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Beresheet entra nell’orbita lunare e si appresta all’allunaggio

SpaceIL ha annunciato ieri che la sonda Beresheet è entrata con successo nell’orbita lunare, apprestandosi al primo, storico tentativo di atterraggio di una sonda privata sulla superficie lunare, previsto per la settimana prossima.

La missione israeliana Beresheet è stata sviluppata dalla compagnia privata SpaceIL. Il lander, originariamente progettato per partecipare all’ormai concluso Google Lunar X-Prize, è stato lanciato il 22 febbraio scorso con il Falcon 9 che ha portato in orbita il satellite indonesiano Nusantara Satu. Beresheet ha impiegato circa un mese e mezzo per innalzare gradualmente la propria orbita e farsi catturare proprio ieri dall’ attrazione gravitazionale lunare. Dopo un viaggio di 5,5 milioni di chilometri attorno alla Terra, Il lander ha attivato ieri il suo motore principale per sei minuti a partire dalle 16:18 ora italiana, rallentando Beresheet di circa 1.000 chilometri all’ora, abbastanza per entrare in orbita attorno alla luna. SpaceIL ha dichiarato che la manovra è avvenuta come previsto, immettendo la navicella in un’orbita ellittica con un perilunio di 500 chilometri e un apolunio di 10.000 chilometri. Il prossimo passo sarà lo spostamento ad un’orbita circolare di 200 chilometri di altezza, in preparazione del tentativo di atterraggio previsto per l’11 aprile. La sonda cercherà di atterrare nel Mare della Serenità, nell’emisfero nord del lato visibile della Luna. Intanto, dall’orbita lunare, Beresheet ha ripreso bellissime immagini della Luna, incluse alcune del suo lato nascosto.

Se Beresheet dovesse avere successo, Israele potrebbe diventare la quarta nazione a compiere un atterraggio morbido sulla luna, dopo l’ex Unione Sovietica, gli Stati Uniti e la Cina. Israele è però già la settima nazione a mettere un satellite in orbita attorno alla Luna, dopo le summenzionate nazioni che vi sono sbarcate, più l’India, il Giappone e l’Europa.

Le fasi della missione Beresheet (fonte: SpaceIL)

La missione di Beresheet però non è andata così liscia sin dall’inizio. Il controllo missione, infatti, ha identificato un problema alle telecamere star tracker della sonda poco dopo il lancio. Queste telecamere sono utilizzate per localizzare le posizioni delle stelle nel cielo, contribuendo a determinare l’orientamento della sonda nello spazio. SpaceIL ha dichiarato che il problema è legato all’eccessiva sensibilità delle telecamere alla luce solare. Beresheet ha anche saltato una delle sue accensioni orbitali a fine febbraio a causa di un reset del computer, ma il controllo missione è riuscito a contenere i tempi di ingresso nell’orbita lunare entro i limiti previsti attraverso alcune cruciali correzioni, evitando un ritardo nella tempistica di arrivo sulla Luna.

SpaceIL ha previsto un’ampia distribuzione di stazioni di comunicazione, per controllare Beresheet in modo completo (fonte: SpaceIL)

La settimana prossima verrà inviato il comando per iniziare la fase di allunaggio. Da quel momento in poi, la sonda inizierà automaticamente l’atterraggio. A circa 5 metri al di sopra della superficie lunare, la velocità di discesa si annullerà temporaneamente, quindi i propulsori saranno spenti e Beresheet seguirà un profilo di caduta libera fino alla superficie. I supporti di atterraggio della sonda sono state progettati per sostenere l’impatto, considerate le dimensioni di 2,3 metri di larghezza e 1 metro di altezza, con una massa di 585 chilogrammi.

Una volta atterrata, Beresheet ha come obiettivo la raccolta di dati sul campo magnetico lunare. La NASA ha fornito un riflettore laser che sarà utilizzato per determinare l’esatta distanza Terra-Luna (così come fatto con i riflettori installati dalle missioni Apollo) e per localizzare la posizione del lander. L’Agenzia Spaziale Tedesca, invece, ha aiutato il team di SpaceIL nei test di caduta, per simulare le condizioni che il veicolo spaziale incontrerà al momento dell’allunaggio. Il lander è progettato per funzionare almeno due giorni, abbastanza tempo per trasmettere i dati scientifici e una serie di immagini panoramiche, oltre a un selfie. Il riflettore laser, invece, potrà continuare ad essere utilizzato anche dopo che il veicolo spaziale smetterà di funzionare. Ultimo ma non ultimo obiettivo della sonda, quello di depositare sulla superficie lunare una capsula del tempo contenente 30 milioni di pagine di dati, tra cui una copia completa di Wikipedia in lingua inglese, la Torah, diversi disegni di bambini, i ricordi di un sopravvissuto all’Olocausto, una copia digitale dell’inno nazionale, la bandiera e una copia della dichiarazione d’indipendenza israeliani.

SpaceIL ha mosso i primi passi come partecipate al Google Lunar X Prize, che metteva in palio 30 milioni di dollari per ispirare a sviluppare metodi di esplorazione robotica dello spazio a basso costo. Nell’aprile del 2014, il filantropo americano Sheldon Adelson ha donato 16,4 milioni di dollari al progetto e nel giugno del 2017, l’Agenzia Spaziale Israeliana ha annunciato una donazione di ulteriori 2 milioni di dollari, dopo aver già donato mezzo milione due anni prima. Dopo che il Google Lunar X Prize si è concluso senza un vincitore a fine marzo 2018, SpaceIL ha continuato lo sviluppo di Beresheet, annunciando però di aver bisogno di 30 milioni di dollari per completare la missione. L’importo richiesto è stato finanziato da alcuni importanti donatori e a luglio 2018, il progetto è arrivato a costare circa 95 milioni di dollari.

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