Anche quest’ultimo mese del 2018 si è rivelato pieno di notizie dai nostri emissari nel sistema solare. Durante il mese di dicembre sono iniziate ben due missioni scientifiche, quella di Chang’e 4, che è entrata in orbita intorno alla Luna, e quella di OSIRIS-REx, ormai arrivata all’asteroide Bennu. Chang’e 4 è poi atterrata sul lato nascosto del nostro satellite nei primi giorni di gennaio. Il mese (e l’anno) è poi culminato con il flyby da parte della sonda New Horizons dell’oggetto più lontano mai visitato.
Il mese di gennaio sarà dedicato principalmente a queste missioni, con i primi movimenti del rover Yutu 2 sulla Luna, le prime operazioni intorno a Bennu della sonda OSIRIS-REx e la lenta ricezione dei dati di New Horizons. Hayabusa 2 riprenderà le operazioni intorno all’asteroide Ryugu. Continuerà inoltre il dispiegamento degli strumenti di Insight sulla superficie di Marte, mentre sempre dal pianeta rosso si spera di ricevere buone notizie da Opportunity.
Di seguito il dettaglio delle varie missioni attive e quelle in fase di preparazione.
In preparazione per il lancio
Potrebbe essere israeliana la prossima missione scientifica lunare. Al momento il lander Beresheet (recentemente ribattezzato, prima conosciuto come Sparrow) fa parte dei payload secondari di un lancio del Falcon 9 previsto per il prossimo 13 febbraio. Il lander è stato sviluppato da SpaceIL, che faceva parte dei cinque finalisti del Google Lunar X-Prize.
È stato invece rimandato ulteriormente il lancio di Chandrayaan 2, ambiziosa missione lunare dell’agenzia spaziale indiana (ISRO). La nuova data di partenza non è stata ancora annunciata, ma l’obiettivo dovrebbe essere ora ad aprile. La missione sarà composta da un orbiter, il lander Vikram, ed un piccolo rover. Il sito di atterraggio prescelto è nei dintorni del polo sud lunare.
Esplorando la Luna
Dopo circa 5 anni dall’ultimo atterraggio, c’è una nuova missione attiva sulla Luna: Chang’e 4, partita il 7 dicembre ed entrata in orbita qualche giorno più tardi, è atterrata con successo il 3 gennaio presso il cratere Von Kármán, sul lato nascosto della Luna. Si tratta di un traguardo storico, visto che fino ad ora nessuna sonda aveva mai tentato l’atterraggio sull’altra faccia del nostro satellite. Il lander ha anche fatto scendere il rover Yutu 2 che, dopo aver percorso pochi metri, si è girata verso il landerè presumibilmente per riprendere il lander. In questi giorni in cui il Sole è alto nel cielo sopra il sito di atterraggio, Yutu 2 farà una piccola pausa per poi riprendere la sua missione scientifica fino al tramonto, in cui entrerà temporaneamente in ibernazione. La sonda e il rover non possono ovviamente comunicare direttamente con la Terra, e il’agenzia spaziale cinese sta utilizzando un satellite ripetitore, QueQuiao in orbita presso il punto lagrangiano L2 del sistema Terra-Luna.
Nelle vicinanze, continuano le longeve missioni americane Lunar Reconnaissance Orbiter e ARTEMIS (2 sonde), oltre alle sonde cinesi Chang’e 5-T1 (in orbita) e Chang’e 3 (sulla superficie), le cui missioni sono ormai finite ma sono ancora attive.
Nel sistema solare interno
Continua il viaggio della missione ESA/JAXA BepiColombo verso Mercurio. Il Mercury Transfer Module (MTM) sta trasportando le due sonde di cui si compone la missione: il Mercury Planetary Orbiter (MPO), di ESA, e il Mercury Magnetospheric Orbiter (MMO) di JAXA. A dicembre, dopo un breve test a inizio dicembre, MTM ha acceso i propulsori elettrici che ne modificheranno lentamente l’orbita per i prossimi due mesi. Successivamente ci sarà il primo dei numerosi flyby con assist gravitazionale che avverrà il 13 aprile 2020, quando BepiColombo sorvolerà il nostro pianeta. L’entrata in orbita intorno a Mercurio è prevista per il 2025.
STEREO-B, osservatorio solare della NASA, è in orbita eliocentrica nelle vicinanze di quella della Terra. Purtroppo i contatti con la sonda gemella STEREO-A si sono interrotti da diversi anni. In un’orbita simile anche il telescopio spaziale all’infrarosso Spitzer, sempre della NASA.
Relativamente poco lontano, presso il punto lagrangiano L1 Terra-Sole, ci sono le sonde per l’osservazione solare WIND (NASA), ACE (NASA) e SoHO (NASA/ESA, ha appena festeggiato il 23imo anniversarsio dal lancio), e la missione di studio del clima terrestre DSCOVR (NASA/NOAA). Dall’altra parte della Terra rispetto al Sole, intorno al punto lagrangiano L2, c’è invece la sonda Gaia (ESA), che si occupa di mappare la nostra galassia e quelle limitrofe.
Parker Solar Probe (NASA), dopo aver compiuto il suo primo passaggio ravvicinato al Sole, prosegue nella sua orbita eliocentrica dedicandosi allo studio del Sole.
