Perseverance è il nome del rover della NASA che verrà inviato su Marte alla ricerca di tracce che possano rivelare la possibile capacità di Marte di aver ospitato forme di vita in un lontano passato, ma avrà anche un ruolo fondamentale per la campagna internazionale di campionamento del suolo del pianeta rosso che gli Stati membri dell’ESA hanno deciso di finanziare: il progetto Mars Sample Return.
Caccia al tesoro interplanetaria
Viaggiare per oltre 53 milioni di chilometri verso Marte, atterrare, raccogliere campioni e sistemarli. Recuperarli e poi stoccarli a bordo di un veicolo da rilanciare, per poi inteccertarli in orbita e farli arrivare sulla Terra.
Una complessa serie di eventi che non ha precedenti. La campagna Mars Sample Return è davvero una concertazione di ampio respiro e infatti durerà un decennio, preventivando ben quattro lanci. I primi tre dalla Terra e infine il primo lancio interplanetario da un altro pianeta.
Quando Perseverance sbarcherà su Marte, esplorerà l’area del cratere Jezero per oltre un anno. Uno dei suoi compiti principali sarà quello di raccogliere campioni in cilindri metallici delle dimensioni paragonabili a quelle di un sigaro che lascerà in superficie per il ritiro che verrà effettuato in un secondo momento. Nell’ambito di questa collaborazione internazionale, l’ESA infatti fornirà un sofisticato Rover “raccoglitore” da utilizzare durante la missione Sample Retrieval Lander della NASA, che si realizzerà verso metà di questo decennio.
Il rover dell’ESA raccoglierà i campioni raccolti dal rover Perseverance e li porterà al proprio lander, dove saranno accuratamente conservati nel Mars Ascent Vehicle (MAV). Il MAV lancerà il contenitore del campione dalla superficie marziana, posizionandolo in orbita attorno a Marte.
Sarà poi infine un’altro importante veicolo dell’ESA a prendere in carico i campioni marziani: l’Earth Return Orbiter, che si incontrerà con il prezioso contenitore una volta immesso in orbita e lo porterà finalmente verso la Terra.
Dove avverrà la ricerca
Il teatro di questo spettacolo sarà la zona del cratere Jezero, che si trova in una regione di Marte conosciuta come Nili Fossae ed è stata selezionata come sito di atterraggio perché contiene elementi che si pensa siano stati modellati dall’acqua liquida nell’antico passato di Marte. La zona che circonda Jezero infatti presenta delle caratteristiche molto interessanti, come depositi di delta fluviali ben conservati e che sono situati proprio nell’area circostante. Quest’acqua probabilmente riempì la conca del cratere fino a formare un lago, nel periodo che risale alla fine dell’età noachiana di Marte.
Ricercatori supportati in parte dal Programma di Astrobiologia della NASA hanno fornito nuove informazioni sulla storia dei minerali nella regione del cratere. Il team di ricerca ha utilizzato i dati di telerilevamento forniti da uno strumento a bordo del Mars Reconnaissance Orbiter (MRO) della NASA per identificare le correlazioni tra olivina e carbonato nell’area che presto ospiterà il rover Perseverance. Lo strumento a bordo di MRO usato è il CRISM, ed è stato progettato per identificare i minerali su Marte che si sono formati in presenza di acqua grazie alla osservazione della luce riflessa dalla superficie marziana
Alla ricerca dei campioni giusti da prelevare
Sebbene l’intera campagna sia nella fase iniziale del progetto, si rende già necessario selezionare gli esperti scientifici in modo che possano iniziare la formazione e operare a fianco del team scientifico di Perseverance per migliorare il valore dei campioni che verranno raccolti. Gli scienziati selezionati dovranno inoltre anticipare le esigenze dei futuri ricercatori che potrebbero analizzare questi campioni con tecnologie migliorate rispetto a quelle attualmente disponibili o addirittura del tutto nuove.
«Incoraggiamo le domande di esperti anche al di fuori del campo spaziale», afferma il dottor Gerhard Kminek, scienziato ad interim del Mars Sample Return Program dell’ESA. «Abbiamo bisogno di geologi sul campo ed esperti di laboratorio che sappiano scegliere i campioni giusti in base alle informazioni provenienti dagli strumenti a bordo del rover Perseverance. Gli esperti selezionati attraverso questo invito riceveranno la formazione necessaria per far parte di un team internazionale di geologi “marziani” a distanza. Sono tempi entusiasmanti e non vediamo l’ora di ricevere le migliori proposte che l’Europa ha da offrire».
Studiare campioni di Marte sulla Terra consentirà agli scienziati di usare strumenti più potenti di qualsiasi cosa possa essere portata il loco con missioni robotiche. La possibilità di apprendere e condividere risorse, incluso l’invio di campioni ai migliori laboratori di tutto il mondo, offre incredibili opportunità per nuove scoperte.
I campioni possono essere analizzati più volte, consentendo di estrarre nuove informazioni, proprio come con i campioni lunari portati sulla Terra negli anni ’60 e ’70, che continuano a rivelare nuove scoperte fino ad oggi.
Gerhard Kminek conclude: «Ci sono molte ragioni per studiare Marte, ma una delle più urgenti è che, mentre la vita è nata e si è evoluta sulla Terra, non sappiamo ancora se la vita abbia avuto una possibilità su Marte. Gli scienziati planetari possono studiare rocce, sedimenti e terreni alla ricerca di indizi per scoprire la storia geologica e potenziale biologica di Marte. Quindi, confrontando questi risultati con la Terra, impariamo anche di più sul nostro pianeta».