Site icon AstronautiNEWS

Partita la Sojuz MS-16 con l’equipaggio della Expedition 63

La Sojuz MS-16 inizia la sua ascesa verso l'orbita. Foto: NASA TV

Chris Cassidy, Anatolij Ivanišin e Ivan Vagner sono partiti questa mattina, 9 aprile 2020, alla volta della Stazione Spaziale Internazionale a bordo della Sojuz MS-16. Il lancio è avvenuto alle 10:05 italiane dalla piattaforma 31/6 del Cosmodromo di Bajkonur, la stessa da cui partì il 23 novembre 2014 la “nostra” Samantha Cristoforetti. La navicella ha raggiunto correttamente l’orbita e ha iniziato l’inseguimento della Stazione. L’attracco al modulo russo Poisk è atteso per 16:15, dopo un viaggio di 6 ore e 4 orbite. Una volta attraccati dovranno attendere ancora circa 90 minuti, il tempo di svolgere tutti i controlli di tenuta necessari, prima di poter entrare nella Stazione e potersi unire all’equipaggio della Expedition 62 formato dal Comandante Oleg Skripočka e dagli ingegneri di volo Jessica Meir e Andrew Morgan.

L’equipaggio della Sojuz MS-16 porta al debutto, per quanto riguarda i voli umani, il lanciatore Sojuz 2.1a, una versione aggiornata del Sojuz-FG in uso fino al 25 settembre 2019, in servizio già dal novembre 2004. Lo ricorderete, ad agosto dello scorso anno la Sojuz MS-14 senza equipaggio (a bordo era presente solamente il robot Fedor) effettuò il volo di certificazione del razzo per il trasporto umano, perché la navicella fallì il primo tentativo di attracco con la Stazione a causa di un cavo staccato nel modulo Poisk. Inoltre con il passaggio dal lanciatore Sojuz-FG a quello Sojuz 2.1a, gli equipaggi diretti verso la Stazione partiranno dalla piattaforma 31/6 anziché dalla 1/5, meglio nota come Gagarinskij Start, adesso in fase di ammodernamento.

Emblema della missione Sojuz MS-16. L’immagine contrappone due fasi cruciali della missione: in primo piano il lancio con la Sojuz stilizzata illuminata dal Sole intenta a raggiungere il laboratorio orbitante, mentre dietro la fase di rientro atmosferico del modulo di discesa avvolto dal pennacchio di fuoco.
Fonte: Wikipedia Commons

I giorni prima del lancio

L’equipaggio principale e quello di riserva hanno lasciato il 24 marzo la Città delle Stelle, vicino Mosca in Russia, con destinazione Bajkonur in vista delle ultime 2 settimane di preparazione al lancio. Al loro arrivo in aeroporto, rigorosamente su due aerei diversi, sono stati accolti da un ristretto gruppo di persone selezionate, al fine di ridurre la possibilità di contrarre il COVID-19, ed è anche per questo che sono state annullate alcune tradizionali attività e cerimonie pre-lancio. Ad esempio non è stato permesso ai giornalisti e alle famiglie degli equipaggi di recarsi al Cosmodromo per assistere alla partenza dei propri cari.

Foto ricordo dell’equipaggio della Sojuz MS-16 appena atterrato all’aeroporto di Bajkonur, Kazakistan. Da sinistra a destra: Chris Cassidy, Anatolij Ivanišin e Ivan Vagner
Foto: Centro di Addestramento Cosmonauti Gagarin / Roskosmos

Il giorno seguente hanno preso un primo contatto con la loro navicella, ancora in fase di allestimento. Qui hanno preso visione della documentazione e degli strumenti di bordo, studiato il piano di volo e verificato che la sagomatura dei seggiolini non desse alcun fastidio, dato che dovranno trascorrerci sopra parecchio tempo. Conclusa la prima ispezione della navicella, sono stati informati sui beni e sugli esperimenti che riceveranno sulla Stazione con l’arrivo della Progress MS-14.

Nel piazzale antistante il Cosmonaut Hotel di Bajkonur, il 26 marzo si è tenuta la tradizionale cerimonia delle bandiere che “segna” l’inizio formale della fase finale di preparazione al lancio. I membri dell’equipaggio principale e di quello di riserva hanno alzato al cielo le bandiere degli stati partecipanti alla missione: Russia, Stati Uniti e Kazakistan (nazione che “ospita” il lancio). Il giorno seguente era l’anniversario della morte di Jurij Gagarin, deceduto il 27 marzo 1968 mentre si addestrava con il suo istruttore Vladimir Serëgin a bordo dell’aereo da caccia MIG-15. Gli astronauti hanno onorato la memoria del primo cosmonauta, depositando alcuni fiori rossi davanti all’albero piantato da lui piantato nel Viale dei Cosmonauti.

Di solito quando manca circa una settimana al lancio, viene dedicata una giornata ai vari giornalisti che possono così seguire da vicino la preparazione degli equipaggi. Durante la mattina, oltre alle consuete lezioni teoriche e pratiche di vario genere, gli equipaggi hanno concluso una sessione di addestramento per l’attracco manuale della Sojuz. Questa procedura viene eseguita con due joystick che controllano la rotazione e la traslazione nello spazio della navicella. La giornata è proseguita con una serie di test dell’apparato vestibolare e della circolazione sanguigna, in grado di ricreare le sensazioni fisiche che il corpo sperimenterà una volta raggiunta l’orbita. Un primo test vede l’astronauta sdraiato su un “lettino basculante” che viene inclinato con diverse angolazioni dopo un determinato periodo di tempo. Per il secondo, invece, l’astronauta è seduto su una sedia girevole e appena sente il segnale acustico deve eseguire un determinato comando, come inclinarsi con il busto in avanti oppure inclinare la testa da un lato.

