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NASA incastra un fornitore disonesto

Presso lo Space Launch Complex 576-E della Vandenberg Air Force Base in California, i tecnici della Orbital Sciences controllano una gru che solleva l'upper stage del satellite Glory della NASA per veniro poi issato sul lanciatore. Taurus XL Credits: NASA

Gli investigatori del Launch Services Program di NASA hanno determinato la principale causa tecnica per i fallimenti dei lanci del vettore Taurus XL per le missioni dell’agenzia Orbiting Carbon Observatory (OCO) e Glory, avvenuti rispettivamente il 24 febbraio 2009 e il 4 marzo 2011; per entrambi i satelliti è stato fatale l’impiego di materiali difettosi forniti dal produttore di alluminio Sapa Profiles Inc. (SPI).

L’indagine tecnica ha coinvolto anche l’Office of the Inspector General della NASA e l’U.S. Department Of Justice (DOJ). Proprio nel suo rapporto pubblicato recentemente, il DOJ ha spiegato che dopo le accuse penali e civili mosse verso il fornitore, Sapa Profiles Inc. si è accordata per versare un risarcimento al governo USA e agli altri clienti commerciali, la somma di 46 milioni di dollari,

È stato appurato che nell’arco di 19 anni, SPI ha falsificato migliaia di certificazioni relative alle sue estrusioni in alluminio vendute a centinaia di clienti.

Martedì 30 aprile, l’ente spaziale statunitense ha pubblicato un riassunto relativo ai lanci falliti, che è il frutto della pluriennale indagine tecnica svolta da LSP e che va a integrare i report sui fallimenti delle missioni OCO e Glory rilasciati in precedenza.

Nelle conclusioni si evince che per entrambi i lanci, la carenatura di incapsulamento (fairing) che serve a proteggere il satellite mentre attraversa gli strati più densi dell’atmosfera durante il lancio, non si è separata al momento opportuno, ma non si è riusciti a trovare la causa tecnica dell’anomalia. Tuttavia, gli investigatori della NASA ritengono che SPI abbia alterato i risultati dei test, fornendo alla Orbital Sciences Corporation, costruttore del razzo Taurus XL, delle false certificazioni relative alle parti in alluminio estruso utilizzate per la realizzazione dei giunti frangibili del fairing. Un giunto frangibile è un sistema di separazione strutturale che viene attivato tramite una carica pirotecnica. Il materiale difettoso utilizzato per le carenature dei due satelliti evidentemente ha impedito la separazione del fairing che, rimanendo sullo stadio, ne ha appesantito la massa impedendo la corretta messa in orbita dei due payload.

«NASA si affida all’integrità della nostra industria attraverso la catena dei fornitori. Noi eseguiamo i nostri test, ma non possiamo ri-testare ogni singolo componente. Questo è quello che richiediamo per determinata componentistica testata e certificata, e per cui paghiamo i nostri fornitori», ha detto Jim Norman, Director for Launch Services presso il quartier generale della NASA di Washington. «Quando i risultati dei test vengono alterati e le certificazioni vengono fornite in maniera disonesta, le missioni falliscono. Nel nostro caso, i vettori Taurus XL utilizzati per i satelliti OCO e Glory hanno causato la perdita di oltre 700 milioni di dollari e di anni di lavoro di molti scienziati. È fondamentale che NASA abbia la massima fiducia nei prodotti della nostra industria e che essi siano testati e certificati secondo gli standard da noi richiesti. In questo caso, la nostra fiducia è stata violata.»

Per proteggere la catena dei fornitori, NASA ha sospeso SPI dai contratti governativi proponendo l’azienda per l’interdizione. L’esclusione dai contratti governativi è in atto dal 30 settembre 2015. NASA ha inoltre proposto per l’interdizione la Hydro Extrusion Portland Inc., in precedenza nota come SPI, e la compagnia è attualmente esclusa dai contratti tramite il governo federale.

«È grazie principalmente al duro lavoro e alla devozione delle tante persone altamente motivate del Launch Service Program, che ora siamo in grado di determinare con certezza la causa di due fallimenti estremamente fastidiosi e di proteggere la catena governativa dei fornitori aerospaziali», ha spiegato Amanda Mitskevich, program manager di LSP presso il Kennedy Space Center, in Florida. «Ci è voluto molto tempo per raggiungere questo risultato, ci sono voluti anni di indagini e test, ma oggi possiamo affermare che ne è valsa la pena e sono estremamente felice del lavoro svolto dal team.»

Fonte: NASA

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