Hazza Al Mansouri, Aleksej Ovčinin e Nick Hague, tre dei nove astronauti a bordo della Stazione Spaziale Internazionale, hanno concluso il loro soggiorno nello spazio ieri e sono tornati a Terra. Si sono trasferiti dalla ISS alla capsula Sojuz MS-12, con cui avevano già viaggiato Ovčinin e Hague a marzo, durante il volo di andata, e si sono staccati dalla nave madre il 3 ottobre 2019 alle 9:37 (ora italiana), dando il via ufficiale da quel momento alla Expedition 61, in cui Luca Parmitano ha assunto il ruolo di comandante della ISS.
Il volo di rientro è stato nominale per tutta la sua durata, non ha subito cioè nessun imprevisto. Dopo circa tre ore e mezza di caduta controllata la capsula ha toccato il suolo nella steppa del Kazakistan, sulla Terra, alle 12:59. È stato un soggiorno da record per i tre. Il pilota aeronautico emiratino al momento è l’astronauta più giovane, classe 1983, ed è il primo astronauta degli Emirati Arabi Uniti della storia; la sua permanenza totale sulla ISS è stata di poco meno di 8 giorni, ma si tratta di un grande passo per l’agenzia spaziale domestica e un momento di grande popolarità personale. Il russo, un veterano ormai, è al suo terzo volo, uno dei quali si è concluso con un atterraggio di emergenza e non ha raggiunto la ISS; è stato il comandante della ISS dell’Expedition 60 fino al passaggio di consegne di due giorni fa con Parmitano. Hague, invece, batte il record maschile americano di permanenza sulla stazione spaziale alla prima missione, con ben 202 giorni; Christina Koch, che è partita con lui a marzo, è rimasta ancora a bordo e raggiungerà più o meno 288 giorni di permanenza record alla prima visita.
Gli astronauti dopo essere arrivati a Terra, sono stati trasferiti in elicottero nella città di Karaganda, sempre in Kazakistan, per una breve cerimonia di benvenuto. Da lì si separeranno: Hague farà rotta verso Houston mentre Al Mansouri e Ovčinin torneranno a Star City, vicino a Mosca.