14 novembre 1969
Dal nostro inviato a Capo Kennedy.
Nonostante le condizioni meteorologiche avverse con cielo coperto, pioggia e vento, il lancio del razzo vettore Saturno V, per la seconda missione di esplorazione umana sulla Luna, è avvenuto oggi dalla rampa 39A del KSC in Florida alle 17:22 ora italiana.
La decisione finale di effettuare il lancio è stata presa al limite imposto dalla regola di missione “1-404” che, essendo il Saturno V non progettato per affrontare le condizioni di un temporale, recita: «Il veicolo non deve essere lanciato se la traiettoria lo porterà attraverso formazioni nuvolose temporalesche (cumulonembi)».
In effetti il vettore non ha attraversato nessuna formazione temporalesca ma, caricandosi elettricamente mentre accelerava attraverso gli strati più densi dell’atmosfera e avendo una lunga scia di gas ionizzato, ha comunque creato le condizioni necessarie per una scarica elettrica verso terra.
Infatti, dopo 36 secondi dal decollo, il Saturno V è stato colpito da un primo fulmine che ha causato un blackout di tutti i sistemi elettrici del modulo di comando Yankee Clipper, lasciando solo l’alimentazione AC di backup. Meno di 20 secondi dopo una seconda scarica ha mandato in tilt la piattaforma inerziale che mostra l’assetto della navicella.
Di fronte a un pannello di controllo illuminato da numerose spie di allarme, il comandante Conrad ha fornito una prima situazione:
Houston, abbiamo allarmi su tre celle a combustibile di cui una è disconnessa, uno sul bus AC, sovraccarico sul bus AC 1 e 2 e i bus primari A e B fuori uso
Conrad
In quel momento ho visto una luce fuori dal finestrino. Eravamo nelle nuvole e sono sicuro che siamo stati colpiti da un fulmine.
Conrad
Apollo 12, abbiamo visto il fulmine percorrere la scia dei vostri propulsori e arrivare a terra.
CapCom Don Lind da Houston
Fortunatamente i sistemi del Saturno V non hanno riscontrato nessun problema e il vettore ha continuato regolarmente l’ascesa. Anche le comunicazioni radio con il controllo missione non si sono interrotte ed entro un minuto dalla prima scarica, da Houston è arrivata la soluzione che ha salvato la missione: «Apollo 12, qui Houston, provate SCE su AUX».
A quel punto gli astronauti hanno posizionato l’interruttore SCE (Signal Conditioner Equipment) sulla posizione ausiliaria, il che ha resettato e ripristinato tutti i sistemi della navicella Apollo. Conrad con gran sollievo ha quindi potuto togliere la mano sinistra dalla leva di aborto e l’ascesa verso l’orbita è proseguita regolarmente.
Dopo la preoccupazione iniziale, per scaricare la tensione accumulata, i tre astronauti si sono cono concessi qualche risata liberatoria:
Hey ragazzi siamo vivi!
Conrad
Anche noi quaggiù abbiamo avuto un paio di arresti cardiaci.
CapCom Jerry Carr da Houston
Non abbiamo mai fatto una simulazione simile vero? […] C’erano cosi tanti allarmi che non riuscivo a vederli tutti.
Gordon
Hey Houston, avete la registrazione audio del lancio? Prima di andare a dormire ci piacerebbe ascoltarla. Quassù stiamo ancora ridendo mentre cerchiamo di ricordare tutte le cose che abbiamo detto e fatto in quei momenti.
Conrad
A 11 minuti e 43 secondi dal decollo l’Apollo 12 ha raggiunto l’orbita di parcheggio a circa 180 km di altitudine e le successive due ore hanno visto l’equipaggio impegnato nella verifica di tutti i sistemi di bordo prima di effettuare l’accensione per l’immissione nella traiettoria verso la Luna.
L’accensione del propulsore J2 dello stadio S-IVB è avvenuta alle 20:10 italiane e ha accelerato l’Apollo 12 fino a più di 39.000 km/h consentendogli di sfuggire all’attrazione gravitazionale della Terra.
Completata l’accensione, il pilota del modulo di comando Dick Gordon ha sganciato la navicella Apollo dallo stadio S-IVB, allontanandosi di qualche decina di metri e, dopo una rotazione di 180°, si è riavvicinato per agganciare ed estrarre il modulo lunare Intrepid dal terzo stadio, che quindi è stato indirizzato in una traiettoria sicura oltre la Luna.
Prima di concludere la giornata, su proposta del controllo missione, Conrad e Bean sono entrati nel LM per verificare se i due fulmini hanno avuto qualche ripercussione sui sistemi e fatto scattare qualche interruttore. Come era stato per i sistemi del Saturn V, anche il modulo lunare non ha subìto particolari ripercussioni, se non per un piccolo pulsante a pressione, bloccato acceso, che attiva la luce interna quando viene aperto il portello di accesso (come quello di un frigorifero).
Finalmente dopo quasi 18 ore dal decollo, sicuramente il più drammatico dall’inizio del programma spaziale, la prima giornata di missione è stata dichiarata conclusa e l’equipaggio ha iniziato il periodo di riposo.
I prossimi tre giorni di viaggio verso la Luna saranno relativamente tranquilli per Conrad, Gordon e Bean, la manovra di inserzione in orbita lunare è infatti prevista per il prossimo 18 novembre.
Fonte e foto credit: NASA