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ESA chiede aiuto alla NASA per i paracadute di ExoMars

E previsto che il rover Rosalind Franklin di ExoMars 2020 atterri ad Oxia Planum. Copyright: NASA/JPL/USGS

A seguito dei problemi incontrati con la fase di test dei paracadute di ExoMars 2020 a maggio ed agosto di quest’anno, l’Agenzia Spaziale Europea ha chiesto l’assistenza della NASA al fine di ottenerne la tanto attesa qualifica per il volo.

ESA ha infatti in programma due nuovi test in quota per la verifica del paracadute supersonico e di quello subsonico, i quali dovranno entrare in azione durante la fase di discesa ed atterraggio della sonda russo-europea ExoMars 2020.

I nuovi test saranno condotti a dicembre e a febbraio 2020 e si concentreranno sul paracadute supersonico da 15 metri di diametro e su quello subsonico da 35 metri. Entrambe le prove, svolte a una altitudine elevata per simulare l’atmosfera marziana, sono fondamentali per l’ottenimento della certificazione per la missione di tutto il sistema dei paracadute. Le tempistiche sono dunque serrate, visto che ad aprile 2020 è in programma la revisione finale di tutta la missione, secondo quanto riferito recentemente ai media dai responsabili del progetto. È sufficiente che uno solo di questi test fallisca per far perdere la stretta finestra di lancio, che va dal 25 luglio al 13 agosto del prossimo anno, costringendo il rinvio del lancio alla seguente, che cadrà alla fine del 2022. Nel frattempo, come riferito recentemente, il lander Kazačok ed il rover Rosalind Franklin sono pronti per essere sottoposti ai test ambientali.

È previsto che ExoMars venga lanciata con un razzo Proton russo, e che raggiunga Marte nel 2021. A quel punto il suo complesso sistema di paracadute, composto da due piccoli paracadute pilota, dal paracadute supersonico e da quello subsonico, dovrà entrare in azione in maniera impeccabile.

Nel primo test fallito, i paracadute principali sono rimasti danneggiati ancor prima di dover sostenere il pieno carico previsto. È stato utilizzato del teflon per le sue proprietà tribologiche, al fine di ridurre gli attriti durante il rilascio dei paracadute dai rispettivi contenitori per mezzo di mortai, tuttavia anche nel secondo test sono stati riscontrati gli stessi problemi.

Durante un incontro tenutosi in ESA agli inizi di settembre, gli ingegneri europei hanno discusso del problema assieme ai colleghi del Jet Propulsion Laboratory, i quali hanno potuto visitare le strutture coinvolte nella realizzazione del sistema dei paracadute. Anche secondo gli ingegneri della NASA, i danni ai paracadute si sono verificati durante l’estrazione dei medesimi dalle rispettive sacche, inoltre è stato determinato che i danni ai cavi di sostegno sono stati determinati con tutta probabilità dalle asimmetrie nelle forze di tensione risultanti dai danni riportati dalle calotte frenanti. Si tratterà quindi di modificare queste sacche, semplificandone il progetto in modo tale da evitare che tocchino i paracadute durante la delicata fase di estrazione. È imminente presso l’ESTEC (European Space Research and Technology Center) di Noordwijk, nel Sud dell’Olanda, un incontro con i partner industriali coinvolti nel progetto dei paracadute, per discutere sulle contromisure da implementare in vista dei prossimi test.

Una rappresentazione artistica del rover Rosalnd Franklin di ExoMars 2020. © ESA/ATG medialab

Nuovi test in Oregon

Mentre i precedenti test si sono tenuti presso l’Esrange Space Center di Kiruna, in Svezia, i prossimi due si terranno in Oregon, negli USA, visto che il centro europeo sospende i test a partire dalla fine di agosto a causa delle variazioni atmosferiche stagionali e per l’inizio della stagione di caccia. La missione ExoMars vede coinvolta anche l’agenzia spaziale russa Roskosmos, che oltre a fornire il lanciatore ha costruito il lander Kazačok (piccolo cosacco), che è dotato di un sistema di razzi di atterraggio e, come detto, ospita il rover Rosalind Franklin. I paracadute rallenteranno la sonda nel corso dei sei minuti previsti per le fasi di ingresso atmosferico, discesa e atterraggio, fino a quando a circa 30-40 secondi dal contatto con il suolo marziano, non si attiveranno i razzi del sistema di frenata propulsa.

Visto che sostanzialmente l’hardware della sonda ExoMarx 2020 è stato approntato secondo le tempistiche previste, sarebbe davvero un peccato dover rinviare la missione per colpa del sistema dei paracadute.

Fonti: SpaceNews.com; ESA

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