Questa mattina alle 07:36 italiane l’equipaggio dell’Expedition 60 ha interrotto la manovra di attracco della capsula Sojuz MS-14, che ha fallito la fase finale di avvicinamento alla Stazione Spaziale Internazionale.
La navicella russa, partita due giorni fa da Bajkonur per una missione di prova senza equipaggio a bordo, avrebbe dovuto completare in via automatica l’avvicinamento alla ISS grazie al sistema di guida “Kurs”, che però ha fallito l’aggancio con lo speciale bersaglio posto all’esterno del modulo Pirs.
Dopo l’invio del comando di aborto da parte del cosmonauta Aleksej Ovčinin, che con il suo collega Aleksandr Skvorcov stava monitorando l’arrivo della Sojuz, la capsula ha interrotto ulteriori tentativi di approccio e si è portata, come programmato per questi casi, in una posizione sicura alle spalle e più in alto rispetto alla Stazione Spaziale.
I controllori di volo russi hanno comunicato all’equipaggio che i primi dati sembrano indicare la fonte del problema in un malfunzionamento non già della Sojuz, quanto del bersaglio del sistema Kurs montato all’esterno della ISS.
I controllori stanno trasmettendo all’equipaggio una serie di procedure per utilizzare un diverso amplificatore di segnale per il sistema bersaglio di Kurs.
Come detto, a bordo della Sojuz MS-14 non c’è un equipaggio umano. Il solo occupante del modulo di rientro è un robot russo chiamato Fedor che, contrariamente a quanto scritto da vari media, non è in alcun modo coinvolto nel comando del veicolo.
Anche se la possibilità di tentare un nuovo aggancio si presenta ogni 24 ore, prima di procedere i tecnici del centro di controllo di Mosca effettueranno una serie estensiva di controlli. Se tutto andrà per il meglio, secondo NASA un secondo tentativo di attracco si svolgerà lunedì 26 agosto.
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Fonte: NASA