Aggiornamenti dal sistema solare: febbraio 2019
Parte una nuova missione lunare, con il lander israeliano Beresheet che si appresta a diventare la prima missione privata ad atterrare sulla Luna. Hayabusa 2 ha invece raccolto il primo campione della superficie dell’asteroide Ryugu. Su Marte, Insight comincia finalmente a scavare mentre si sono abbandonate le speranze di ristabilire i contatti con Opportunity.
Di seguito il dettaglio delle varie missioni attive e quelle in fase di preparazione.
In preparazione per il lancio
Chandrayaan 2, la prossima missione indiana di esplorazione della Luna, dovrebbe partire ad aprile. ISRO ha intenzione di tornare sul nostro satellite in grande stille, con un orbiter, il lander Vikram, ed un piccolo rover. Il sito di atterraggio prescelto è nei dintorni del polo sud lunare.
Sempre la Luna sarà l’obiettivo di Chang’e 5, che rappresenterà il culmine del programma di esplorazione robotica cinese del nostro satellite, con la raccolta e l’invio a terra di campioni del suolo lunare. Il volo di Chang’e 5 è attualmente previsto per dicembre, ma è contingente al successo del ritorno in volo del lanciatore pesante Lunga Marcia 5.
Esplorando la Luna
Nel frattempo è cominciato anche il terzo giorno lunare della missione Chang’e 4, dell’agenzia spaziale cinese. Sia il lander che il rover Yutu 2 si sono risvegliati pochi giorni fa per riprendere le operazioni scientifiche sul lato nascosto della Luna. Il rover ha ormai percorso qualche centinaio di metri, superando abbondantemente la distanza percorsa dal suo predecessore Yutu. La sonda e il rover non possono ovviamente comunicare direttamente con la Terra, e l’agenzia spaziale cinese sta utilizzando un satellite ripetitore, QueQuiao, in orbita presso il punto lagrangiano L2 del sistema Terra-Luna.
Nelle vicinanze, continuano le longeve missioni americane Lunar Reconnaissance Orbiter e ARTEMIS (2 sonde), oltre al lander cinese Chang’e 3 che (probabilmente) continua le sue osservazioni mediante il telescopio all’ultravioletto, unico strumento ancora funzionante dopo oltre 5 anni dall’atterraggio.
Nel sistema solare interno
È partita lo scorso 22 febbraio Beresheet, la storica missione israeliana verso la Luna sviluppata dalla compagnia privata SpaceIL. Il lander era stato originariamente progettato per partecipare all’ormai concluso Google Lunar X-Prize ed è stato lanciato come carico secondario di un Falcon 9. La sonda impiegherà circa un mese e mezzo per innalzare gradualmente la propria orbita e farsi catturare dall’attrazione gravitazionale lunare. Dopo i primi intoppi subito dopo il lancio, la sonda è riuscita ad accendere i motori per i primi innalzamenti dell’orbita.
Continua il viaggio della missione ESA/JAXA BepiColombo verso Mercurio. Il Mercury Transfer Module (MTM) sta trasportando le due sonde di cui si compone la missione: il Mercury Planetary Orbiter (MPO), di ESA, e il Mercury Magnetospheric Orbiter (MMO) di JAXA. MTM ha concluso la prima lunga accensione dei propulsori a ioni che ha immesso i viaggiatori robotici sulla traiettoria che li porterà ad eseguire il primo dei numerosi flyby con assist gravitazionale che avverrà il 13 aprile 2020, quando BepiColombo sorvolerà il nostro pianeta. L’entrata in orbita intorno a Mercurio è prevista per il 2025.
STEREO-B, osservatorio solare della NASA, è in orbita eliocentrica nelle vicinanze di quella della Terra. Purtroppo i contatti con la sonda gemella STEREO-A si sono interrotti da diversi anni. In un’orbita simile anche il telescopio spaziale all’infrarosso Spitzer, sempre della NASA.
Relativamente poco lontano, presso il punto lagrangiano L1 Terra-Sole, ci sono le sonde per l’osservazione solare WIND (NASA), ACE (NASA) e SoHO (NASA/ESA), e la missione di studio del clima terrestre DSCOVR (NASA/NOAA). Dall’altra parte della Terra rispetto al Sole, intorno al punto lagrangiano L2, c’è invece la sonda Gaia (ESA), che si occupa di mappare la nostra galassia e quelle limitrofe.
Parker Solar Probe (NASA) si sta piano piano avvicinando al suo secondo perielio, che avverrà il prossimo 4 aprile. Il passaggio al punto più vicino al sole sarà ancora più ravvicinato del precedente. La sonda culminerà l’anno con il secondo sorvolo di Venere, che contribuirà a ridurre ulteriormente il raggio dell’orbita.
Mese intenso quello di febbraio per Hayabusa 2 (JAXA), che sta studiando il vicino asteroide Ryugu. Il 21 febbraio, infatti, la sonda ha compiuto con successo il primo dei tre tentativi pianificati di raccogliere campioni dell’asteroide. Il secondo tentativo avverrà già ad aprile. Hayabusa 2 ripartirà alla fine dell’anno per riportare sulla Terra il suo prezioso carico nel dicembre del 2020.
