Bartolomeo è in viaggio verso la Stazione con una Dragon storica
Ha illuminato la notte di Cape Canaveral (Florida) il lancio della ventesima e ultima missione di rifornimento della Stazione Spaziale Internazionale commissionata dalla NASA a SpaceX con il contratto Commercial Resupply Services-1. Il veicolo cargo Dragon CRS-20 è partito dal Kennedy Space Center quando in Italia erano le 05:50 del 7 marzo e adesso è in viaggio verso la Stazione con poco più di 2 tonnellate di provviste, attrezzature e ricerche scientifiche all’avanguardia, compresa la prima piattaforma commerciale europea: Bartolomeo.
Il suo arrivo all’avamposto umano nello spazio è atteso per lunedì 9 marzo e gli astronauti NASA Andrew Morgan e Jessica Meir sono pronti ad afferrare Dragon con il braccio robotico Canadarm2. Qualche ora dopo la cattura, prevista alle 13:00 italiane, la navicella sarà agganciata da remoto al modulo Harmony (o Nodo-2), il suo “ormeggio” per le successive 4 settimane.
Un ricco carico scientifico
All’interno della stiva di Dragon CRS-20 sono presenti dozzine di ricerche scientifiche di tutto il mondo che permetteranno all’uomo di espandere la sua conoscenza dello spazio e di migliorare la qualità della vita sulla Terra. Vediamone insieme qualcuna in dettaglio:
VEG-PONDS-03 mette alla prova la tecnologia necessaria alla crescita di piante nello spazio e valuta come esse reagiscono alla microgravità. Sulla Terra, la gravità “spinge” naturalmente l’acqua piovana nel terreno, nutrendo le radici delle piante. Nello spazio, invece, non è così semplice; per questo motivo sono state progettate le unità PONDS (Passive Orbital Nutrient Delivery System) capaci di distribuire l’acqua, di aumentare lo scambio d’ossigeno della pianta e di fornire spazio sufficiente per la crescita delle radici.
Per il test è stata scelta la lattuga romana rossa già protagonista di numerosi esperimenti nel sistema per la coltivazione di piante (Veggie), durante i quali gli astronauti l’hanno coltivata e poi gustata direttamente nello spazio. La lattuga crescerà in un miscuglio di argillite (un materiale poroso) e sarà alimentata con un fertilizzante a rilascio graduale. Alcuni campioni di tessuto vegetale saranno inseguito analizzati e forniranno informazioni su eventuali differenze di crescita rispetto alle piante di controllo coltivate sulla Terra. Test ulteriori hanno lo scopo di monitorare i cambiamenti microbici presenti nelle colture coltivate nello spazio, fornendo dati di base per i futuri risultati della produzione alimentare.
In futuro, queste tecnologie sviluppate nello spazio, potrebbero essere applicate nei cosiddetti “giardini verticali” in aree densamente abitate, dove gli spazi verdi e le aree per la coltivazione di piante sono limitate.
Advanced Combustion via Microgravity Experiments (ACME) è uno studio di 6 esperimenti indipendenti che hanno 3 obiettivi principali: migliorare l’efficienza dei carburanti, ridurre le sostanze inquinanti derivanti dalla combustione e prevenire il rischio d’incendio all’interno di un veicolo spaziale. Grazie alle informazioni ricavate dai modelli matematici di 5 esperimenti, gli ingegneri potranno essere in grado di sviluppare più velocemente e con costi inferiori, una nuova generazione motori a combustione interna. Con esse, inoltre, i ricercatori capiranno meglio cosa succede durante una combustione magra (poco carburante e tanto ossigeno) perché è in questa particolare condizione che si ottiene una maggiore efficienza e si producono meno residui di combustione, in quanto il carbonio sarebbe “catturato” prima che venga rilasciato nell’aria. Tuttavia uno dei pochi svantaggi è una generazione eccessiva di ossidi di azoto (NOx), molto nocivi alla salute.
