Il satellite di servizio MEV-1 di Northrop Grumman ha agganciato un satellite Intelsat
Northrop Grumman e Intelsat hanno annunciato lo scorso 26 febbraio che MEV-1, un mezzo sperimentale di servizio ai satelliti dell’azienda aerospaziale della Virginia, il giorno precedente aveva agganciato correttamente un satellite per telecomunicazioni dell’azienda lussemburghese nel tentativo di estenderne di 5 anni la vita operativa oltre ai 19 già passati in orbita.
MEV-1, che significa letteralmente Veicolo di Estensione di Missione (Mission Extension Vehicle), è stato annunciato nel 2016 ed effettivamente lanciato il 9 ottobre dello scorso anno con un razzo Proton-M da Bajkonur e nei successivi mesi ha eseguito tutta una serie di controlli in orbita per verificarne il corretto funzionamento. Avendo passato tutte le verifiche, alla fine ha potuto avvicinarsi al satellite Intelsat-901 che invece era stato posizionato in orbita quasi 19 anni fa (il 9 giugno 2001) da un razzo Ariane 4. L’aggancio definitivo è avvenuto alle 8:15 del mattino (ora italiana, 7:15 UTC) del 25 febbraio in una zona dello spazio definita “orbita cimitero” che si trova circa 300 km più in alto rispetto all’orbita geostazionaria e in cui vengono parcheggiati i satelliti per telecomunicazioni una volta esaurita la loro missione.
I due satelliti così uniti dovranno eseguire dei nuovi controlli per verificarne la corretta operatività nella nuova configurazione assunta. Dopo questo periodo di validazione, presumibilmente a fine marzo, MEV-1 trascinerà il suo compagno nuovamente verso la quota della GEO a 27,5° Ovest dove Intelsat-901 riprenderà il suo servizio di trasmissione dati come in precedenza con la sola differenza che tutte le manovre di mantenimento dell’orbita e dell’orientamento saranno demandate al suo nuovo compagno. Verrà così sostituito Intelsat-907, un satellite pressoché gemello di Intelsat-901 che fornisce servizi di connessione a banda larga su tutta l’America, l’Europa e l’Africa.
La missione è gestita e realizzata da SpaceLogistics LLC, una società interamente di proprietà di Northrop Grumman dedicata ai servizi per i satelliti. Il suo vice presidente per le operazioni e lo sviluppo commerciale, Joe Anderson, ha voluto sottolineare la storicità dell’evento con queste parole:
È la prima volta nella storia che avviene un aggancio con un satellite che non era stato progettato per questo scopo, e la prima volta di un aggancio fra 2 satelliti commerciali.
Come detto, MEV-1 è stato lanciato il 9 ottobre del 2019 insieme al satellite EUTELSAT 5 West B, che ha riscontrato problemi con un razzo Proton gestito dall’azienda International Launch Services, e dopo gli opportuni controlli ha utilizzato i suoi motori elettrici per raggiungere il 1º febbraio di quest’anno la quota di Intelsat-901. Anderson, parlando con i giornalisti, ha spiegato che da quel momento il mezzo di servizio ha dovuto eseguire degli ulteriori test per validare le procedure e i sistemi di avvicinamento e aggancio. In particolare sono stati calibrati tutti i sensori e le camere mediante degli avvicinamenti arrivando fino a circa 80 metri dall’obiettivo. Avendo passato tutte le verifiche del caso, a quel punto è stato dato il comando finale e MEV-1 si è agganciato al satellite di Intelsat posizionando come previsto il meccanismo di cattura “sulla gola” del motore di apogeo, il motore principale di un satellite, quello utilizzato per le manovre orbitali.
