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La discesa di Hayabusa2 sull’asteroide Ryugu

Una telecamera ha ripreso le scene salienti della discesa della sonda giapponese Hayabusa sull’asteroide Ryugu avvenuta il 21 febbraio scorso, rivelando suggestive immagini del materiale roccioso sollevato dall’atterraggio istantaneo, condotto per prelevare campioni di suolo asteroidale.

La telecamera di bordo ha inquadrato il dispositivo di campionamento della sonda avvicinarsi alla superficie dell’asteroide durante la “toccata e fuga” che ha permesso ad Hayabusa2 di sparare un piccolo proiettile di tantalio della massa di 5 grammi ad una velocità di circa 300 metri al secondo. Il video mostra come, colpendo il suolo, il proiettile abbia generato una nube di detriti che ha permesso al tubo di raccolta di convogliare il campione in una camera del volume di 25 centimetri cubici. Il video diffuso dall’agenzia spaziale giapponese, mostra Hayabusa 2 iniziare la sua discesa da un’altitudine di circa 8,5 metri sopra la superficie dell’asteroide e poi scendere in caduta libera, guidata dalla tenue attrazione gravitazionale esercitata da Ryugu. Dopo aver sparato il proiettile, Hayabusa 2 ha acceso i propulsori per riprendere quota, risalendo circondata dai detriti.

Il video, come ha fatto sapere la JAXA, è stato velocizzato 5 volte rispetto al frame rate reale. La scena è cristallina ed estremamente suggestiva, specialmente se si considera che è avvenuta ad una distanza di 342 milioni di chilometri dalla Terra e che la telecamera che l’ha ripresa, CAM-H, è stata costruita ed installata con libere donazioni di cittadini.

L’operazione è stata classificata come successo pieno e il controllo missione è ragionevolmente certo che il tubo di raccolta abbia aspirato una quantità di polvere sufficiente allo scopo del progetto. La camera di raccolta è stata sigillata mediante l’apposito comando inviato da Terra, di modo che la sonda possa portarla a casa dopo il viaggio di ritorno. Hayabusa 2 si trova a circa la metà del periodo di permanenza presso l’asteroide Ryugu, lungo 18 mesi e il touch-and-go del 21 febbraio ha portato a termine l’obiettivo primario della missione. Il prossimo passo sarà quello di sparare un proiettile più grosso, fatto di rame, che genererà un piccolo cratere e permetterà un successivo prelievo di campioni. Tutto questo dovrebbe avvenire in aprile. La sonda potrebbe quindi fare ritorno con almeno 100 milligrammi di materiale, abbastanza per condurre un’analisi della composizione dell’asteroide che rivelerà importanti informazioni sulla storia e sull’evoluzione di Ryugu. La scoperta più importante potrebbe essere collegata a come l’acqua e le molecole organiche siano state trasportate sulla Terra nel contesto di un giovanissimo Sistema Solare.

Caratterizzato dalla forma di un diamante o di una trottola, Ryugu ha un diametro medio di circa 900 metri ed è ricco di carbonio. Gli scienziati lo classificano come asteroide di tipo C: percorre un’orbita che interseca quella della Terra con un periodo di 1,3 anni che lo rende un potenziale oggetto pericoloso per il nostro pianeta.

Dopo l’eiezione del proiettile di rame da 2,5 chilogrammi in aprile, Hayabusa2 rilascerà anche un quarto mini-lander robotico in luglio, dopo i tre già atterrati su Ryugu in settembre ed ottobre 2018. La missione originale aveva previsto il prelievo di campioni da tre ubicazioni diverse, due utilizzando mini-proiettili in tantalio da 5 grammi e uno con il proiettile di rame da 2,5 kg, ma fonti di JAXA hanno confermato questa settimana che un terzo prelievo è ora improbabile prima della partenza da Ryugu. Partenza che è prevista tra novembre e dicembre di quest’anno e che vedrà la sonda cominciare il viaggio di ritorno, con arrivo previsto sulla Terra verso la fine del 2020.

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