Imbarcati 11 milioni di nomi da mandare su Marte
Nonostante la pandemia di COVID-19 imperversi in tutto il mondo bloccando la maggior parte delle attività, alla NASA alcune missioni sono considerate fondamentali e si prosegue lo stesso aumentando le misure di precauzione anti-contagio. La missione Mars 2020 è una di queste e il lavoro sul rover Perseverance continua, a differenza del rover europeo che ha subito una botta d’arresto per il lancio di quest’estate.
Perseverance è già in Florida, al Kennedy Space Center, dal quale partirà verso fine luglio alla volta di Marte con un razzo Atlas V, e atterrerà nel cratere Jezero il 18 febbraio del 2021. A bordo ha tanti strumenti scientifici e una speciale targhetta con incisi alcuni nomi di persona e le migliori proposte di assegnazione del nome del rover stesso. In dettaglio sono 10.932.295 nomi e 155 proposte.
Quasi 11 milioni di nomi scritti in piccolo, molto piccolo, in tre placchette dalle dimensioni di una monetina. Per riuscire a farli entrare tutti al JPL hanno usato una tecnica di scrittura già collaudata con il rover Curiosity, tramite flusso elettronico, chiamata E-beam, uno strumento di precisione capace di fare incisioni ben al di sotto del micrometro.
I nomi sono stati raccolti con la campagna Send Your Name to Mars, dove tutti i cittadini della Terra potevano far richiesta per inviare il proprio nome su Marte. La campagna relativa a Perseverance ha avuto un successo di un ordine di grandezza superiore a quella organizzata per il rover Curiosity, che aveva raccolto poco più di un milione di nomi. La partecipazione è stata diffusa in tutto il mondo, soprattutto in Turchia e India che hanno superato gli Stati Uniti per numero di partecipanti.
Questa operazione è una delle tante a cui sta venendo sottoposto il rover per essere completato in tempo per il lancio. L’installazione della placchetta con i nomi è avvenuta precisamente il 16 marzo; successivamente il rover è stato predisposto per affrontare il lancio, ripiegando le estremità (braccio robotico e testa con le telecamere) per occupare meno volume e sopportare meglio le vibrazioni in fase di partenza.
Fonte: NASA.
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È già su Marte una targa con il mio nome è quello degli altri membri del team italiano dell’esperimento DREAMS, una piccola stazione meteorologica, montato su
ExoMars Trace Gas Orbiter and Schiaparelli Mission (2016). Purtroppo un guasto al SW di Schiapparelli, verificatosi a quasi al termine della discesa, invece di ammartare dolcemente, ha provocato li schianto del Lender. Quindi i “marziani” sanno chi ha inquinato la zona dello schianto