Come tradizione vuole, la giornata riservata alla stampa si è conclusa con la piantumazione degli alberi nel cosiddetto Viale dei Cosmonauti. Chiunque sia in procinto di partire per lo spazio per la prima volta da Bajkonur, deve piantare il proprio alberello e questa volta è toccato a Ivan Vagner, perché Chris Cassidy e Anatolij Ivanišin lo hanno già fatto in occasione delle loro precedenti missioni, rispettivamente nel 2013 e nel 2011. Ovviamente questi giorni precedenti il lancio servono all’equipaggio per allentare la tensione e rilassarsi un po’ giocando magari a scacchi, biliardino oppure ping-pong.

Il 3 aprile è stata l’ultima opportunità per gli equipaggi per visitare la Sojuz e verificare che tutto fosse a posto prima del giorno del lancio. In quest’occasione i tecnici li hanno informati sull’organizzazione dei beni al interno del modulo abitativo e in quello di discesa.

Tre giorni alla partenza: il lanciatore Sojuz 2.1a con in cima la Sojuz MS-16 perfettamente integrata, lascia puntuale alle 07:00 locali il sito 31 e si dirige alla piattaforma di lancio per essere messo in posizione verticale. Adesso gli addetti completeranno le ultime attività preparatorie prima del liftoff e inizieranno il rifornimento dei propellenti all’interno dei serbatoi.

Expedition 63

Quando la Sojuz MS-15 con i rientranti Oleg Skripočka, Jessica Meir e Andrew Morgan si sgancerà dalla Stazione, più precisamente alle 03:53 italiane del 17 aprile, prenderà ufficialmente inizio l’Expedition 63. I prossimi 6 mesi si apprestano ad essere parecchio impegnativi per i tre nuovi inquilini del laboratorio orbitante, anche per il fatto che si troveranno “da soli” per molto tempo, ma prima… In concomitanza della momentanea presenza di 6 persone sulla Stazione la lista di cose da fare è parecchio lunga, tuttavia il tempo materiale per farle è poco. Per questo motivo si è deciso di posticipare un’attività extra-veicolare per connettere i cavi della piattaforma Bartolomeo, da poco agganciata al modulo europeo Columbus. Inoltre il 15 aprile Oleg Skripočka lascerà il comando del laboratorio orbitante a Chris Cassidy.

Emblema dell’Expedition 63. Rappresenta il passato e il futuro dell’esplorazione spaziale, ovvero la Luna e il Programma Apollo, prima, e Marte, poi. Per fare ciò è necessario prendere l’energia e il buono del presente, sfruttando nel migliore dei modi la Stazione Spaziale Internazionale e le sue collaborazioni.
Fonte: NASA Johnson (Flickr)

Nel corso della loro missione gli astronauti vedranno arrivare diverse navicelle di rifornimento. La Progress MS-14 aprirà le danze, agganciandosi al laboratorio orbitante in autonomia la mattina nel 25 aprile, seguita poi a un mese di distanza mese da Kounotori-9 (HTV-9), il veicolo cargo nipponico. Nel mese di maggio è anche previsto l’attracco della Crew Dragon con a bordo gli astronauti statunitensi Douglas Hurley e Bob Behnken, impegnati nell’ultima missione di test (la prima con equipaggio) della navicella di SpaceX, prima della sua regolare entrata in servizio per i viaggi da/per la Stazione. Originariamente la durata di questa missione dimostrativa, chiamata Demonstration Mission-2, era di una o al massimo due settimane, tuttavia la NASA vorrebbe prorogarla di qualche mese al fine di ottimizzare meglio le ore lavorative nel segmento statunitense. Da giugno a settembre si alterneranno alcune navette cargo necessarie sia per l’approvvigionamento dell’equipaggio sia per smaltire tutto ciò che non è più necessario. A metà ottobre, circa una settimana prima che sia giunto per Chris Cassidy, Anatolij Ivanišin e Ivan Vagner il momento di tornare a casa, sarà accolto sulla Stazione l’equipaggio della Sojuz MS-17, formato dai cosmonauti Nikolaj Tichonov e Andrej Babkin e dall’astronauta Stephen Bowen.

Potrai seguire mano mano le vicende dell’Expedition 63 nella discussione dedicata su ForumAstronautico.it, dove quotidianamente saranno pubblicati i vari aggiornamenti sulla vita di bordo, i veicoli in arrivo/partenza e le attività programmate.

Fonti:

  Questo articolo è © 2006-2024 dell'Associazione ISAA, ove non diversamente indicato. Vedi le condizioni di licenza. La nostra licenza non si applica agli eventuali contenuti di terze parti presenti in questo articolo, che rimangono soggetti alle condizioni del rispettivo detentore dei diritti.

Commenti

Discutiamone su ForumAstronautico.it
Exit mobile version