SpaceX: fallisce un test dei paracadute della Crew Dragon

Non sembra un buon periodo per SpaceX; alla perdita del core del Falcon Heavy della missione Arabsat-6, già atterrato su OCISLY, e all’esplosione della capsula Dragon Crew che aveva raggiunto la stazione spaziale, durante una prova a terra dei motori SuperDraco, va ora ad aggiungersi il fallimento di uno dei test che doveva dimostrare l’idoneità al volo umano dei paracadute del nuovo veicolo.

La notizia è emersa l’8 maggio, durante l’audizione di alcuni dirigenti NASA da parte della Commissione Science, Space and Technology della Camera dei Rappresentanti. Nell’aprile scorso, presso il Delamar Dry Lake in Nevada, durante un test in cui uno dei quattro paracadute di cui è dotata la Crew Dragon era stato messo volutamente fuori uso, per verificare la capacità degli altri tre di consentire un atterraggio sicuro agli astronauti, qualcosa non ha funzionato come ci si aspettava. I tre paracadute non si sono completamente aperti e il veicolo di prova ha toccato terra a una velocità superiore a quella prevista, risultandone danneggiato. A differenza di quanto avvenuto lo scorso 20 aprile, non si trattava di una vera capsula ma di una semplice “slitta metallica” (metal sled test) che ne simulava la massa.

La riunione della Commissione non riguardava il programma Commercial Crew, bensì l’esplorazione della Luna e dello spazio profondo, ma a portare l’attenzione sull’incidente occorso a SpaceX, nel momento destinato alla discussione, è stato il repubblicano Mo Brooks che ha incalzato di domande Patricia Sanders, presidente dell’Aerospace Safety Advisory Panel (ASAP), l’organo indipendente di NASA che si occupa della sicurezza dei voli aerospaziali, e William Gerstenmaier, responsabile NASA per le operazioni con equipaggio.

Brooks è stato eletto in Alabama, in un distretto in cui si trovano Huntsville e Decatur, ove hanno sede il Marshall Space Flight Center e United Launch Alliance, ed è noto per aver assunto posizioni piuttosto critiche rispetto alle nuove aziende spaziali e a SpaceX. Il politico si è rivolto inizialmente alla Sanders, dal momento che l’ente da lei guidato, nei mesi scorsi, ha più volte espresso preoccupazioni in merito ai risultati dei test sui paracadute effettuate nell’ambito del programma Commercial Crew.

Il presidente di ASAP ha ammesso che le incertezze sul funzionamento dei sistemi di atterraggio riguardano uno dei rischi più gravi che devono essere affrontati da SpaceX e da Boeing prima dell’avvio dei voli con equipaggio, ma ha riconosciuto che le due società hanno compiuto grandi progressi nella comprensione e nella mitigazione delle problematiche rilevate.

Richiesta da Brooks di dare precisi dettagli in merito all’anomalia riscontrata durante i test di SpaceX (della quale evidentemente il politico risultava già a conoscenza), la Sanders ha invocato l’aiuto dell’Associate Administrator di NASA, meglio informato sui fatti. Gerstenmaier, nel descrivere l’evento nei termini che abbiamo sopra ricordato, ha ammesso che al momento non è ben chiaro se il fallimento del test sia dovuto a qualche aspetto della sua realizzazione, allo specifico materiale usato per quella prova o alla sua preparazione, piuttosto che a uno o più elementi del design dei paracadute. Ha tuttavia aggiunto che durante il test erano in funzione sensori e strumenti che permetteranno di dare precise risposte:

Da insuccessi come questo acquisiamo i dati e le informazioni che occorrono per arrivare a un design sicuro per i nostri equipaggi. Non lo vedo perciò come un fatto negativo: è proprio questo il motivo per cui facciamo i test, spingendo le cose sino al limite.

L’Associate Administrator di NASA per il settore Human Exploration and Operations William Gerstenmaier durante la sua testimonianza di fronte alla Commissione della Camera dei Rappresentanti. Credit: NASA/Bill Ingalls

Gersentmaier si è detto sicuro che i team di SpaceX e NASA saranno in grado di attuare le dovute contromisure. Occorre anche notare che il test di cui parliamo non è né il primo, né l’unico. SpaceX fino a oggi ha effettuato sui paracadute ben diciannove prove e, prima dell’anomalia rilevata ad aprile, altri cinque test dello stesso tipo, ossia con uno dei quattro paracadute volutamente inefficiente, si sono conclusi con successo.

I quattro paracadute conducono la Crew Dragon DM-1 all’ammaraggio. Credit:
NASA/Cory Huston

È oggettivamente presto per dire quanto quest’ulteriore incidente ritarderà il primo volo con equipaggio della Crew Dragon, la cui data di partenza, che ormai sembrava a portata di mano dopo la “trionfale” missione DM-1, è stata per ora rinviata senza una precisa scadenza. Quel che va sicuramente ribadito, al di là della delusione dei fan e degli atteggiamenti provocatori di certi politici, è che le tecnologie che permettono di viaggiare nello spazio sono complesse, che in questo campo non c’è nulla di facile né di scontato e che i test e le verifiche richieste per la certificazione di un veicolo con equipaggio, non possono essere guardate come mere formalità o inutili adempimenti burocratici che ostacolano il sicuro avanzare dell’innovazione.

Nessuno può pensarsi immune da incidenti e imprevisti nella realizzazione di un compito tanto impegnativo. La stessa Boeing che, con una puntualità che è difficile ritenere casuale, nelle stesse ore in cui si diffondeva la notizia dell’incidente di SpaceX ha potuto vantarsi di aver concluso con successo i test sui paracadute dello Starliner, nei mesi scorsi aveva incontrato analoghe difficoltà con i sistemi di atterraggio, alle quali va aggiunta l’anomalia verificatasi nel giugno 2018, durante l’accensione di prova dei motori di abort.

Invece che guardare i risultati imprevisti dei test come meri insuccessi, potrebbe essere opportuno far propria la “saggezza” di Gerstenmaier che, senza retorica, ha definito l’incidente di SpaceX «un regalo»; non un fallimento ma una base su cui costruire:

Abbiamo a disposizione dati preziosissimi che ci aiuteranno a capire se quanto si è verificato è qualcosa che deve essere corretto o se si è trattato di un evento inerente lo specifico test.

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Roberto Mastri

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