Apollo 9 – giorno 5 – 7 marzo 1969

Dal nostro inviato a Capo Kennedy.

Dopo la spettacolare doppia EVA condotta da Scott e Schweickart nella giornata di ieri, il protagonista di oggi è stato il modulo lunare Spider, che ha dimostrato di saper volare indipendente dal modulo di comando.

Vista l’importanza del test, oggi l’equipaggio ha deciso di svegliarsi un’ora prima ed iniziare subito i preparativi. McDivitt e Schweickart, per il terzo giorno consecutivo, si sono trasferiti nel LM e per più di 4 ore hanno verificato i sistemi di bordo. Quando il pilota del modulo di comando David Scott ha ricevuto l’ok per separarsi dal LM ed ha premuto il pulsante di rilascio, qualcosa però è andato storto ed i due moduli sono rimasti agganciati.

il modulo lunare Spider, ripreso subito dopo la separazione dal modulo di comando. Sono ben visibili il modulo di ascesa, quello superiore dalla forma poligonale e quello di discesa, quello inferiore di forma ottagonale e con le quattro zampe.

Dopo un minuto Scott ha ripetuto l’operazione e questa volta i fermi meccanici che tenevano uniti il CM ed il LM sono regolarmente scattati rilasciando il modulo lunare. Per la prima volta due astronauti hanno volato a bordo di un astronave specificatamente dedicata al volo nello spazio, quindi non adatta ne al lancio da Terra ne al rientro controllato. Proprio in quest’ultima caratteristica risiedeva il rischio maggiore di tutta la missione Apollo 9. Infatti se i due astronauti a bordo del LM non fossero stati in grado di rientrare nel modulo di comando, ne attraverso il portello interno dopo il riaggancio, ne attraverso una EVA (come parzialmente simulato ieri), Scott sarebbe stato costretto a rientrare a Terra da solo lasciando McDivitt e Schweickart al loro destino in orbita.

Il modulo di comando Gumdrop, fotografato dal modulo lunare.

Dopo qualche minuto di volo in formazione, in cui McDivitt ha fatto ruotare il LM per consentire a Scott di controllare le zampe, è stato acceso il propulsore di discesa per incrementare la distanza tra i due moduli. Controllando la potenza, come già fatto nel terzo giorno di missione, la distanza è aumentata fino a raggiungere un massimo di 185 km. Per iniziare la manovra di ritorno verso la navicella Apollo, McDivitt e Schweickart hanno prima di tutto alleggerito il LM sganciando il moulo di discesa (quello con le zampe) ed accendendo il propulsore del modulo di ascesa (la cabina pressurizzata) in circa due ore sono tornati in prossimità del compagno Scott.

La parte inferiore del modulo di ascesa di Spider, con il propulsore bene in vista.

Dopo più di sei ore di volo libero McDivitt ha manovrato il LM in un perfetto aggancio con il CM e, dopo aver sentito i 12 fermi meccanici scattare in posizione di blocco, ha potuto finalmente rilassarsi ed ha ben chiarito di essere molto stanco ed essere pronto a fare tre giorni di vacanza.

Nelle seguenti due ore Schweickart e McDivitt hanno fatto ritorno nel modulo di comando, ricongiungendosi definitivamente con il compagno Scott che, dopo aver chiuso i due portelli interni, ha ancora una volta dato il comando di sgancio del LM, che quindi è stato definitivamente abbandonato. In seguito ad un comando inviato dal controllo missione a Houston, è stato acceso un’ultima volta il propulsore di ascesa del LM e lasciato acceso fino ad esaurimento del carburante. In questa maniera Spider è stato posto in un’orbita talmente alta che impiegherà molti anni prima di ricadere e bruciare nell’atmosfera.

Foto credit, NASA.

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Simone Montrasio

Appassionato di astronautica fin da bambino. Dopo studi e lavoro nel settore chimico industriale, per un decennio mi sono dedicato ad altro, per inserirmi infine nel settore dei materiali compositi anche per applicazioni aerospaziali. Collaboro felicemente con AstronautiNEWS dalla sua fondazione.