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Aggiornamenti dal sistema solare: aprile 2020

Credit: NASA

La Terra si riprende dallo shock pandemico, molte missioni spaziali riprendono l’attività scientifica mentre alcuni team si organizzano per lavorare da casa. È d’obbligo ricordare la missione Apollo 13, che proprio nel mese di aprile festeggia il cinquantenario del più grande fallimento di successo dell’astronautica.

In attesa della ripresa del programma Artemis, si pensa a come rendere utilizzabile il materiale da costruzione sulla Luna, anche se già di suo ha delle formazioni utili per realizzare con poco sforzo enormi radiotelescopi. Anche il pianeta rosso sarà un protagonista di questo decennio ed è importante programmare bene sin d’ora cosa portarsi da Marte.

Di seguito il dettaglio delle varie missioni attive e quelle in fase di preparazione.

In preparazione per il lancio

Mancano solo tre mesi all’apertura della finestra di lancio per Marte, e tutte e tre le missioni in preparazione destinate al pianeta rosso avanzano secondo la tabella di marcia. Il rover Perseverance della missione Mars 2020 (NASA) è stato tatuato con i nomi di 11 milioni di appassionati ed è già in Florida, quasi pronto per la partenza. Anche la sonda Al Amal (UAESA) è stata inviata in Giappone, il luogo da dove verrà effettuato il lancio. L’agenzia spaziale cinese ha annunciato il nome della sua missione, che si chiamerà Tianwen-1, e ha anche dichiarato che tutte le missioni successive su Marte si chiameranno Tianwen.

Schema della missione Aditya-L1, con luogo di lancio, razzo, satellite e posizione di arrivo. Credit: ISRO.

Con destinazione più vicina alla Terra, a soli 1,5 milioni di km, verrà lanciata a ottobre la sonda solare indiana Aditya-L1, che si posizionerà nel punto di Lagrange Sole-Terra L1 per studiare la nostra stella. Si delineano meglio i piani di Chang’e 5 (CNSA) e di come farà a riportare a Terra campioni di suolo lunare. Il lancio delle sonde è previsto per novembre 2020. A gennaio 2021 è pianificato infine il lancio di CAPSTONE, che fregerà Peter Beck del primo lancio nello spazio profondo per il suo razzo Electron.

Esplorando la Luna

Siamo al diciassettesimo giorno lunare di esercizio per il rover Yutu-2 e il lander della missione Chang’e 4 (CNSA), che il 17 aprile si sono risvegliati senza alcun problema dopo la lunga e fredda notte lunare. I robot sulla superficie della faccia nascosta della Luna sono supportati dal ripetitore Queqiao in orbita, senza il quale le comunicazioni con la Terra sarebbero impossibili. L’agenzia spaziale cinese ha in esercizio sulla superficie anche il lander della missione Chang’e 3, del quale si hanno poche notizie ma che dovrebbe ancora avere uno strumento scientifico attivo.

In orbita, la sonda Chandrayaan-2 (ISRO) è regolarmente in funzione e registra dati utili con i suoi 8 strumenti scientifici, ma è poco supportata da Terra a causa del lockdown totale in India.

Effetti dell’attività solare sulla Luna, studiati grazie al programma THEMIS-ARTEMIS. Credit: NASA.

Persevera nella sua opera di topografia lunare LRO (NASA) con i suoi 6 strumenti scientifici. Continuano a fare il loro lavoro anche le due sonde gemelle THEMIS-ARTEMIS (NASA) P1 e P2, dedicate allo studio delle interazioni tra il flusso magnetico solare e la Luna.

In equilibrio tra Sole e Terra

Nessuna novità per DSCOVR (NASA/NOAA), fortunatamente, che riprende la Terra dalla sua posizione in L1, il primo punto lagrangiano del sistema Sole-Terra, osservando sempre l’emisfero illuminato. La sonda era tornata in funzione solo il mese scorso dopo una lunga pausa.

