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NASA incarica 11 compagnie americane per studiare i lander lunari abitati

Un'immagine artistica di un lander lunare. Credits: NASA

Sono ben 11 le aziende statunitensi che l’ente spaziale americano ha incaricato, per l’esecuzione di studi e per la realizzazione dei prototipi di lander abitati relativi al proprio programma di esplorazione Artemis. Questo progetto ha lo scopo di portare gli astronauti americani (la prima donna e il prossimo uomo) sul suolo del polo sud lunare per il 2024 e di stabilire missioni sostenibili per il 2028.

«Al fine di accelerare il nostro ritorno sulla Luna, stiamo sfidando il nostro tradizionale modo di condurre questo tipo di progetti. Semplificheremo tutto, dall’approvvigionamento alle partnership, allo sviluppo dell’hardware e persino alle operations,» ha dichiarato Marshall Smith, direttore dei programmi per l’esplorazione lunare del quartier generale della NASA di Washington. «Non vediamo l’ora di tornare sulla Luna il più presto possibile e questa collaborazione fra pubblico e privato per lo studio dei sistemi abitati di allunaggio, è un passo importante in questo processo».

Secondo quanto indicato nell’Appendix E dei contratti Next Space Technologies for Exploration Partnerships (NextSTEP), le compagnie selezionate studieranno e/o svilupperanno dei prototipi nel corso dei prossimi sei mesi al fine di ridurre i rischi di programmazione per gli elementi relativi alla discesa, al trasferimento, e al rifornimento, per un potenziale sistema di atterraggio con equipaggio.

Il piano proposto da NASA, è di trasportare gli astronauti con un sistema di atterraggio che includa un’unità di trasferimento per il tragitto dal Gateway lunare all’orbita lunare bassa, un modulo di discesa per il loro trasporto sulla superficie selenica, ed un elemento per la risalita verso il Gateway. L’agenzia sta inoltre focalizzando la propria attenzione sulle capacità di rifornimento, in modo tale da rendere questi sistemi riutilizzabili.

Complessivamente, i fondi elargiti per finanziare questi studi ammontano a 45,5 milioni di Dollari, ed essendo NextSTEP un programma di partnership pubblico/privato, viene richiesto alle compagnie di coprire almeno il 20% del costo totale. Con questo meccanismo di condivisione fra il settore pubblico e quello privato, sarà possibile ridurre i costi che ricadono sul contribuente, incoraggiando nello stesso tempo i primi investimenti privati nell’economia lunare.

I vincitori, provenienti da otto stati della nazione, sono:

Per accelerare il lavoro, NASA sta sollecitando azioni contrattuali non definite, che possano consentire all’agenzia stessa di autorizzare i partner a dare inizio ad una parte del lavoro, mentre i negoziati per l’aggiudicazione del contratto continuano in parallelo.

«Stiamo intraprendendo le azioni necessarie al fine di incominciare lo sviluppo il più velocemente possibile; esse includono anche l’appello a un’opzione del progetto NextSTEP che permetta ai nostri partner di poter iniziare il lavoro mentre i negoziati sono ancora in corso,» ha spiegato Greg Chavers, Human Landing System Formulation Manager presso il Marshall Space Flight Center di Huntsville, Alabama, della NASA. «Siamo molto attenti a raccogliere gli iniziali feedback da parte dell’industria riguardo i nostri requisiti per il sistema abitato di allunaggio e le azioni contrattuali indefinite saranno di molto aiuto».

NASA ha dato la sua prima approvazione all’industria lo scorso aprile, emettendo una pre-sollecitazione relativa alla propria intenzione di entrare in collaborazione con le compagnie americane per lo sviluppo di un lander integrato. La sollecitazione ufficiale, che verrà rilasciata la prossima estate, fornirà i requisiti per l’allunaggio previsto per il 2024, e lascerà via libera all’industria statunitense di proporre idee innovative relative allo sviluppo dell’hardware e alla sua integrazione.

«Questo nuovo approccio non prevede uno specifico progetto o un numero determinato di elementi per il sistema di allunaggio,» ha continuato Chavers. «NASA ha bisogno di un sistema per condurre i nostri astronauti sulla Luna riportandoli poi a casa in sicurezza, lasciando molto spazio ai nostri partner commerciali per la gestione delle specifiche».

NASA manderà astronauti sulla Luna, quindi su Marte, in una maniera ponderata e sostenibile. La direzione indicata dalla Space Policy Directive-1 si fonda sull’enorme lavoro che l’ente spaziale americano sta facendo con il vettore Space Launch System e con l’astronave Orion, sugli sforzi per coinvolgere i partner commerciali americani e quelli internazionali, e sulle nuove conoscenze ottenute grazie alle missioni robotiche sulla Luna e su Marte.

Rappresentazione artistica di un veicolo di risalita che decolla da un veicolo di discesa lunare. Credits: NASA

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