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I partner ISS sostengono il nuovo piano del Gateway lunare

La configurazione del Lunar Gateway prima del cambio di rotta di NASA Fonte: NASA.

La configurazione del Lunar Gateway prima del cambio di rotta di NASA Fonte: NASA.

I partner del programma International Space Station (ISS) confermano le loro intenzioni di partecipare a un programma analogo riguardante un Gateway lunare, nonostante NASA, spinta dall’attuale amministrazione, all’inizio dell’anno abbia apportato dei sostanziali cambiamenti a quanto precedentemente prospettato.

Il massimo organismo di gestione della ISS, il Multilateral Coordination Board (MCB) composto dalle 5 agenzie che collaborano al programma (CSA, ESA, JAXA, NASA e ROSCOSMOS), ha dichiarato in un comunicato di fine agosto che il Gateway sarà “il prossimo passo decisivo” per l’esplorazione umana dello spazio e che tutti i membri hanno intenzione di contribuire a questo progetto tramite la realizzazione dei suoi moduli o di altri componenti.

Riguardo alle attività di esplorazione oltre l’orbita bassa, i membri del MCB riaffermano la loro intenzione di cooperare alla realizzazione di un avamposto nelle vicinanze della Luna: il Gateway. Nel contesto di un’estesa architettura dedicata all’esplorazione umana, il MCB ritiene che il Gateway rappresenti il prossimo passo fondamentale.

Non si tratta di una novità: le medesime volontà e piani di sviluppo erano state espresse in un incontro del 5 marzo. In quell’occasione era stato presentato anche uno schema di una possibile configurazione del Gateway, sulla base dei contributi prospettati dalle agenzie spaziali del MCB.

Nemmeno 3 settimane dopo, però, il vicepresidente degli Stati Uniti, Mike Pence, in un incontro del National Space Council ha annunciato che il suo paese intende cambiare il piano di esplorazione dello spazio presentato fino a quel momento: ora l’obiettivo è riportare degli astronauti sulla Luna entro il 2024, con un anticipo di ben 4 anni.

L’agenzia statunitense ha dovuto pertanto adeguarsi e rivedere il calendario del programma. Si punta inizialmente a una struttura minimale dell’avamposto, con lo stretto necessario a supportare uno sbarco umano per il 2024, e si rimanda a una fase successiva lo sviluppo del Gateway in una base adibita all’esplorazione continuativa del nostro satellite naturale.

Rappresentazione del modulo PPE Credits: NASA

In questa nuova strategia la versione iniziale del Gateway sarà composta sostanzialmente dal modulo Power Propulsion Element (PPE), adibito alla generazione di elettricità e alla propulsione con motore elettrico, e dall’Habitation And Logistic Outpost (HALO) destinato ad offrire lo spazio abitativo e logistico all’equipaggio oltre alla possibilità di aggancio della capsula Orion.

Così rivisto, il progetto impone una diversa calendarizzazione: tutto il lavoro iniziale viene portato avanti da NASA mentre gli altri partner contribuiranno alla fase successiva con i loro moduli e infrastrutture, a parte ESA che già collabora alla realizzazione del modulo di servizio della capsula Orion, benché non a quella dell’avamposto.

Il modulo PPE è già stato commissionato dall’agenzia statunitense a Maxar Technologies con un contratto sottoscritto a maggio 2019. A luglio la realizzazione di HALO è stata invece assegnata alla Northrop Grumman, secondo NASA l’unica società in grado di fornire materiale adeguato con le nuove tempistiche.

Assieme al sistema di lancio SLS, alla capsula Orion e ai futuri mezzi di atterraggio lunari, questi due moduli permetteranno di concretizzare il programma Artemis di missioni umane sul suolo lunare e di rispettare la data del 2024, assicurando al contempo le specifiche tecniche necessarie alla futura collaborazione internazionale per lo sviluppo del Gateway.

Le altre agenzie rimangono interessate alla collaborazione e condividono la nuova pianificazione. Nel documento precisano infatti:

I membri del MCB condividono la visione per cui il Gateway diventerà un’infrastruttura di esplorazione a supporto delle future missioni lunari e su Marte, grazie alle funzionalità fornite dalla futura collaborazione.

Il Canada aveva già annunciato in febbraio l’intenzione di sviluppare il Canadarm 3, cioè un nuovo sistema di movimentazione robotica da installare sul Gateway, basato sui precedenti due modelli utilizzati nei programmi STS e ISS.

Senza perdere tempo, già in agosto un primo contratto per lo studio preliminare del progetto è stato assegnato alla CSA, l’agenzia spaziale canadese.

Il braccio robotico di Kibo al lavoro con il Canadarm2 della ISS. Fonte: NASA

Il Giappone vorrebbe ottenere il massimo risultato con il minimo sforzo sfruttando come il Canada l’esperienza e gli studi portati avanti col programma ISS. L’agenzia nipponica propone quindi delle soluzioni per l’abitazione e la logistica basate sui moduli Kibo e HTV attualmente in uso sulla Stazione Spaziale Internazionale.

Anche l’agenzia russa ROSCOSMOS mantiene questo approccio: nelle sue intenzioni punta a sviluppare per l’avamposto lunare i moduli necessari a fornire le funzionalità di airlock da utilizzare sia per scopi scientifici sia logistico-manutentivi, come già fatto per la ISS.

L’Agenzia Spaziale Europea (ESA), al netto della fornitura dei moduli di servizio di Orion già previsti da precedenti accordi con NASA, sconta come al solito una certa lentezza burocratica: tutto infatti è rimandato alla riunione ministeriale di novembre quando si potranno conoscere i piani precisi di collaborazione e le proposte tecniche.

Ci sono comunque delle voci non ufficiali secondo cui la parte europea dell’infrastruttura dovrebbe genericamente fornire funzionalità abitative, di comunicazione, di rifornimento e scientifiche, partendo anche in questo caso dall’esperienza maturata con i moduli dell’attuale programma ISS.

Dalle dichiarazioni ufficiali non è apparso ben chiaro invece quali siano i progetti NASA post 2024, riguardanti la seconda parte del programma Gateway, ma il 16 agosto l’agenzia ha diramato una richiesta per proposte di generici servizi logistici commerciali verso l’orbita lunare.

Installazione del modulo europeo Columbus, l’11 febbraio del 2008. Credit: NASA

Oltre a questa versione lunare dei servizi cargo della ISS, negli ambienti industriali ci si aspetta che negli Stati Uniti si sviluppino altri moduli abitativi e scientifici o che quanto meno siano coinvolti in ulteriori moduli di respiro internazionale.

La collaborazione si coordinerà per assicurare che lo sviluppo del Gateway continui con la giusta tempistica in modo da realizzare gli obiettivi di corta e lunga durata, da consentire i primi utilizzi e da valutare le opportunità di future cooperazioni in vista dell’esplorazione della superficie lunare e, in prospettiva, quella di Marte.

Questa è la conclusione della dichiarazione, che però non ha dato nessuna indicazione sulle tempistiche previste per lo sviluppo successivo al 2024.

Queste dichiarazioni e informazioni giungono come detto dagli attuali partner del programma ISS e riguardano esclusivamente loro. Allo stato attuale nulla si sa di eventuali estensioni della collaborazione ad altre agenzie che hanno dimostrato di avere le necessarie capacità tecniche, come quella cinese o indiana.

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