Dallo stesso punto prosegue la sua attività scientifica anche SoHO (NASA/ESA), sebbene con un po’ di intermittenza nel mese di aprile. A causa di un problema avvenuto nel 2003, infatti, si verificano delle interruzione di trasmissione per due settimane continue (keyhole) con una frequenza di circa 4 volte l’anno. Sono solo piccoli intoppi per una sonda di 25 anni. Business as usual anche per ACE (NASA) e WIND (NASA), impegnati nello studio del vento solare.

Posizione di Soho rispetto al punto lagrangiano L1. In aprile ha attraversato il punto di interruzione delle comunicazioni. Credit: NASA.

Dalla parte opposta rispetto alla Terra, nel punto L2, troviamo Gaia (ESA) che scruta le stelle della nostra galassia. C’è grande attesa per il nuovo rilascio dei dati DR3 (Data Release 3); purtroppo però il team scientifico è stato costretto a rimandarne a data da destinarsi l’uscita a causa delle condizioni di lavoro eccezionali dovute all’emergenza di COVID-19.

Primo semicompleanno virtuale per Spektr-RG (Roscosmos/DLR), che ha compiuto la sua prima rivoluzione (6 mesi) attorno al punto lagrangiano L2 da quando ha iniziato le operazioni scientifiche. La sonda sta eseguendo una mappatura dell’universo nello spettro dei raggi X, ed è a circa al 50% della prima parte del suo lavoro.

Nel sistema solare interno

Il 10 aprile BepiColombo (ESA/JAXA) è tornata a salutare per l’ultima volta il suo pianeta di origine. L’incontro con la Terra le ha permesso di modificare la sua velocità relativa al Sole, permettendole di spostarsi in un’orbita più interna. Questo era solo il primo di 9 sorvoli planetari programmati per l’aggiustamento della rotta.

Le due missioni dirette vicino al Sole proseguono nel loro tragitto. Solar Orbiter (ESA) ha riattivato il 2 aprile gli strumenti scientifici, che erano stati spenti in questa e altre missioni a causa del confinamento per calmierare la pandemia di COVID-19. Parker Solar Probe (NASA) si trova nella fase di trasmissione dati e riprenderà il campionamento di dati scientifici al prossimo perielio, il quinto della sua missione, che avverrà il 7 giugno di quest’anno.

Immagine di Stereo A che evidenzia al centro a sinistra la macchia scorsa dalla sonda. Credit: NASA SOHO SDO/AIA 171 A.

Dalla sua posizione angolata Stereo A (NASA) è riuscita a scorgere la prima macchia solare del nuovo ciclo; ricordiamo che il Sole ha appena superato la sua fase di minimo dell’attività solare, un periodo in cui era totalmente assente di macchie scure a bassa temperatura e attività magnetica elevata.

In orbita a Venere dal 2015 Akatsuki (JAXA) osserva il pianeta e la sua strana dinamica dell’atmosfera. La misteriosa super-rotazione degli strati superiori, che raggiungono una velocità di 360 km/h, circa 60 volte la rotazione della superficie all’equatore, è stata finalmente compresa ed è causata dall’elevata densità e temperatura dell’atmosfera, combinata a effetti mareali unici dovuti alla vicinanza al Sole e alla lenta rotazione del pianeta.

In prossimità dell’asteroide Bennu, la sonda OSIRIS-REx (NASA) si è esibita in un sorvolo molto ravvicinato di Nightingale, il punto designato per la raccolta dei campioni, arrivando a soli 65 metri dalla superficie. La manovra è servita a validare le procedure di discesa in superficie ed è solo la prima di una serie; il contatto con la superficie avverrà a luglio.

Hayabusa 2 (JAXA) si trova attualmente in prossimità dell’orbita di Marte, in una traiettoria di ritorno verso la Terra dall’asteroide Ryugu, dal quale ha prelevato preziosi campioni che arriveranno nel nostro pianeta entro fine anno.