Anche la sonda della NASA OSIRIS-REx sta explorando il suo asteroide, Bennu. A fine febbraio la sonda ha terminato la fase “Orbital A”, in cui ha compiuto 23 orbite vere e proprie del piccolo corpo celeste con lo scopo di imparare a controllare e manovrare la sonda nella sua debole interazione gravitazionale con Bennu. Con una piccola manovra la sonda è ora uscita dall’orbita e vola in formazione con l’asteroide compiento periodici sorvoli a 3-5 km di distanza che serviranno a fare rilievi dettagliati della superificie per la selezione del sito di campionamento. Quest’ultimo avverrà nell’estate del 2020.
Come per altre missioni cinesi la cui fase principale è terminata da tempo, non si hanno notizie di Chang’e 2, che dopo aver concluso la sua missione principale in orbita intorno alla Luna e quelle secondarie che l’hanno vista orbitare il punto lagrangiano L2 del sistema Terra-Sole e sorvolare l’asteroide 4179-Toutatis, è attualmente in orbita eliocentrica. Anche la sonda giapponese Akatsuki continua senza particolari aggiornamenti le sue osservazioni in orbita intorno a Venere.
Esplorando Marte
Siamo al sol 101 sulla supericie di Marte per Insight (NASA), e la sonda ha cominciato da pochi giorni uno degli eventi più attesi: lo scavo nel sottosuolo da parte dello strumento HP3. Purtroppo la sonda termica ha dovuto fermarsi dopo aver scavato per circa 30 centimetri, quando ha probabilmente trovato dei sassi o una roccia. I tecnici della NASA hanno deciso di prendersi una piccola pausa di qualche settimana per decidere come riprendere le operazioni di scavo.
Alla fine il giorno è arrivato: con un ritardo di circa 15 anni rispetto all’obiettivo iniziale, la missione del rover della NASA Opportunity è stata dichiarata conclusa. Il secondo MER (Mars Exploration Rover) non rispondeva dall’estate dell’anno passato, dopo che una tempesta globale di polvere ne aveva provocato l’ibernazione. Dopo mesi di tentativi senza successo di ristabilire i contatti si è presa la decisione di terminare la missione, visto che oltretutto si stava avvicinando l’inverno nell’emisfero sud, rendendo i vari tentativi sempre più difficili.
Prosegue alla grande, invece, la missione dell’altro rover della NASA, Curiosity, ormai arrivato al sol numero 2343 sul pianeta rosso. Il rover si è lasciato alle spalle il Vera Rubin Ridge, che stava studiando ormai da quasi un anno e mezzo. Sta attualmente studiando dettagliatamente un’area del Monte Sharp composta da terreno argilloso, che quindi si è formata in un lontano passato in presenza di acqua liquida. Durante il mese di febbraio Curiosity ha subito una piccola anomalia, con un reset inaspettato del computer, che i tecnici stanno ancora studiando per capirne le cause.
Oltre ai rover e al nuovo lander, intorno a Marte ci sono altri 6 satelliti: Trace Gas Orbiter (ESA/Roscosmos), MAVEN (NASA), Mars Orbiter Mission (ISRO), Mars Reconnaissance Orbiter (NASA), Mars Express (ESA) e Mars Odyssey (NASA). Nel mese scorso, in particolare, Mars Express ha confermato, grazie alle proprie osservazioni, la presenza sul pianeta rosso di un vasto sistema di laghi sotterranei, molto più grande del previsto.
Nel sistema solare esterno
La sonda Juno (NASA) è in orbita intorno a Giove, principalmente per studiarne l’atmosfera e il campo magnetico. La sonda ha completato lo scorso 12 febbraio il passaggio ravvicinato PJ18 nella sua lunga orbita ellittica intorno al gigante gassoso. Il prossimo passaggio ravvicinato, il PJ19, avverrà il 6 aprile.
Continuano ad arrivare (molto lentamente, data la distanza) dati ed immagini di 2014 MU69 “Ultima Thule”, dopo che a capodanno era stato sorvolato dalla sonda della NASA New Horizons.
Infine, le sonde americane Voyager 1 e 2, dopo aver sorvolato Giove, Saturno e, nel caso di Voyager 2 anche Urano e Nettuno, sono ancora operative nel loro viaggio di allontanamento dal sistema solare. A dicembre la NASA ha annunciato che anche Voyager 2 è ormai uscita dall’eliosfera, raggiungendo quello che si può considerare lo spazio interstellare. Voyager 1 si trova attualmente a circa 145 UA dalla Terra (20 ore e 6 minuti-luce). Voyager 2 è invece a circa 121 UA dalla Terra (16 ore e 42 minuti-luce).
Sommario missioni
Missioni in fase di preparazione per il lancio: 2
Missioni operative nella fase principale o estesa: 31
Missioni in viaggio verso il prossimo obiettivo: 4
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