Il sesto esperimento riguarda la sicurezza delle navicelle spaziali. I ricercatori vogliono approfondire le loro conoscenze capacità dei materiali di prendere fuoco, come i modi per spegnere le fiamme e le condizioni di microgravità necessarie per una combustione prolungata. Ciò li aiuterà anche a valutare l’idoneità delle prove d’infiammabilità esistenti mentre selezionano i materiali per le future navicelle.
Droplet Formation Studies in Microgravity valuta sia la formazione delle gocce che il flusso d’acqua del soffione doccia con la tecnologia Delta Faucet H2Okinetic shower head tecnology. Per risparmiare acqua, il flusso d’acqua nel soffione deve essere ridotto, tuttavia riducendo il flusso si riduce anche l’efficacia di questi dispositivi e spesso fa sì che i consumatori facciano docce più lunghe, ostacolando l’obiettivo di utilizzare meno acqua. Siccome non si conoscono appieno gli effetti della gravità sulla formazione della dimensione delle goccioline d’acqua, la ricerca in microgravità potrebbe aiutare a migliorare la tecnologia, offrendo prestazioni migliori e una maggiore esperienza d’uso mentre si risparmia acqua ed energia.
La piattaforma Bartolomeo
Sicuramente il carico più importante portato sulla Stazione con Dragon CRS-20 è la piattaforma commerciale Bartolomeo, progettata e finanziata da Airbus Space con la collaborazione dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA). Essa è in grado di ospitare fino a 12 moduli scientifici, offrendo a prezzi competitivi un rapido accesso allo spazio, in cui sono inclusi: l’assistenza con la preparazione del modulo, il lancio, l’installazione sulla piattaforma, i costi di gestione, la trasmissione veloce di dati e a richiesta anche il ritorno a Terra. Allo scopo di rendere la piattaforma più accessibile ai potenziali utilizzatori, l’ESA ha intenzione di prendersi carico dei costi del lancio, visto che nella spesa totale questi rappresentano la voce maggiore.
Grande 2 m × 2,5 m e pesante 484 kg, la piattaforma verrà agganciata con Canadarm2 all’esterno del laboratorio europeo Columbus, dove avrà una visuale libera della Terra e dello spazio. Tuttavia per completare la sua installazione e attivarla è necessaria un’Attività Extra-Veicolare che sarà effettuata nei prossimi mesi, molto probabilmente tra l’arrivo della Sojuz MS-16 e il rientro della Sojuz MS-15, quando sulla Stazione ci saranno momentaneamente 6 persone.
Il primo esperimento a trovare spazio sulla piattaforma è la sonda m-NLP (Multi-Needle Langmuir Probe): una strumentazione realizzata dall’Università di Oslo e dalla società norvegese Eidsvoll Electronics, il cui scopo è quello di misurare la densità del plasma ionosferico. I dati ricavati da essa ci aiuteranno a capire come il plasma nell’atmosfera distorce i segnali inviati sulla Terra dai satelliti. Questo a sua volta aiuterà a sviluppare un sistema di previsioni meteorologiche spaziali, capace di prevedere quando si manifesteranno le interferenze nei segnali utilizzati dai sistemi satellitari globali di navigazione.
Curiosità
Con il lancio odierno si conclude un’era decennale di voli per la Dragon di prima generazione, iniziata l’8 dicembre 2010, in cui ha davvero “fatto” la storia. Il 3 giugno 2017 con la missione Dragon CRS-11, SpaceX è stata la prima azienda privata a riutilizzare un veicolo spaziale, con l’obiettivo di abbattere notevolmente i costi di ogni lancio. Da allora di strada se n’è fatta davvero tanta! La Dragon impiegata in questa missione è la C112 che ha volato in precedenza nello spazio altre due volte nel corso delle missioni CRS-10 e CRS-16. Escludendo i due voli di prova necessari per certificare la Cargo Dragon, SpaceX ha effettuato 20 missioni rifornimento della Stazione con 11 capsule diverse, di cui 6 hanno volato più di una volta, pari a circa il 54,5%, per un totale di 9 missioni su 20 ovvero il 45%.
Fonti:
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Scusate l ignoranza. Ma perciò x i prossimi lancia cosa verrà usato? La dragov2 configurata come cargo e non per trasporto di persone?
Esatto.