La Cina si prepara al ritorno nello spazio con equipaggio
Attualmente il volo spaziale con equipaggio umano è prerogativa esclusiva dell’agenzia spaziale russa, dopo il ritiro dello Space Shuttle statunitense nel 2011 e della navicella cinese Shenzhou nel 2016. A breve però potrebbero esserci delle piacevoli sorprese, con il ritorno in attività di entrambe le agenzie. E se è molto pubblicizzato il volo del 27 maggio della capsula Dragon, che porterà sulla Stazione Spaziale Internazionale, «astronauti americani dal suolo americano con un razzo americano», come ama ricordare l’amministratore della NASA, poco si conosce delle attività cinesi, che non eccellono in divulgazione tramite media.
Il 5 maggio 2020 a mezzogiorno ora italiana è partita dal centro spaziale di Wenchang una nuova capsula cinese per il trasporto di equipaggio, di cui ancora non si sa il nome, a bordo di un razzo Chang Zheng 5B, Lunga Marcia 5B, anch’esso al suo primo volo di prova. Il lancio ha visto un uso insolito di tecnologie nuove in ogni componente: razzo, capsula e ogiva.
Sebbene la versione 5 del lanciatore abbia già volato tre volte, con due successi e un fallimento, la versione 5B, più bassa in quanto privata del secondo stadio, ha esordito proprio in questo volo con un successo ineccepibile, lancio e volo sono andati alla perfezione. I motori erano tutti di tipo YF, due YF-77 a idrogeno liquido per lo stadio principale e due YF-100 a cherosene per ognuno dei 4 booster laterali. I booster hanno cessato la loro attività dopo 3 minuti di volo, mentre il primo stadio è rimasto accesso per 8 minuti, al termine dei quali la navicella era già in orbita operativa.
Il carico utile in realtà era composto da due parti: la nuova capsula per equipaggio umano e uno scudo termico gonfiabile di test. Insolitamente la capsula, progettata da CASC, China Aerospace Science and Technology Corporation, era confezionata in un’ogiva, evento unico nel volo spaziale predisposto per equipaggio umano. Si presuppone infatti che la navicella abbia già delle protezioni intrinseche per il volo in atmosfera, in quanto deve essere in grado di rientrare dalle alte velocità orbitali e proteggere la vita dei passeggeri a bordo. L’ogiva era molto grande, la più grande fin’ora mai utilizzata dalla CNSA, con 20,5 metri di lunghezza e 5,2 metri di diametro. La capsula cinese è leggermente più grande di quella russa e simile a quella di SpaceX, potrebbe portare fino a 6 astronauti contro i 3 della Sojuz e i 7 della Dragon. Inoltre è progettata per andare oltre l’orbita terrestre bassa: in questo volo di test dovrebbe raggiungere una quota di 8.000 km dalla superficie della Terra, secondo quanto annunciato dall’agenzia cinese.
L’altro elemento a bordo del razzo, lo scudo termico gonfiabile progettato da CASIC, China Aerospace Science and Industry Corporation, è qualcosa di abbastanza innovativo: è molto leggero e compatto e una volta arrivato nello spazio si espande nella classica forma di scudo termico conico. Sarebbe dovuto rientrare a Terra il 6 maggio alle 7 di mattina ora italiana, ma c’è stato qualche problema non ancora precisato, e l’esperimento sembra essere andato male.
Per quanto riguarda il razzo, con questo test di successo la Cina apre le porte al suo futuro spaziale. Con lo stesso vettore è prevista una dozzina di missioni per la costruzione della terza stazione spaziale cinese, il cui primo modulo Tianhe era già pronto ed era solo in attesa del collaudo del razzo. Probabilmente verrà lanciato agli inizi del 2021. La Cina ha grandi ambizioni per quanto riguarda l’esplorazione spaziale, questa capsula infatti è concepita per andare oltre il servizio di taxi con la stazione spaziale. Nel 2030 il governo cinese prevede l’invio di missioni spaziali con equipaggio verso la Luna, utilizzando proprio la capsula testata in questi giorni.
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