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SpaceX rinvia ancora il lancio del Falcon 9 con i primi satelliti Starlink

Il Falcon 9 con il suo numeroso carico, poco prima del suo secondo scrubb. Credits: SpaceX

Dopo il rinvio del lancio di mercoledì scorso, 15 maggio, a causa dei forti venti in quota, SpaceX aveva riprogrammato il secondo tentativo di lancio per il giorno seguente, giovedì, (alle 03:30 italiane di venerdì), ma a circa tre ore dall’apertura della finestra di lancio i responsabili della missione hanno deciso di fermare ancora le operazioni.

La causa di questo secondo rinvio risiede nella necessità di aggiornare il software del payload, e di effettuare un triplo check su tutti i sistemi.

Il particolare payload del Falcon 9 consiste nei primi 60 satelliti del network Starlink, con il quale la compagnia di Elon Musk intende fornire servizi di internet ad alta velocità e su banda larga.

Questi satelliti sono stati costruiti nella fabbrica della SpaceX di Redmond, nello stato di Washington. Essi sono sostanzialmente dei pannelli piatti dotati di antenne ad alta potenza per trasmettere i segnali internet e di propulsori ionici al kripton. Ogni unità pesa 227 kg.

Una volta raggiunta l’orbita, l’upper stage del Falcon 9 rilascerà il carico circa un’ora dopo il liftoff da Cape Canaveral e questa delicata operazione verrà eseguita in una modalità molto particolare.

I primi 60 satelliti Starlink stipati nella carenatura del Falcon 9. Credits: SpaceX

Secondo quanto dichiarato dallo stesso Musk durante una conferenza stampa tenuta in occasione del primo tentativo di lancio, il rilascio dei satelliti avverrà lentamente mentre lo stadio verrà messo in rotazione; sarà la differente quantità di inerzia rotazionale di ciascun satellite della pila a permettere il rilascio. Non ci saranno quindi molle o attuatori a compiere l’operazione, che verrà trasmessa in webcast tramite un’apposita videocamera

Ci potrebbe senz’altro essere la possibilità di qualche contatto fra le varie unità, seppur a una velocità molto ridotta, tuttavia i satelliti sono progettati per poter gestire anche questa eventualità.

L’intento che ha spinto gli ingegneri a scegliere questa opzione, è stato ovviamente quello di evitare l’impiego di 60 differenti sistemi di rilascio.

Dopo essersi staccati dall’upper stage, i satelliti inizieranno il riscaldamento del propulsore ionico, ed eseguiranno una serie di status check. Entro tre o quattro ore i controllori saranno in grado di conoscere il loro reale stato di salute.

Il rilascio avverrà a una quota di 440 km e i propulsori ionici, al termine di una lunga manovra, collocheranno i dispositivi alla quota operativa di 550 km, dove inizieranno i propri test dimostrativi.

Questi 60 satelliti Starlink sono di nuova concezione rispetto ai due prototipi lanciati da SpaceX lo scorso anno; essi sono più leggeri e usano uno schema di separazione differente. In questa prima fase l’azienda di Hawthorne intende lanciare ben 4.425 satelliti operanti in banda Ka e Ku, di seguito verranno lanciate altre 7.514 unità che opereranno in banda V.

Le tradizionali costellazioni di satelliti per le comunicazioni generalmente operano a quote orbitali molto maggiori, ovvero a 36.000 km (orbita geostazionaria) al di sopra dell’equatore, con un singolo satellite che copre un’ampia regione geografica. I satelliti Starlink, posizionati su orbite più basse, ritrasmetteranno i segnali da utente a utente tramite una rete intricata di connessioni radio fornite da stazioni al suolo e anche attraverso dei collegamenti laser inter-satellitari.

Starlink è una delle diverse compagnie impegnate nel business delle costellazioni a banda larga a bassa latenza in orbita bassa, come descritto nell’articolo di AstronautiNEWS del 13 maggio.

SpaceX ha già ricevuto l’approvazione da parte della Federal Communication Commission per i quasi 12.000 satelliti del progetto che verranno posizionati a diverse altitudini orbitali, sempre in orbita bassa. Tuttavia, attualmente il focus è quello di lanciare qualche centinaio di spacecraft in modo tale da stabilire un network in grado di coprire la maggior parte della popolazione mondiale.

Elon Musk ha puntualizzato che la capacità operativa iniziale sarà raggiunta dopo il lancio del 400º satellite, mentre un significativo miglioramento dell’operatività avverrà solo dopo che l’800ª unità avrà raggiunto l’orbita. I lanci successivi su diversi piani orbitali serviranno ad ampliare il sistema. Una volta lanciati i primi 400 spacecraft, si prevede di dare inizio alla vendita dei primi servizi.

Il nuovo tentativo di lancio del Falcon 9, è stato fissato per le 04:30 CEST di giovedì 23 maggio 2019. SpaceX prevede di effettuare dai due ai sei ulteriori lanci per il sistema Starlink, entro la fine dell’anno.

Fonte: Spaceflight Now.

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