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SpaceX Dragon CRS-17 rimandato per un problema elettrico sulla ISS

NASA ha annunciato di aver chiesto a SpaceX il rinvio del liftoff della missione di rifornimento alla ISS denominata CRS-17 previsto per oggi, 1º maggio, a causa di un problema ai sistemi di alimentazione della stazione, che non permetterebbe di disporre delle condizioni previste per la cattura e l’attracco del cargo.

Il guasto, che si è manifestato il 29 aprile, riguarda una delle Main Bus Switching Unit (MBSU) , un componente che distribuisce l’elettricità prodotta dai pannelli solari a due degli otto canali energetici della stazione. Non si tratta di un problema che mette a rischio la vita degli astronauti a bordo o che compromette la loro operatività, ma è pur sempre rilevante. «In pratica è venuto a mancare un quarto dell’energia della stazione spaziale» ha ammesso ieri Bill Gerstenmaier, Associate Administrator di NASA per il settore Human Exploration and Operations, in occasione di un incontro pubblico in cui ha aggiunto alcuni dettagli alle sintetiche informazioni fornite dalle comunicazioni ufficiali.

Da esse si apprende comunque che l’unità MBSU che è entrata in avaria è la numero 3, quella che alimenta i canali 3A e 3B, da cui dipendevano l’alimentazione ordinaria dei sistemi di comunicazione in banda Ku, dello Spettrometro Magnetico Alfa (AMS-2) e di uno dei dispositivi giroscopici per il controllo di assetto (Control Moment Gyro-3) e quella di ridondanza del braccio manipolatore SSRMS, meglio noto come Canadarm-2. Non c’è nessuna relazione tra il guasto e gli interventi compiuti recentemente dagli astronauti sulle batterie; infatti, durante le spacewalk di marzo si è lavorato sui canali 4A (EVA 52) e 2A (EVA 53).

Le otto coppie di pannelli solari della ISS con l’indicazione dei relativi canali energetici. Credit: ISAA/AstronautiCAST

Laddove possibile, i dispositivi interessati dal calo di potenza, sono stati spostati su altri canali, ma non si è potuta rimpiazzare la ridondanza per il braccio robotico. Quest’ultimo risulta quindi funzionante, grazie al suo sistema di alimentazione principale, che però non potrebbe essere sostituito in caso di guasto. Ne consegue che le operazioni del Canadarm per le quali le mission rule prevedono la ridondanza dell’alimentazione sono per il momento interdette e tra queste, come ha precisato Gerstenmaier, ci sono quelle relative alla cattura e all’attracco di cargo.

Si spiega perciò l’esigenza di rinviare il lancio della Dragon in attesa del ripristino dei sistemi energetici, attraverso la sostituzione dell’unità MBSU difettosa. Non si tratta di un intervento di routine, ma è comunque un’operazione che stata più volte portata a termine con successo sulla ISS. Nei primi tempi veniva eseguita dagli astronauti, tramite EVA, ma dal 2017 viene compiuta dai tecnici di terra, attraverso il braccio robotico.

Time lapse della sostituzione, attraverso braccio robotico, della MBSU 2 (relativa ai canali 2A e 2B)

L’intervento di riparazione è previsto per il 2 maggio. Se tutto andrà come previsto, ci sarà semaforo verde per il decollo della missione CRS-17 dal Complesso di Lancio 40 di Cape Canaveral.

La prima finestra di lancio disponile si aprirà venerdì 3 alle 9.11, ora italiana; le previsioni meteo per quella data sono parzialmente buone: l’ultimo bollettino emesso dal 45th Weather Squadron dell’Air Force parla di un 40% di possibilità di violazione delle condizioni previste per il liftoff.

L’Orbiting Carbon Observatory-3 (OCO-3), a destra, e lo Space Test Program-Houston 6 (STP-H6) installati all’interno del trunk della Dargon CRS-17. Credit: NASA

CRS-17 utilizzerà un Falcon 9 nuovo e una Dragon ricondizionata (in questa missione dovrebbe tornare a volare il cargo C113, che è già stato impiegato nella missione CRS-12 nell’agosto 2017 e che, tra l’altro, è anche l’ultima capsula Dragon 1 ad essere stata costruita). A bordo ci saranno 2,5 tonnellate tra rifornimenti e materiali per esperimenti. Nel trunk non pressurizzato sarà trasportato l’Orbiting Carbon Observatory-3, che sarà posizionato all’esterno del modulo giapponese, per indagini sull’atmosfera terrestre.

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