Hayabusa 2 (JAXA) sta studiando il vicino asteroide Ryugu. La sonda è appena uscita da un periodo di riposo dovuto alla congiunzione solare, in cui non era possibile comunicare. Attualmente le osservazioni scientifiche sono riprese dalla quota di 20 km e culmineranno a febbraio con nuove operazioni di superficie. È stata anche presentata una mappa dell’asteroide con i nomi dati alle varie formazioni di Ryugu.
Anche la sonda della NASA OSIRIS-REx ad inizio dicembre ha raggiunto il suo obiettivo, l’asteroide Bennu. La missione è molto simile a quella di Hayabusa 2 ed è interessante notare come i due asteroidi siano molto diversi l’uno dall’altro. Il 31 dicembre la sonda è anche riuscita ad entrare in una sorta di orbita intorno a Bennu. La mappatura dettagliata dell’asteroide comincerà a febbraio e durerà per tutto il 2019 mentre il campionamento è previsto per il luglio del 2020.
Come per altre missioni cinesi la cui fase principale è terminata da tempo, non si hanno notizie di Chang’e 2, che dopo aver concluso la sua missione principale in orbita intorno alla Luna e quelle secondarie che l’hanno vista orbitare il punto lagrangiano L2 del sistema Terra-Sole e sorvolare l’asteroide 4179-Toutatis, è attualmente in orbita eliocentrica. Anche la sonda giapponese Akatsuki continua senza particolari aggiornamenti le sue osservazioni in orbita intorno a Venere, avendo ormai superato i 3 anni intorno al pianeta.
Esplorando Marte
Dopo il recente atterraggio su Marte, Insight (NASA) continua senza problemi il suo programma di collaudo e dispiegamento dei vari strumenti ed ora siamo giunti al sol numero 43. Uno degli strumenti più importanti della missione, il sismometro, è stato piazzato sul terreno circostane e presto verrà anche posizionata la copertura termica. Tra la fine di gennaio e l’inizio di febbraio dovrebbe poi cominciare la trivellazione del terreno.
Purtroppo ancora nessun segnale da Opportunity, il rover della NASA giunto ormai al sol 5319 su Marte. Il MER superstite, dopo essere entrato in ibernazione a causa di una tempesta di polvere, non è ancora riuscito a ristabilire i contatti con la Terra. I tentativi di ricontattare il rover continueranno nelle prossime settimane.
L’altro rover della NASA, Curiosity, è arrivato al sol numero 2285 sul pianeta rosso. Il rover sta continuando l’esplorazione della parte alta del Vera Rubin Ridge.
Oltre ai rover e al nuovo lander, intorno a Marte ci sono altri 6 satelliti: Trace Gas Orbiter (ESA/Roscosmos), MAVEN (NASA), Mars Orbiter Mission (ISRO), Mars Reconnaissance Orbiter (NASA), Mars Express (ESA) e Mars Odyssey (NASA).
Nel sistema solare esterno
La sonda Juno (NASA) è in orbita intorno a Giove, principalmente per studiarne l’atmosfera e il campo magnetico. La sonda ha completato lo scorso 21 dicembre il passaggio ravvicinato PJ17 nella sua lunga orbita ellittica intorno al gigante gassoso ed è al momento esattamente a metà della missione scientifica primaria. Tra le cose più interessanti di questo flyby c’è l’osservazione di alcune eruzioni vulcaniche sul satellite Io. Il prossimo passaggio ravvicinato, il PJ18, avverrà il 12 febbraio.
Proprio a capodanno la sonda della NASA New Horizons ha sorvolato l’oggetto più lontano mai visitato da una sonda, ovvero 2014 MU69 “Ultima Thule”, piccolo corpo celeste della fascia di Kuiper. Le aspettative non sono certo state deluse e le prime immagini e i dati provenienti da questa regione molto lontana sono pieni di sorprese, come ad esempio il fatto che il numero di crateri sulla superficie sembra essere piuttosto limitato. Al momento, comunque, abbiamo ricevuto solo un piccolo assaggio. La trasmissione dei dati a questa distanza è infatti molto lenta e in questi ultimi giorni, inoltre, la sonda si è trovata anche in congiunzione solare e quindi ha dovuto interrompere le comunicazioni. Il contatto dovrebbe essere ristabilito proprio in questi giorni.
Infine, le sonde americane Voyager 1 e 2, dopo aver sorvolato Giove, Saturno e, nel caso di Voyager 2 anche Urano e Nettuno, sono ancora operative nel loro viaggio di allontanamento dal sistema solare. Proprio il mese scorso la NASA ha annunciato che anche Voyager 2 è ormai uscita dall’eliosfera, raggiungendo quello che si può considerare lo spazio interstellare. Voyager 1 si trova attualmente a circa 145 UA dalla Terra (20 ore e 7 minuti-luce). Voyager 2 è invece a circa 120 UA dalla Terra (16 ore e 41 minuti-luce).
Sommario missioni
Missioni in fase di preparazione per il lancio: 2
Missioni operative nella fase principale o estesa: 32
Missioni in viaggio verso il prossimo obiettivo: 2