiglia GPS III che monta un sistema di posizionamento tre volte più accurato e una migliore protezione da azioni di disturbo del segnale. Inoltre questa nuova generazione porta con sé altri aggiornamenti rispetto alla precedente: infatti il nuovo sistema GPS sarà in grado di comunicare con altri satelliti di navigazione come la costellazione europea Galileo. Tale tecnologia permetterà agli utenti di connettersi a molti più satelliti, permettendo un più accurato rilevamento della posizione. GPS III SV03, progettato per rimanere più a lungo in orbita rispetto alle precedenti generazioni, si unirà ad altri due satelliti di questo tipo che sono già in orbita. Uno di essi fu lanciato a bordo di un Falcon 9 nel dicembre 2018, mentre l’altro da un Delta IV Medium nell’agosto 2019.
Questa è stata la prima missione di SpaceX dedicata interamente alla US Space Force, che è stata fondata nel dicembre 2019 dal presidente Trump. Come il corpo della marina americana, che si trova sotto il controllo della US Navy, la Space Force è controllata dall’Air Force che sorveglia tutte le operazioni nell’atmosfera e nello spazio.
Neppure il settore spaziale è stato esente dagli effetti del Coronavirus: spazi piccoli e lavori da eseguire a stretto contatto nella fabbrica di Lockheed Martin in Colorado hanno costretto gli addetti a far slittare la data di lancio da aprile a giugno. Questo tempo aggiuntivo ha permesso ai vari team di sviluppare procedure per evitare la diffusione del virus, come l’impiego di divisori in plexiglas tra i lavoratori e un minor numero di personale.
La missione ha visto il lancio di un nuovo Falcon 9 e al contrario della prima missione GPS lanciata da SpaceX, è stato concesso il recupero del primo stadio, avvenuto a 632 km dalle coste della Florida sulla nave drone Just Read the Instructions appena 9 minuti dopo il liftoff, aggiungendosi così alla serie degli oltre 50 atterraggi avvenuti con successo.
Inoltre SpaceX ha tentato anche di recuperare l’ogiva del razzo, grazie a due navi drone, chiamate GO Ms. Tree e GO Ms. Chief, che tramite delle reti hanno tentato di afferrare al volo le due metà dell’ogiva le quali, sfortunatamente, hanno però mancato il bersaglio finendo in acqua per poi essere recuperate in buone condizioni dal team di SpaceX.
Il recupero e il riutilizzo dell’ogiva è molto importante per l’abbattimento del costo dei lanci per SpaceX, poiché essa costituisce il 10% del costo di produzione di un Falcon 9, corrispondente alla somma di 6 milioni di dollari circa. Ad oggi solo GO Ms. Tree è stata in grado di recuperare tre metà dell’ogiva, nonostante ciò l’azienda di Elon Musk ha già riutilizzato più volte i fairings.
SpaceX ha lanciato solamente tre missioni questo mese a causa dei numerosi ritardi accumulati a causa del coronavirus, dunque si prospetta un mese di luglio ricco di lanci. La prossima missione è fissata il prossimo 8 luglio: verranno lanciati ulteriori 60 satelliti della costellazione Starlink e due satelliti secondari per l’osservazione terrestre di Black Sky, frutto del programma rideshare.
Il video del lancio:
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