Un successo il primo volo della nuova capsula cinese. Apprensione per il rientro incontrollato di parti del vettore
La capsula cinese di nuova generazione, progettata per essere utilizzata da astronauti, è tornata con successo sulla Terra lo scorso 8 maggio alle ore 05:49 GMT, al termine di un volo di collaudo che l’ha vista orbitare intorno alla Terra per quasi tre giorni.
La capsula, a cui non è ancora stato ufficialmente assegnato un nome, è stata lanciata il 5 maggio su un razzo Lunga Marcia 5B per un volo di collaudo senza equipaggio. Durante il volo sono state effettuate sette manovre orbitali nel corso delle quali è stata raggiunta un’altitudine massima di circa 8.000 chilometri. Il volo è servito per la messa a punto e il collaudo di tutte le procedure e dei sistemi del veicolo. La procedura di atterraggio, iniziata circa due ore prima del ritorno a Terra, ha permesso di verificare il nuovo scudo termico, l’apertura del paracadute, l’atterraggio e il recupero dell’airbag di ammortizzazione.
Progettata per accogliere fino a sei o sette astronauti in missioni sia in orbita bassa sia oltre, la navicella spaziale misura quasi 8,8 m di lunghezza, 4,5 m di larghezza e pesa circa 21.600 kg a pieno carico. Alcuni commenti rilasciati prima del lancio ipotizzano che un volo di collaudo di successo possa aprire le porte a una serie di 12 missioni pensate per la costruzione della nuova stazione spaziale cinese.
Il razzo Lunga Marcia 5B è una versione potenziata del Lunga Marcia 5 e sarà il lanciatore che verrà utilizzato per il trasporto dei moduli della nuova stazione spaziale. Durante questo volo di collaudo il razzo ha anche lanciato un prototipo gonfiabile sperimentale per il rientro dei payload, ma quel sistema ha subito un ritorno a Terra “anomalo”, come dichiarato da alcuni funzionari cinesi.
La Cina ha precedentemente effettuato missioni con equipaggi utilizzando le capsule spaziali Shenzhou, ma il nuovo design prevede numerosi miglioramenti, incluso uno spazio abitativo più grande, l’uso di grandi schermi elettronici, ma soprattutto la riutilizzabilità: uno dei principali requisiti richiesti fin dall’avvio del progetto di sviluppo della nuova capsula, avviato nel 2017.
Il rientro incontrollato del vettore
Poco prima della pubblicazione di questo articolo sono arrivate le prime notizie del rientro incontrollato, anche se ampiamente previsto, di un frammento del vettore Lunga Marcia 5B. Per questo motivo abbiamo deciso di attendere e pubblicarlo con gli ultimi aggiornamenti disponibili.
C’è stata molta incertezza sulle dimensioni e sulla vera natura dell’oggetto tanto da ipotizzare fosse il primo stadio del vettore che si stima abbia una lunghezza di circa 32 m e un diametro di 5 m. In realtà i radar americani hanno stimato dimensioni inferiori a quelle che si presume siano del primo stadio, per cui rimane ancora sconosciuta quale parte del vettore stesse effettivamente rientrando a Terra. La sua traiettoria è stata tenuta sotto stretta osservazione da molti enti tra cui l’EuSST (European Space Surveillance & Tracking). Tutte le analisi avevano previsto una caduta nell’oceano Atlantico. Gli Stati Uniti hanno vissuto qualche ora di apprensione perché nella sua ultima orbita il relitto ha sorvolato il paese da costa a costa, passando proprio sulla verticale di Central Park, poco prima di inabissarsi nell’oceano. Il nostro Ministero della Difesa aveva escluso il rischio che qualche frammento potesse cadere sul suolo italiano, e infatti l’11 maggio abbiamo avuto conferma che alle 17:33 ora italiana gran parte del detrito spaziale si era inabissato nell’oceano Atlantico anche se vi è la possibilità che qualche frammento sia precipitato in Costa d’Avorio. Per il momento non si hanno notizie di danni e feriti.
Fonte: Space.com
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