La flotta marziana

Il vecchio Curiosity (NASA) inizia un po’ a soffrire di artrite e durante una normale operazione gli si è rimasto bloccato il braccio meccanico per una settimana. Sono imprevisti che succedono: dopotutto la missione doveva durare poco meno di due anni e siamo già all’ottavo anno di attività. Il rover ne ha approfittato per esaminare più in dettaglio il luogo dove è fermo, visto che non si è potuto muovere fino alla risoluzione del problema.

L’epopea del penetratore di InSight (NASA) continua. Con l’aiuto della benna, lo strumento è andato qualche centimetro più in profondità nel terreno. Gli altri strumenti scientifici del lander sono operativi, tra questi ricordiamo c’è anche una stazione meteo che riporta valori di temperatura, velocità del vento e pressione atmosferica dell’Elysium Planitia.

I piccolo progressi di InSight.

Dall’orbita sono riprese le attività scientifiche di Mars Express (ESA) e Trace Gas Orbiter (ESA/Roscosmos), che erano state messe in pausa il mese scorso a causa della diffusione del coronavirus. Mars Odyssey (NASA) ha festeggiato il 7 aprile i 19 anni dal lancio; sono tantissimi per una sonda marziana, ma il futuro è incerto. La conclusione della missione potrebbe essere vicina, anche se una recente raccomandazione degli scienziati ne raccomanda l’aumento di budget.

Da Mars Reconnaissance Orbiter (NASA) arrivano quotidianamente immagini della superficie, processate dall’Università dell’Arizona, che ogni giorno ne seleziona ed elabora una di particolare bellezza da esporre nella pagina web apposita. Dedicato inizialmente allo studio dell’atmosfera marziana, MAVEN (NASA) è posizionata in un’orbita di servizio in attesa del lancio di Mars 2020, visto che dall’anno prossimo sarà il ponte radio principale per le comunicazioni tra il rover Perseverance e la Terra. Anche l’agenzia spaziale indiana ha il suo orbiter marziano, Mars Orbiter Mission, in esercizio dal 2014.

Nel sistema solare esterno

La sonda statunitense Juno è passata al 26º perigiovio della sua missione, catturando dati scientifici utili e regalando immagini preziose alla comunità dei citizen scientist che rielaborano e colorano per evidenziare i particolari delle tempeste di Giove. Sono previsti ormai soltanto altri 8 di questi passaggi ravvicinati.

Come apparirà la prospettiva diversa di una stella vicina osservata da New Horizons e dalla Terra. Credit: Pete Marenfeld/JHUAPL

Mentre si cerca un nuovo corpo celeste da sorvolare per New Horizons (NASA) utilizzando 3 grandi telescopi terrestri (Subaru, Keck, Gemini), il team scientifico ha colto un’occasione per fare delle osservazioni uniche. Da quella posizione straordinariamente lontana c’è un’ottima prospettiva per una visione stereoscopica delle stelle vicine, e il 22 e il 23 aprile la sonda ha catturato delle immagini di Proxima Centauri e Wolf 359. Una volta ottenute queste immagini e confrontate con quelle da Terra, si potrà ricostruire la prima immagine in 3D di stelle diverse dalla nostra.

Nessuna nuova da Voyager 1 e 2, che proseguono il loro viaggio nel mezzo interstellare. La prima si trova a ben 149 unità astronomiche dal Sole, la seconda (che momentaneamente non è possibile contattare) a 124 au.

Riassunto missioni

Ci sono 30 missioni spaziali al di fuori dell’orbita terrestre, operate da 34 unità robotiche. Oltre alle sonde nello spazio 3 lander e 2 rover sono in funzione nella superficie del rispettivo corpo celeste.

Istantanea delle posizioni delle sonde del sistema solare al 30 aprile 2020. Credit: Celestia/ISAA/Vespia.

Gli aggiornamenti per questo mese sono giunti al termine, continuate a seguirci e ci risentiamo il prossimo mese con gli aggiornamenti dal sistema solare!

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