Durante l’incontro con i giornalisti Tom Wilson, presidente di SpaceLogistics LLC e vice presidente di Northrop Grumman Space Systems, ha annunciato che al momento l’azienda sta costruendo anche un secondo MEV, sempre per conto di Intelsat, e che la messa in orbita è prevista per fine anno con un razzo Ariane 5. Sembra che le operazioni di aggancio si siano svolte in modo perfetto, senza il minimo problema, tanto che durante il medesimo incontro con i giornalisti Jean-Luc Froeliger, vice presidente alle operazioni satellitari di Intelsat, ha affermato che l’azienda vorrebbe effettuare l’aggancio di questo secondo esemplare, chiamato ovviamente MEV-2, direttamente in orbita geostazionaria. Questa prima missione invece si è svolta spostando il satellite e quindi mettendolo fuori servizio per alcuni mesi, esattamente da inizio ottobre a fine marzo quando, secondo i piani, ritornerà in una posizione operativa. L’azienda del Lussemburgo vuole comprensibilmente evitare buchi nei servizi ai clienti ma non ha ancora reso pubblico il prossimo satellite obiettivo del servizio di estensione.
Questo è un buon percorso verso il prossimo aggancio di MEV-2 che noi vogliamo fare mentre i clienti stanno utilizzando il satellite. Crediamo che avremo disturbi minimi ai nostri servizi durante il prossimo aggancio.
Parlando degli aspetti ingegneristici del nuovo mezzo, Anderson di Northrop Grumman ha svelato che è basato sul bus GEOStar, utilizzato per i satelliti da telecomunicazioni, a cui sono stati associati diversi elementi presi dal cargo Cygnus che l’azienda utilizza per i rifornimenti alla ISS e che ha ereditato da Orbital ATK nel 2018 quando ha acquisito l’azienda della Virginia. Da Wilson invece si è appreso che l’anno di ritardo rispetto alle previsioni ha permesso di aggiungere degli ulteriori sistemi di sicurezza su MEV-1, in particolare un sistema per evitare delle scariche elettrostatiche al momento dell’aggancio.
La vita operativa dei mezzi MEV è stimata in 15 anni e questo fa presupporre che l’azienda voglia utilizzarli anche dopo la scadenza del contratto con Intelsat che è di 5 anni, andando quindi a prefigurare delle missioni con un servizio multi-satellite. Wilson ha anche espresso la speranza che il successo di questa missione possa attirare nuovi clienti per questo tipo di servizi poiché al momento Intelsat sembra essere l’unica interessata, ma in passato diversi clienti avevano espresso desideri in tal senso.
A questo proposito ha specificato che non c’è nulla che impedisca a Northrop Grumman di costruire altri MEV oltre ai 2 previsti ma che al momento l’azienda si è focalizzata su un altro tipo di sistema: un nuovo veicolo spaziale denominato Mission Robotic Vehicle (MRV) sarà utilizzato per collegare ai satelliti prescelti dei piccoli Mission Extension Pods (MEP) che forniranno al satellite stesso le risorse per continuare a operare. Sembra che questo tipo di servizio sia più appetibile, probabilmente anche per questioni di costi, visto che l’azienda fa sapere di avere già 3 possibili clienti interessati al sistema.
Parlando invece dei vantaggi per i clienti, il CEO di Intelsat, Stephen Spengler, ha confermato che l’utilizzo di questo servizio ha permesso all’azienda di evitare l’acquisto e la messa in orbita di un nuovo satellite, spostando l’operazione di 5 anni potendo contare comunque su un satellite in buona salute anche se relativamente vecchio come prestazioni. Infatti l’obiettivo di queste missioni, e presumibilmente anche di quelle nuove basate sui MRV, saranno satelliti non troppo vecchi che abbiano semplicemente esaurito il carburante per le operazioni di mantenimento di orbita e orientamento. L’obiettivo a lungo termine non sarà comunque un allungamento a tempo indefinito con missioni reiterate sullo stesso satellite poiché la componentistica arriverà inevitabilmente a fine vita a causa anche dell’esposizione all’ambiente spaziale con tutte le sue conseguenze. Oltre a questo c’è da considerare anche l’avanzamento tecnologico che inevitabilmente porterà a rendere più conveniente avere in orbita un satellite nuovo con prestazioni superiori ma anche con protocolli e servizi non utilizzabili su componentistica vecchia.
Fonte: SpaceNews
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Ottima soluzione in ottica di rendere più sostenibili le attività spaziali.
Non so se sia previsto, ma sarebbe interessante se a fine vita MEV potesse portare il vecchio satellite a disintegrarsi nell’atmosfera, così eviteremmo di riempire lo spazio di rifiuti…