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Ancora test per la Crew Dragon a un mese dal rientro

Crew Dragon vista dall'esterno durante la passeggiata spaziale del 1° luglio 2020 di Bob Behnken e Chris Cassidy. Credit foto: NASA Johnson (Flickr)

Lo scorso 24 giugno, in occasione della conferenza introduttiva alle passeggiate spaziali del 26 giugno e 1º luglio, il vicedirettore del Commercial Crew Program della NASA, Steve Stich, ha fatto il punto della situazione riguardo la Crew Dragon Endeavour. Tanti i temi affrontati, a partire dalle tempistiche del rientro di Doug Hurley e Bob Behnken, passando per le prove di valutazione della navicella, fino ad arrivare alla data di lancio della prima missione operativa abitata di SpaceX.

Per quanto concerne la data di rientro di Endeavour nelle scorse settimane NASA e SpaceX avevano riferito che ci sarebbe stata un’opportunità tra la fine di luglio e le prime settimane di agosto. Kenneth Todd, l’ex vicedirettore dell’International Space Station program, anch’egli presente alla conferenza stampa del 24 giugno, ha riferito che «se tutto andrà secondo l’attuale programma, il 2 agosto è la prima data utile che NASA e SpaceX si sono poste come obiettivo per riportare a casa Doug Hurley e Bob Behnken».
Poi Steve Stich ha aggiunto che l’inizio delle operazioni per il rientro atmosferico e l’ammaraggio della Crew Dragon potrà avvenire dopo 6 o al massimo 30 ore dal momento in cui la navicella si sia sganciata dalla Stazione Spaziale Internazionale. Ciò dipenderà da quando avverrà il distacco dalla Stazione e dal sito di atterraggio scelto, oltre che dalle condizioni meteo, il che permette parecchia flessibilità. Ricordiamo che le zone di ammaraggio individuate dalla NASA sono due: quella principale situata a largo di Cape Canaveral, nell’Oceano Atlantico, e quella di riserva a sud di Pensacola, nel Golfo del Messico.

Intanto le prove di collaudo di Endeavour vanno avanti. «Le squadre stanno acquisendo molte informazioni sul comportamento del veicolo, stanno imparando a gestire i sistemi, il riscaldamento e il rendimento termico nelle varie fasi dell’orbita», ha voluto precisare Steve Stich.

L’8 luglio Bob Behnken, Doug Hurley, Anatolij Ivanišin e Chris Cassidy hanno svolto una prova di abitabilità della navicella, durante la quale sono state simulate le attività di routine con un equipaggio di 4 persone, come ad esempio organizzare gli spazi interni durante il volo, predisporre la cabina per dormire, le operazioni d’igiene personale, l’apertura e la chiusura del portello, ma anche la gestione delle emergenze. Gli astronauti hanno già effettuato diversi test statici di questo tipo sulla Terra, tuttavia farli in microgravità è molto importante per via della maggiore libertà di movimento. Bisogna inoltre ricordare che Bob Behnken e Doug Hurley hanno collaborato fin dall’inizio a stretto contatto con SpaceX nel progettare gli interni della Crew Dragon, sfruttando la loro esperienza e il know-how maturato a bordo dello Space Shuttle.

Sicuramente la parte più critica e delicata della missione SpaceX Demo-2 è il rientro nell’atmosfera terrestre. L’attrito generato tra la navicella e le molecole di aria dell’atmosfera produrrà un intenso calore, mettendo a dura prova lo scudo termico e il sistema di aria condizionata, il quale dovrà funzionare anche dopo l’ammaraggio. L’altro aspetto che desta particolare preoccupazione è l’apertura e il corretto dispiegamento dei paracadute, che hanno il compito di rallentare la capsula fino a farle toccare delicatamente l’acqua. Lo stesso fondatore di SpaceX, Elon Musk, ha messo in evidenza che i paracadute sono più problematici di quanto sembrano, basta vedere le difficoltà riscontrate per la loro omologazione e certificazione.

Steve Stich ha mostrato un cauto ottimismo, anche grazie al successo della prima missione dimostrativa senza equipaggio della Crew Dragon (Demo-1): «abbiamo fatto il rientro atmosferico e il distacco dalla Stazione con la Crew Dragon Demo-1 (un volo di collaudo nel 2019) con una navicella senza equipaggio che andò benissimo, così come il rientro».

Un’altra sfida è rappresentata dall’atterraggio nell’oceano. L’ultima volta che un equipaggio statunitense ammarò nell’acqua è stato il 24 luglio 1975, ai tempi del Programma test Apollo-Sojuz. Bob Behnken e Doug Hurley sono consapevoli che potrebbero rimanere nella capsula circa un’ora, mentre attenderanno che la squadra di recupero venga in loro soccorso. SpaceX si è preparata duramente per questa parte di missione, che rappresenta anche un test chiave, in modo da riuscire a portare in sicurezza gli astronauti nel minor tempo possibile.

Crew Dragon Demo-1 recuperata dalla nave di soccorso Go Searcher di SpaceX.
Credit: NASA/Cory Huston

Infine Steve Stich ha anche speso due parole riguardo la missione SpaceX Crew-1, che porterà in orbita gli astronauti NASA Mike Hopkins, Victor Glover, Shannon Walker e quello dell’agenzia spaziale giapponese (JAXA) Soichi Noguchi. Forse la navicella sarà spedita al Kennedy Space Center verso la fine di luglio. Una volta che Bob Behnken e Doug Hurley saranno tornati sulla Terra, saranno necessarie circa 6 settimane per analizzare i dati, apportare le eventuali modifiche correttive e allestire la Crew Dragon. Di conseguenza, secondo l’attuale pianificazione, il lancio non potrà più avvenire il 30 agosto, come era originariamente previsto, bensì è stato spostato alla seconda metà di settembre.

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